In questi giorni c’è stato chi ha pubblicamente affermato che per i dipendenti delle provincie non c’è rischio licenziamento. Inoltre, è stato affermato che se anche alcuni licenziamenti si verificassero, le università potrebbero aggirare il problema di assumere alcuni (ex) dipendenti provinciali attraverso un “escamotage”.
USB ricorda che la cosiddetta abolizione delle provincie (sostituite da organi non eletti, quindi privi di copertura democratica) è sempre stata propedeutica all’eliminazione di quanti più dipendenti pubblici possibile. Questo il significato delle liste di mobilità per i dipendenti delle provincie considerati in soprannumero (Legge 23.12.14, n. 190, art. 1, commi 420 e seguenti - Legge di stabilità per il 2015).
USB si è attivata, da subito, anche su questo fronte allo scopo di denunciare questo ennesimo scempio sulla pelle dei lavoratori, delle loro famiglie (e dei cittadini, considerate le funzioni pubbliche svolte dalle provincie) e scongiurare che i dipendenti passino dalla mobilità alla disponibilità, anticamera del licenziamento.
Non c’è nulla di peggio per un sindacato che dover fronteggiare una doppia fragilità:
1) quella delle lavoratrici e lavoratori con contratti a tempo determinato, prorogati di anno in anno, che da anni attendono una vera legge nazionale di “stabilizzazione” del rapporto di lavoro (e non la beffa della roulette dell’ulteriore concorso pubblico);
2) quella delle lavoratrici e lavoratori provinciali con contratti a tempo indeterminato ai quali, per mere ragioni politiche-pubblicitarie, potrebbe venir detto di accomodarsi alla porta.
Certo, USB non può dire se e quanti alla fine saranno eventualmente licenziati. Proprio per questo non ci azzardiamo a dire che tutti si salveranno, conserveranno il proprio posto di lavoro e così via. Proprio per questo USB non propone “escamotage” che alimentano una guerra fra lavoratori.
Ci rattrista constatare che alcuni sminuiscano la portata e la gravità di quello che si sta verificando a livello nazionale in questo Paese: una vera e propria battaglia contro il mondo del lavoro (privato e pubblico) che si manifesta in tante forme diverse: precarizzazione del lavoro e della vita, taglio dello Stato sociale (scuola, sanità, università, ricerca e così via), affidamento dei servizi pubblici alle imprese, controriforma delle pensioni, diritti degradati a concessioni ed altro ancora.
USB chiama all’unità delle lavoratrici e dei lavoratori, al fare fronte comune con quanti sono quotidianamente impegnati a contrastare il progressivo impoverimento e arretramento sociale e culturale del nostro Paese.
USB - 20 aprile ‘15