Lavoratori,
secondo la Commissione Europea, la crisi economica sta avendo conseguenze sul mercato del lavoro, quindi, anche le pensioni ne subiranno gli effetti .
Gli effetti precisi della crisi finanziaria saranno diversificati anche in funzione dei vari tipi di regimi pensionistici che esistono in ogni Stato membro e dell’importanza relativa di ciascuno di loro nei diversi contesti nazionali.
I regimi pubblici obbligatori, detti regimi a ripartizione, alimentati soprattutto dai contributi dei lavoratori in attività, permettono ai lavoratori che attendono la pensione di sopportare adattamenti a lungo termine, che potrànno essere introdotti gradualmente.
Esistono poi i fondi pensione per capitalizzazione, dove il lavoratore che aderisce assume il rischio di investimento in quanto il capitale investito è soggetto all’ andamento del mercato e quindi il rendimento dopo un certo numero di anni può essere anche negativo.
La cosiddetta previdenza integrativa si basa sui fondi pensione.
Le “riforme” pensionistiche succedutesi nel nostro paese hanno come effetto una diminuzione dei coefficienti di calcolo dell’ assegno pensionistco (per chi lo riceverà...!), che potrà essere pari al 60% dello stipendio. Ecco che ai lavoratori viene “consigliato” di sottoscrivere una previdenza integrativa (leggi fondo pensione), di investire una parte dello stipendio per per poter avere, un giorno, una pensione decente.
Per quanto riguarda l’Italia, la copertura della previdenza integrativa riguarda ancora una minima parte della popolazione e nei prossimi anni è prevista in crescita ma “non in maniera enorme”.
Secondo la Commissione Europea, la sfida principale per l’Italia deve consistere nel garantire pensioni adeguate ai futuri pensionati. La Commissione definisce “insoddisfacente” lo sviluppo dei fondi del nostro Paese, e questo a causa dei “bassi tassi di copertura tra i giovani e i lavoratori a basso reddito, le donne e, più in generale, le piccole aziende e le regioni del Sud”.
LE PENSIONI INTEGRATIVE SONO UN PROGETTO EUROPEO E I SINDACATI SIA CONFEDERATI CHE
AUTONOMI HANNO GIÀ LE ASSICURAZIONI ALLE SPALLE!!!
La crisi economica, la drammatica perdita del potere d’acquisto dei salari (per chi ancora possiede un salario...) impedisce non solo di distogliere anche una piccola somma per una eventuale previdenza integrativa, ma mette a rischio la sopravvivenza stessa delle famiglie.
Sono le pensioni dei nonni a “salvare” i bilanci per più di una famiglia su tre. Ben il 37% delle famiglie che “possiede” un pensionato in famiglia ritiene la sua presenza economica è determinante per contribuire al reddito complessivo, oltre ad un valido aiuto per accudire i nipoti al di fuori degli asili e della scuola.
Appena il 7% degli italiani oggi considera i pensionati un peso o un ostacolo.
La presenza, quindi, di un nonno in famiglia si sta dimostrando, nei fatti, fondamentale per non far sprofondare nelle difficoltà della crisi moltissimi cittadini come dimostra il fatto che il 37% degli italiani ha chiesto aiuto economico ai genitori, secondo una indagine Coldiretti-Ixe’.
“La presenza degli anziani all’interno della famiglia in generale, e di quella agricola in particolare, è stata considerata come una forma arcaica da superare mentre con la crisi si sta dimostrando fondamentale per affrontare le difficoltà economiche e sociali di molti cittadini” ha affermato la Coldiretti.
In Italia ci sono più di 800 mila pensionati coltivatori diretti con pensioni inferiori o integrate al minimo di 480 euro al mese che stanno vivendo un periodo estremamente difficile ma che, nonostante questo, contribuiscono in misura determinante al sostegno delle famiglie.
QUINDI…!!! ALTRO CHE PENSIONE INTEGRATIVA.... CERCASI NONNO DISPERATAMENTE!!!
…PER MEGLIO SUPERARE LA CRISI ADOTTIAMO UN ANZIANO OPPURE COMINCIAMO A SVEGLIARCI!!!