E’ di ieri pomeriggio il primo omicidio bianco nel Ministero della Difesa dall’istituzione della “Difesa Servizi SpA”, avvenuta il 1° gennaio con una norma contenuta nella legge Finanziaria. All’Arsenale di Taranto è morto il collega Giovanni De Cuia, ai cui familiari vanno le più profonde condoglianze e la vicinanza della RdB Pubblico Impiego.
“In una situazione come quella dell’Arsenale di Taranto, disastrata e devastata da una ristrutturazione selvaggia e dalla privatizzazione delle lavorazioni in atto da oltre dieci anni, solo l’alta professionalità e l’attenzione delle maestranze ha impedito ci fossero episodi luttuosi come quello verificatosi ieri”, denuncia Giuliano Greggi della Direzione Nazionale RdB Pubblico Impiego.
“Una situazione, quella dell’Arsenale e più in generale della Difesa, trascurata dai media e dalla politica – prosegue Greggi - per cui è passato sotto silenzio prima lo smantellamento dell’Area Industriale Difesa, poi la ristrutturazione del Ministero con la soppressione di Enti, Arsenali e siti produttivi, e ora la creazione della Società per Azioni, che privatizzerà quello che resta del Ministero rispondendo solo all’azionista di riferimento, il Governo, e non più al Parlamento e al Paese”.
Incalza il dirigente RdB P.I.: “Si è creata una situazione di insicurezza non solo rispetto al futuro lavorativo di decine di migliaia di lavoratori ma anche rispetto alla loro incolumità e a quella dei lavoratori delle ditte appaltatrici che vivono una condizione di latente illegalità. Una situazione che RdB da anni denuncia e contrasta da sola contro un’amministrazione miope e una pletora di sindacati collaborazionisti e con l’assordante silenzio della politica”.
Aggiunge Greggi: “Si cercheranno ora le responsabilità di quello che è accaduto e magari si troveranno in qualche malcapitato capo squadra di qualche ditta che aveva avuto un qualche appalto, non volendo cercare e trovare le vere responsabilità che sono di coloro che hanno destrutturato, e continuano con accanimento a farlo, uno dei settori pubblici veramente produttivi, a discapito degli interessi collettivi perseguendo specifici interessi di profitto. Di fronte a questa situazione – conclude Greggi - la RdB P.I. sostiene i lavoratori della Difesa nella mobilitazione perché il diritto alla sicurezza sui luoghi di lavoro e il diritto al lavoro non sia una merce da sacrificare sull’altare del profitto”.