Abbiamo avuto modo di leggere il consueto report annuale sull’attività svolta in regione nell’anno 2023 e non possiamo che condividere la riflessione fatta da questa direzione regionale in merito al mancato completamento della programmazione in tema di corsi svolti. La carenza di organico (discenti), il numero di istruttori che continuamente diminuisce e la mancanza di volontà di questa amministrazione di valorizzare la formazione decentrata è sicuramente un tema a cui questa Direzione deve far leva presso gli uffici centrali. Siamo arrivati ad una situazione non sostenibile se facciamo riferimento alle circolari che regolamentano il settore formazione.
I dirigenti provinciali faticano a trattenere gli istruttori professionali nelle loro sedi perché le Scuole Centrali ne chiedono continuamente la disponibilità. L’esiguità del personale in servizio in regione implica un ragionamento che la formazione deve prendere un’altra strada. Si è provato ad organizzare corsi interprovinciali smobilitando personale da diverse province per riuscire ad ottenere un numero minimo di partecipanti; si propone la formazione in FAD che in tempo di Covid era giustificata ma ora non è la soluzione corretta e più efficace a raggiungere un alto livello formativo. Riteniamo infatti che svolgere corsi in modalità FAD non aiutino l’apprendimento ma soprattutto il confronto discente/docente che si verifica nei corsi in presenza. Siamo invece concordi che seminari della durata di un giorno siano adatti allo svolgimento in FAD.
La circolare EM 1 , nel corso di questi ultimi tempi, ha messo in luce la sua inapplicabilità sia per quanto riguarda l’impossibilità di prevedere moduli con lo stesso personale inserito, sia per la scarsità di formazione, che per la mancanza dei retraining previsti.
Il capitolo mantenimenti è il più evidente problema in tema di formazione in quanto l’amministrazione centrale, sebbene assista al fallimento della circolare retraining a firma dell’ing. Occhiuzzi, non intende in nessun modo prevedere una modifica e un adattamento alle esigenze contingenti. Si assiste quindi a colleghi che non possono partecipare ad un percorso formativo in quanto sprovvisti di mantenimenti periodici obbligatori. Discriminazioni che dovrebbero non esistere se si vuole progredire professionalmente.
Chiediamo quindi che questa Direzione si faccia portavoce presso il Dipartimento di una vera riforma dei mantenimenti e retraining valorizzando l’aspetto formativo che in questi ultimi anni ha subito un declino che mai era avvenuto nel passato.
Una riflessione va fatta anche sulla inopportuna rigidità di certe selezioni per diventare istruttore professionale che non tengono conto sia della disponibilità e buona volontà del personale discente, che delle difficoltà logistiche e di organico istruttore che ne consegue. Abbiamo infatti assistito a “bocciature” di valorosi colleghi che avrebbero fatto molto comodo in regione ma che per una certa “nicchia valutativa” probabilmente danno fastidio o non appartengo a talune sigle sindacali. Per questo ultimo motivo chiediamo, oltre che vigilare, ampliare il numero di aspiranti formatori professionali.
Infine chiediamo una maggiore trasparenza e tempistica nelle ricognizioni per la partecipazione ai corsi in quanto molto spesso i corsi iniziano senza una comunicazione formale rivolta ai colleghi ma si interpellano in forma privata creando un clima non proprio sereno.
Per il Coordinamento Regionale USB VVF Veneto
Enrico Marchetto