Con lo stesso candore col quale aveva riconosciuto stanziamenti di risorse per i rinnovi contrattuali pubblici ben al di sotto dell'inflazione, il Ministro Zangrillo ha dichiarato che da qui ad otto anni "perderemo un milione di persone", intendendo che verranno a mancare un milione di lavoratrici e lavoratori nei servizi pubblici. Il problema è, come sempre, la soluzione che il Ministro fornisce, o meglio, l’assenza completa di soluzioni.
USB lo ha detto in tempi non sospetti, basandosi anche su una pubblicazione di un gruppo di accademici, che alla PA serviva un milione di assunzioni. Le assunzioni previste ad oggi sono insufficienti, in alcuni casi come nella Giustizia non ci sono risorse neanche per stabilizzare i preziosissimi quindicimila precari del PNRR.
Per quanto riguarda l’attrattività della PA, tema tanto caro al ministro, il rinnovo dei contratti sta confermando la drammaticità della questione salariale con risorse stanziate che coprono circa un terzo dell’inflazione, per cui i salari dei lavoratori pubblici usciranno dal rinnovo contrattuale con una perdita secca del potere d’acquisto.
Per i lavoratori che vengono assegnati a sedi diverse dalla propria residenza il caro affitti si mangia mediamente la metà del salario.
Il buono pasto è fermo a sette euro da circa dodici anni.
Quali sono caro ministro Zangrillo gli interventi che il suo Governo intende realizzare per rendere più attrattivo il settore pubblico? A costo zero non si può. O, come ha detto USB all’apertura del rinnovo del CCNL delle Funzioni Centrali, non si fanno le nozze con i fichi secchi.
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