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ONA... STORIA DI ORDINARIA FOLLICRAZIA E STRESSORI

Nazionale,

Lavoratori,

“C’era una volta l’ONA… !”, questo che potrebbe sembrare il titolo di un film in realtà è un’ormai triste realtà. L’Ente ONA, fiore all’occhiello del Corpo, oggi vive un momento di vera disfatta e sconforto. Tutto azzerato!!!

Assicurazione definitivamente soppressa. Mancata apertura dei Centri di soggiorno invernali ed estivi. Sovvenzioni assistenziali che non vengono erogate per mancanza di fondi. E ciliegina sulla torta anche il personale dell’ufficio ONA è in sofferenza. La causa dovuta anche nella nuova gestione che sembra avvitarsi continuamente su se stessa. Colpevolizzando e scaricando sul personale tutte le pecche e le falle che si sono accumulate in questi ultimi mesi. Risultato, quella che ieri era una piccola oasi dove la parola d’ordine era armonia e coesione tra lavoratori soprattutto mantenendo e non perdendo mai di vista, l’obiettivo primario: “Collaborare insieme al meglio con serenità nel principio del buon andamento dell’opera per il raggiungimento degli obiettivi posti al bene dei lavoratori”.

L’atmosfera prima cordiale e sorridente nella vita sociale dell’ufficio, ricordando diligentemente addirittura ogni compleanno per lo scambio degli auguri come pure per le classiche festività è venuta meno. Un sito da molti invidiato, proprio per la positiva complicità e professionalità, da sempre dimostrata da tutto lo staff nelle varie sfaccettature e competenze dell’ufficio, è ormai un ricordo lontano. L’attenzione di ogni lavoratore dell’ufficio è sempre stata al massimo. Oggi, sebbene tutti dimostrino ancora una incondizionata trasparenza, e la buona e massima volontà nel portare avanti con diligenza come sempre il lavoro, nonostante i notevoli disagi, l’ansia e lo stress da lavoro correlato, la fanno da padrone. Questa è di fatto l’aria pesante che si respira, attualmente, all’ONA!

Uno stato di cose, che purtroppo sta producendo un esodo che si annuncia corposo, viste le numerose richieste di trasferimento inoltrate ed altre in pectore che accarezzano l’idea sognando e non disdegnando tale decisione. Tutto questo è frutto dell’acuirsi della farraginosità della tanto odiata burocrazia che condisce e scandisce la quotidianità dei collaboratori. Ci si sente offesi vessati e mobbizzati in un palese tentativo di mortificazione, al fine di creare un senso di colpa.

Si è sottoposti a continuo stress ed oseremo dire fino ad un dichiarato mobbing che in un secondo tempo potrebbe portare anche a casi di “burnout”. Senza via di scampo. Demotivazione, disorientamento e senso di disagio, sono all’ordine del giorno, ancor più accentuate dalla nuova gestione che sembra non saper sostenere l’attuale situazione. La gestione seppur ostica dell’Ente, rimane in una posizione di stallo senza arrivare a soluzioni definitive in un verso o in un altro. D’altra parte questo anche per l’ormai esiguo gettito da destinare all’assistenza dell’ente ONA che vede sempre più l’assottigliarsi dei fondi dedicati. Pesanti ed aspre critiche sono state mosse dalla scrivente O.S. (altre le notiamo da alcune componenti sindacali addetti ai lavori nell’ambito del Consiglio di Amministrazione dell’Ente ONA, con una nota congiunta del 30 aprile 2013). … “Per quanto ci riguarda, non abbiamo potuto che prendere atto di tale determinazione; tuttavia, pur consci delle gravose difficoltà di ordine economico che l’Ente sta da tempo attraversando, non abbiamo lesinato critiche negative sull’attuale e unilaterale metodo di conduzione e gestione dell’Opera Nazionale, decisamente non all’altezza dei compiti assegnati; sui gravissimi ritardi che registriamo nell’adempimento delle complessive procedure assistenziali; sui reiterati tentativi di azzerare il ruolo dei rappresentanti del personale in seno al Consiglio di Amministrazione e nel contesto più generale relativo alle attività di istituto”. … Da qui l’enorme difficoltà che si trova nel ripartire le poche risorse fra le tante realtà, in seno all’ONA, da portare a buon fine, ad esempio: - L’erogazione dei contributi e la fruizione dei centri di soggiorno.

Purtroppo il cammino da percorrere da parte dello staff è reso molto tortuoso proprio da questa atmosfera resa insostenibile ed inconcludente che sta logorando e demotivando sempre di più il personale impiegato per lo svolgimento, soprattutto dei contributi assistenziali, sia periodici che straordinari. Le continue, numerose e variabili disposizioni impartite a ripetizione sembrano non portare ad un risultato positivo e rendono sempre più confuso e scoordinato il lavoro. Risultato, una spirale infinita dentro un vortice che spazza via tutto,ogni volta, senza soluzione di continuità. Pratiche visionate da parte di più persone, anche esterne all’ufficio, senza peraltro definire nulla.

Anzi dimostrando, da un lato che tutti possono fare tutto, in qualsiasi momento, ma dall’altro rilevando una evidente carenza nella conoscenza e quindi nella definizione della pratica. Mentre il malumore cresce e la situazione si fa sempre più ingestibile. Peraltro, da parte dei vertici, non sembra esserci volontà di portare a buon fine, l’obiettivo primario: - “Il tanto agognato pagamento dei contributi”. Ammesse e non concesse le notevoli problematiche dell’alquanto farraginosa procedura riguardante, proprio i contributi a partire dalla richiesta che sembra, così come predisposta e concepita, notevolmente difficoltosa nella comprensione e quindi nella compilazione da parte dei richiedenti e difficoltosa nel controllo da parte dei referenti che inviando, loro malgrado, le richieste incomplete non fanno altro che appesantire ed aggravare, il tutto, oberando di lavoro l’ONA, tutta. Costringendo al plurimo riesame di ogni pratica.

Inoltre, si evidenzia che la trattazione dei dati sensibili, quali sono quelli relativi ai contributi sia periodici che straordinari, dovrebbe essere acquisita e svolta dal personale di Segreteria delle sedi periferiche per l’invio all’ONA, dati, che rivestono una particolare riservatezza nella loro trattazione e conservazione. Concludendo, il tutto sembrerebbe disporre e far pensare che si voglia mettere in atto una sorta di melina, ovvero prendere tempo, al fine di portare alla chiusura definitiva dei battenti dell’Ente ONA, attraverso un percorso agonizzante, sofferente e pieno di incertezze. Lasciando, altresì, il personale, tutto, con una incognita: - “Quale il loro prossimo destino?”.

Tutto questo mentre si fa un gran parlare di “BENESSERE ORGANIZZATIVO” e di “STRESS DA LAVORO CORRELATO” nelle sedi istituzionali (Viminale e Isa), quando non si riesce neanche ad avere nell’ambito dell’amministrazione uno sportello di ascolto per il mobbing. Una vera e propria beffa alla luce della realtà dei fatti che ci impegnano fin qui narrati. Come sempre tante belle parole. Ma tra la teoria e l’applicazione il cammino è ancora tutto da percorrere. E nel frattempo i lavoratori guardano attoniti invano la soluzione all’annoso problema: - “STARE BENE IN UFFICIO”, luogo dove ormai si trascorre “MALE”, gran parte della nostra pesante e faticosa vita “PER QUATTRO BAIOCCHI”, “insufficienti al sostentamento della vita.”

Tra le righe un osservatore potrebbe rilevare che ci sia una volontà a far si che la situazione non cambi, cosicché più il personale viene sottoposto a pressione nel perdurare dello stato di disagio e di sofferenza, altresì, non possa essere impegnato in altre iniziative al fine di difendere “uniti” i propri diritti nell’affrontare i vertici. Una sorta di “dividi et impera”, motto questo amato da sempre da chi occupa posti di potere. Ma la chiave per vincere è sempre essere uniti. Da sempre si sa “L’unione fa la forza”. In questo una pura e semplice utopia. Quindi non resta che … lottare per la sopravvivenza! Magari iscrivendosi ad un apposito corso a proprie spese. Sperando ed aspettando, nel frattempo, di migrare in siti, si spera, migliori. Cosa ne pensate?

E per tornare all’ONA, calcisticamente parlando “squadra che vince non si cambia”, ma è un classico nello Stato che quello che funziona deve essere smantellato, o si fa in modo di rendere la vita impossibile al fine di far abbandonare il campo volontariamente, senza colpo ferire. Al fine di trovarsi sempre di fronte ad un problema che qualcun altro dovrà forse risolvere. Magari un ennesimo prefetto!!! Pagato profumatamente!!! Alle prese con un circolo vizioso senza fine fino alla consumazione dei secoli. Continuando l’inesorabile invasione prefettizia, dai compensi stratosferici. Certo in periodo di crisi è bene sapere anche i loro compensi!?!

 

Nel 2009 i valori lordi annui corrispondenti alle diverse componenti erano i seguenti:

 

Qualifica

Stipendio base

Retribuzione di posizione

Retribuzione di risultato

Prefetto

94.478,00

da € 40.757,74 a € 55.657,74

da € 5.045,00 a € 10.955,00

Viceprefetto

62.534,00

da € 19.916,00 a € 26.630,00

da € 3.884,00 a € 5.194,00

Viceprefetto aggiunto

45.003,00

da € 11.870,00 a € 17.289,00

da € 2.314,00 a € 3.372,00

Consigliere

36.002,40

-

 

 

… e vissero tutti infelici e scontenti. Tranne i prefetti... con quei numeri…!!!

 

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