Non più di un mese fa avevamo paventato il rischio di mancata realizzazione degli obiettivi per le Commissioni Tributarie e, segnatamente, quello riguardante l’inserimento del valore della lite nei ricorsi pervenuti dal 1 gennaio 2011, che avrebbe determinato la riduzione del salario accessorio dei lavoratori delle Commissioni Tributarie.
Tale considerazione era basata sulla puntuale valutazione delle ripercussioni della citata lavorazione aggiuntiva su una già intensa e disagevole attività che viene garantita dai citati dipendenti esclusivamente grazie alla propria, inveterata, “propensione al martirio”.
Conseguentemente, al fine di evitare il disastro annunciato, in data 5 maggio u.s. abbiamo richiesto un incontro alla Direzione della Giustizia Tributaria con l’obiettivo di chiedere la rimodulazione di tale obiettivo se non, ove possibile, il differimento dello stesso (assolutamente legittimo in via teorica in quanto previsto quale obiettivo politico strategico per il triennio 2010/2013) ad un periodo successivo allorquando la stessa Direzione fosse stata in grado preliminarmente di implementare funzionalità e pacchetti applicativi idonei alla elaborazione del suddetto dato da inserire al sistema.
Alla disponibilità platealmente annunciata dalla suddetta Direzione, nel corso dell’incontro del 28 aprile u.s., ad affrontare sistematicamente le criticità delle CC.TT., non è ad oggi seguito alcun fatto concludente mentre in molti Uffici si stanno realizzando le successive, conseguenti e prevedibili fasi del percorso intrapreso dal vertice, teso ad annullare il salario accessorio dei lavoratori delle Commissioni Tributarie.
Ad esempio, in una delle Commissioni Tributarie di maggior dimensione a livello nazionale, si sta assistendo al totale sbando da parte della Direzione che con proprie disposizioni operative ha individuato, quale arretrato da smaltire in ordine all’inserimento del famigerato dato, i ricorsi assegnati dal 1/01/2011 fino al 30/04/2011 alle Sezioni giudicanti (per la quasi totalità protocollati nell’anno 2010) in luogo di quelli pervenuti dal 1 gennaio 2011 così come indicato nella nota n. 5442 del 30.03.2011 della Direzione della Giustizia Tributaria, con un aumento esponenziale e del tutto inutile, ai fini del raggiungimento dell’obiettivo assegnato, dei ricorsi da completare nella misura di circa 10.000 fascicoli.
Peraltro risulta che nel corrente mese siano stati consegnati alle Sezioni ricorsi pervenuti a febbraio 2011 e pertanto è di tutta evidenza che le ore di lavoro straordinario assegnate al predetto fine non possono essere ritenute funzionali allo scopo, con buona pace delle ufficiali dichiarazioni con le quali si vorrebbe, nell’interesse comune del personale in servizio, favorire il conseguimento di un parametro elevato al quale corrisponda la quota di FUA più alta.
Inoltre, in considerazione della sfasatura temporale che intercorre tra la presentazione del ricorso e l’assegnazione dello stesso alla sezione, non si comprende come sia possibile monitorare l’inserimento del suddetto dato nel periodo ottobre-dicembre e come, comunque, una sparuta task force, costituita da personale assente in via continuativa o al momento impiegato a supplire i segretari assenti, potrà fare fronte a tutto questo.
È del tutto evidente che sul territorio nazionale le “misure organizzative più idonee” da adottarsi, a cura dei Direttori, sono nella maggior parte dei casi naufragate inesorabilmente in misure inidonee e di facciata, atte solo a coprire miseramente la realtà odierna delle Commissioni Tributarie: lo scostamento tra la dotazione organica teorica e quella di fatto è tale che tutto si risolverà in un autentico naufragio, che potrà forse essere evitato facendo come sempre ricorso esclusivamente al consueto auto sfruttamento da parte dei lavoratori che, pur di non perdere il proprio salario accessorio, dovranno sostenere un aumento del loro carico di lavoro ordinario.
La notazione poi che l’adozione delle suddette innovazioni organizzative, riguardanti tutti i settori vitali degli Uffici, siano state introdotte unilateralmente e in totale spregio delle norme vigenti in materia di informazione da rendere alle Organizzazioni Sindacali, prevista addirittura dalla famigerata normativa Brunetta all’art. 34 del d. lgs. n. 150/2009, appare, a questo punto, assolutamente secondaria e ininfluente seppur nella sua gravità inaudita, atteso l’effetto nefasto consistente nello svuotamento delle tasche dei lavoratori che sarebbe senz’altro stato possibile evitare o almeno attenuare mediante un semplice confronto preventivo con le parti sociali.
Ciò che tutta l’operazione dimostra in modo netto ed inconfutabile è che il “sistema remunerativo” basato sugli obiettivi assegnati agli Uffici e sul sistema di valutazione individuale della performance (SIVAP) rappresenta un progetto fallimentare perché destinato unicamente a peggiorare la qualità del lavoro e le condizioni economiche dei lavoratori sia per fattori intrinseci ma anche per l’incapacità organizzativa di coloro che dovrebbero garantire il raggiungimento degli obiettivi su cui verrà valutata la performance individuale e, conseguentemente, verrà parametrato il salario accessorio.
L’unica consolazione, certamente amara ma tuttavia reale, è che questa volta tutti saranno penalizzati indistintamente, a partire proprio dai dirigenti o sedicenti tali.
Nel frattempo il Consiglio di Presidenza della Giustizia Tributaria, in data 16 maggio u.s. (cfr. articolo pubblicato su IL Sole 24 Ore), perseverando nella tutela dei soggetti rappresentati a scapito dei lavoratori delle Commissioni Tributarie, ha dichiarato che il “rischio ingorgo nei tribunali del fisco”, che si determinerà a seguito dell’esecutività immediata degli accertamenti (recanti imposte sui redditi ed IVA dall’annualità 2007) notificati entro il prossimo 1 luglio 2011, potrebbe essere scongiurato con l’incremento del personale amministrativo che consentirebbe di tenere ulteriori udienze pomeridiane, “dimenticando” che la gravissima carenza di personale presso le Commissioni si rileva rispetto alle dotazioni organiche teoriche che tengono già conto dell’attuale elevatissima produttività addirittura superiore a quella sancita dai relativi provvedimenti.
Pertanto, il completamento delle piante organiche non può assolutamente essere invocato, strumentalmente, per assicurare una mole smisuratamente maggiore di adempimenti (vedasi emissione di decreti di sospensione a fronte di atti esecutivi emessi, in tempi brevissimi, dal concessionario, aumento del numero delle udienze ecc.) al fine unico di aumentare l’attuale produttività cui vanno commisurati i compensi del personale giudicante, ma esclusivamente per rendere possibile, in condizioni idonee e non di sovraccarico lavorativo, il raggiungimento di quei numeri che già oggi sono, oggettivamente, eccessivi.