“Saltellare”, è quello che il Ministro della Funzione Pubblica vorrebbe facessero i dipendenti pubblici, per dimostrare entusiasmo sul lavoro. E per farli saltellare vorrebbe utilizzare la premialità, ma ancora non ha trovato il modo.
Come abbiamo anche detto al tavolo, sarebbe già un buon punto di partenza stanziare le risorse adeguate al rinnovo dei contratti! In legge di bilancio sono stati stanziati 1775 milioni di euro nel triennio pari ad un recupero salariale del 1,95% a fronte di un'inflazione prevista dall'ISTAT al 4,2% (IPCA)! Con queste risorse i lavoratori non recupereranno neanche l'inflazione del triennio, senza parlare di quanto perso con il blocco contrattuale e che continuiamo a pretendere che venga restituito.
E il ministro ci viene a parlare di premialità!
A parte alcune sfumature la musica non cambia. Le risorse per il pubblico impiego sono sempre gentili concessioni e non diritti di lavoratori che ogni giorno vanno negli ospedali, nelle scuole, negli uffici, per fornire, tra mille difficoltà e sottopagati, servizi fondamentali per i cittadini. Diventando, peraltro, automaticamente il terminale delle istituzioni sui quali i cittadini scaricano la frustrazione e la rabbia per uno Stato Sociale che è stato ormai completamente smantellato.
L’Unione Sindacale di Base ha dato una valutazione complessivamente negativa dei provvedimenti, tenuto conto che, in un quadro generale che attesta drammaticamente il fallimento del modello sociale figlio delle privatizzazioni, sarebbero serviti provvedimenti di ben altra portata. Nel dettaglio, oltre a rivendicare aumenti veri che compensino anche quanto perduto nel blocco contrattuale, abbiamo chiesto che si sblocchino i salari accessori, che si riveda il sistema di relazioni sindacali a partire dalla “depenalizzazione” della non firma sui contratti, che si riveda l'assetto dei comparti di contrattazione, che vengano finanziate, al pari del comparto sicurezza, le riforme degli ordinamenti professionali necessarie a tutti i comparti, che nell'ambito delle assunzioni annunciate rientrino anche precari, LSU, ex LSU ATA e reinternalizzazioni di servizi.
Dopo la manifestazione del 20 per le nazionalizzazioni, valuteremo negli organismi come proseguire la nostra lotta per la difesa dei diritti dei lavoratori pubblici e per il rilancio della PA. Intanto non si fermano le tantissime vertenze aperte, dagli LSU in stato di agitazione, alla Ricerca che il 22 novembre sarà in piazza davanti al Parlamento per chiedere interventi di rilancio del settore, fino alla Scuola in sciopero il 30 novembre su una piattaforma molto articolata che comprende anche la stabilizzazione degli ex LSU ATA.
Per i “saltelli” che tanto piacciono al Ministro, c’è ancora tanta strada da fare.
Unione Sindacale di Base Pubblico Impiego