Icona Facebook Icona Twitter Icona Instagram Icona Telegram Icona Youtube Icona Rss

Pensionati

PENSIONI: ROVESCIARE IL TAVOLO!!


Torna la concertazione tra Governo e Cgil, Cisl e Uil sul tema pensioni e occupazione. A ridosso del voto sulle modifiche alla Costituzione, o meglio sullo stravolgimento della nostra Carta Costituzionale, Renzi e Poletti cercano di conquistarsi la neutralità confederale offrendo la ripresa delle relazioni e  ottenere il via libera all’ennesima truffa della flessibilità in uscita.

SUL TAVOLO C’E’ DI TUTTO UN PO’.  MENO CHE QUELLO CHE SERVE!!

C’è la flessibilità a pagamento, ovvero la possibilità, limitata a chi è nato tra il ‘50 e il ‘53 di andare via un po’ prima di quanto previsto dalla Fornero, ma a caro prezzo e ipotecando la propria pensione futura.
Si vagheggia di un possibile riscatto “parziale” della laurea che non si capisce più a cosa serva se non esiste più la pensione di anzianità

MANCANO PERO’ QUESTIONI FONDAMENTALI!!

Innanzitutto manca il ritorno ai 60 anni di età o ai 40 di contributi. Nessuno mette in discussione i famigerati 67 anni di età per le pensioni di vecchiaia che devono tornare a 60 anni per le donne e 65 per gli uomini. Questa è la vera riforma da fare, cancellando gli effetti disastrosi creati dalla Fornero non solo per chi attende di andare in pensione ma per milioni di giovani che non trovano lavoro.
 
Non si accenna alla necessità di portare le pensioni minime almeno alla soglia degli 800 euro,
Non si parla delle ricongiunzioni “onerose” cioè la gabella da pagare per chi incolpevolmente ha lavorato sotto regime INPS e INPDAP e deve versare decine di migliaia di euro per vedersi riconosciuta l’intera contribuzione utile al calcolo della pensione.

Non si affronta il problema contributivo degli LSU che hanno dimostrato in migliaia nelle scorse settimane paralizzando il centro di Roma, per chiedere che i loro contributi valgano anche ai fini del calcolo della pensione e non solo ai fini dell’anzianità pensionistica come previsto ora .

Non si discute dell’assurda discriminazione che subiscono i lavoratori del pubblico impiego a cui il Trattamento di Fine Servizio viene liquidato due anni dopo l’andata in pensione, sebbene siano in tutto e per tutto soldi dei lavoratori accantonati e differiti a fine rapporto.
 
NESSUN TAVOLO SENZA DI NOI!

NON FACCIAMOCI RAPPRESENTARE DA CHI NON CI RAPPRESENTA!