La Federazione USB di Terni, alla luce delle preoccupanti notizie apparse sulla stampa sulla chiusura in deficit del bilancio dell’ASM Terni S.p.A., ha richiesto nei giorni scorsi, un incontro urgente sia al CdA ed alla Direzione aziendale, che al Sindaco e all’Assessore competente del Comune di Terni - azionista di maggioranza -, per avere chiarimenti sul futuro dell’Azienda che gestisce l’energia elettrica, l’illuminazione pubblica, la distribuzione di acqua potabile ed il servizio di igiene ambientale, tutti servizi essenziali e strategici per il territorio ed i cittadini.
Il Presidente di ASM durante l’ultimo incontro che si è tenuto con le RSU, ha comunicato ai rappresentanti dei lavoratori che il bilancio consuntivo dell’anno 2017/2018 è stato chiuso con una perdita di 3,4 milioni. Una situazione allarmante, che segna un forte arretramento rispetto ai risultato delle politiche portate avanti negli ultimi anni e che hanno visto il progressivo risanamento dei conti di bilancio dell’ASM che ha chiuso i propri conti sempre in attivo, condizione che ha permesso e rese sostenibili alcune scelte aziendali strategiche, quali l’avvio di diversi progetti di riorganizzazione dei servizi e la stessa politica di incremento assunzionale, effettuata con le ultime assunzioni frutto di un bando di concorso pubblico, per il servizio porta a porta della raccolta differenziata, del quale recentemente è stata decisa la proroga della graduatoria degli idonei.
La situazione di pesante deficit di bilancio, sembrerebbe essere stata causata da una partita di crediti ritenuti inesigibili che l’azienda vantava da diversi anni nei confronti del Comune di Terni e per i quali si è deciso lo stralcio.
Pare evidente che da parte dell’A.C. ci sia stata la chiara volontà di “alleggerire” la situazione debitoria dell’ente pubblico, scaricandone il peso sulla partecipata.
Come sindacato vorremmo comprendere appieno i presupposti contabili che hanno guidato e consentito questa operazione e, soprattutto, analizzare nel dettaglio le conseguenze della scelta “imposta”, che rischia di far saltare le assunzioni per i vari servizi ove queste necessitano.
Su tale versante, a rendere il cielo più plumbeo c’è anche la situazione dei circa 60 lavoratori interinali addetti alla raccolta differenziata che, alcuni dei quali oramai da 7 anni e dopo aver cambiato ben 5 Agenzie Interinali, si vedono ripetutamente prorogare i contratti di lavoro, stante la necessità del loro utilizzo all’interno del servizio di raccolta rifiuti.
Oggi, dopo l’emanazione del Decreto Dignità, anche a causa di forzature interpretative, tali lavoratori rischiano concretamente di perdere la propria occupazione lavorativa, con conseguenze drammatiche sulla loro condizione personale e familiare, con riflessi
decisamente negativi sulla continuazione di un servizio essenziale come è quello della raccolta dei rifiuti.
Come USB, pensiamo che ad un servizio stabile devono corrispondere posti di lavoro stabili, a meno che non si voglia scivolare in quelle aree di opacità nei rapporti lavorativi, che poco hanno a che vedere con una gestione corretta ed illuminata.
L’Amministrazione deve chiarire nel più breve tempo possibile anche questo importante aspetto e quali siano le scelte strategiche che vuole portare avanti a garanzia della piena occupazione e della sostenibilità di servizi strategici per il territorio.
Prorogare i contratti in essere per il tempo necessario a sviluppare un nuovo concorso che, unitamente allo smaltimento delle posizioni nella graduatoria esistente che risultano tuttavia insufficienti, permetta la piena stabilizzazione dei posti di lavoro oggi precari, è a nostro avviso un dovere morale di questa azienda. Lo deve ai lavoratori, lo deve ai cittadini.
Non vorremmo, come purtroppo troppo spesso accade, che alla fine siano solo questi a pagare le conseguenze di scelte scellerate, passate, presenti e future.
Come sindacato abbiamo sempre auspicato un rafforzamento delle aziende pubbliche locali, con scelte anche coraggiose ed innovative, che rompano i vecchi paradigmi liberisti che hanno desertificato il nostro Paese delle principali aziende strategiche.
Ecco perché ci siamo opposti al progetto di privatizzazione di ASM, che risulta al momento “congelato”, ma le cui tinte fosche restano tutte sul piatto della politica.
Decideremo nei prossimi giorni, dopo aver nuovamente verificato la disponibilità dell’Azienda e dell’Ente proprietario, il Comune, a fare chiarezza sulla situazione economica, di bilancio e, soprattutto, di prospettiva dell’ASM, quali azioni sindacali porre in campo, sempre con la piena condivisione ed al fianco dei lavoratori.