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Per FS è procurato allarme far sapere che i treni ad alta velocità sono pericolosi!!

Nazionale,

In allegato la contestazione delle FS a De Angelis del 24 luglio e la risposta, e un documento dei RLS delle FS

E' ferragosto ... Trenitalia aproffita e licenzia Dante De Angelis, RLS (Rappresentante Lavoratoti Sicurezza), del deposito macchinisti di Roma S.Lorenzo.



Per Moretti e le FS De Angelis, si è “macchiato di una grave colpa”, aver svolto le sue funzioni di RLS portando all'attenzione dell'opinione pubblica un quesito non irrilevante: la rottura di un gancio di un Eurostar, come di qualsiasi altro convoglio ferroviario, può costituire un incidente potenzialmente pericoloso?



Una dubbio motivato dal fatto che con ogni probabilità la rottura del treno sia stata dovuta  dall'usura e dalla carenza di manutenzione e non per un errore umano.



Trenitalia ha scelto di giocare pesante, esplicitando la sua posizione, adottando un provvedimento sproporzionato ... licenziandolo, senza tenere conto del ruolo di questo macchinista e dell'argomento su cui è intervenuto che è di interesse collettivo: la sicurezza ferroviaria.



Questo atto di Trenitalia, licenziamento, è chiaramente intimidatorio nonostante  abbia ammesso, dopo le osservazioni di De Angelis, un “difetto di progettazione” degli ETR 500.



Questo licenziamento segue quello di otto tecnici manutentori delle officine di Genova ... anche in questo caso un atto sproporzionato rispetto alle mancanze contestate.



Questi atti la dicono lunga sulle intenzioni della Società vuole chiudere la bocca a chi osa mettere in evidenza possibili lacune e gli 8 licenziamenti servono a veicolare la convinzione tra gli utenti che le difficoltà manutentive sia imputabili a lavoratori “furbetti oltrechè fannulloni” glissando sulle proprie responsabilità.



Ora, a conferma che, probabilmente, qualche problema sulla manutenzione dei mezzi c'è, il procuratore vicario Raffaelle Guariniello ha aperto un fascicolo giudiziario sull'assenza, nelle procedure di Trenitalia, di “valutazione del rischio di spezzettamento dei treni ed in particolare degli ETR” con ricadute sulla sicurezza dei ferrovieri e dei passeggeri.



Il quotidiano “La Stampa” della cronaca di Torino del 12 agosto afferma che il procuratore vicario F. Guariniello “ ...ha scoperto che i controlli sui tenditori erano a campione ...” e, ancora, ha scritto che : “... Trenitalia si è impegnata a farne centinaia – il 30% del totale – per valutarne le reazioni alle vibrazioni ...”



In replica, a quanto portato a giustificazione da Moretti che ha parlato di “... dissatenzione dei macchinisti ...”, il magistrato ha posto una domanda a cui le FS: “Se un passeggero, con l'ETR a 300 all'ora, aziona un freno di emergenza, come reagiscono i tenditori?”



La CUB Trasporti respinge la tecnica del licenziamento “facile” in quanto è un grave atto antisindacale che evidenzia le difficoltà e le gravi  responsabilità delle FS ed è al fianco dei lavoratori ingiustamente colpiti.

 

 

 

 CUB Trasporti

 visita il sito CUB Trasporti

 

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Intervista a De Angelis su Corriere TV, clicca qui


19 agosto 2008 - La Repubblica

Ferrovie, altri licenziamenti in arrivo
A Treviso indagine per false timbrature. Caso De Angelis, ancora bufera Pavan (Cisl Veneto): provvedimenti eccessivi, attenti all´effetto Brunetta
di LUCA PAGNI

MILANO - Nonostante gli attacchi politici di entrambi gli schieramenti, le critiche delle associazioni dei consumatori e le minacce di sciopero da parte dei sindacati, Trenitalia non si ferma più. Il licenziamento del macchinista Dante De Angelis - reo di «aver dato notizie false sulla sicurezza dei treni» - appare sempre meno un caso isolato. Nelle vecchie Fs si continua a perdere il posto se c´è qualcuno che timbra il cartellino al tuo posto: dopo il caso dell´altro giorno a Genova (otto ferrovieri licenziati), ieri è stata la volta di Treviso con cinque addetti alla manutenzione al centro di un´indagine interna che potrebbe portare al licenziamento perché si facevano coprire da un collega e se ne andavano prima a casa. Un nuovo episodio che non potrà non avere reazioni a livello di relazioni industriali: «È tutta colpa dell´effetto Brunetta - è partito subito all´attacco il responsabile trasporto della Cisl del Veneto, Flavio Pavan - la timbratura collettiva del cartellino è una consuetudine tollerata che va redarguita, da qui a licenziare però ce ne passa».
Così come anche ieri non sono mancate le reazioni al caso De Angelis. Il macchinista - nonché rappresentante sindacale - ha ricevuto ieri la lettera ufficiale di licenziamento in seguito alle sue denunce sugli incidenti avvenuti il 14 e 22 luglio, quando a Milano si sono spezzati due treni Eurostar. Un provvedimento clamoroso che ieri ha trovato un unico difensore, il presidente delle Fs, Innocenzo Cippolletta, il quale ha precisato che il macchinista è stato lasciato a piedi «non perché ha denunciato un incidente, ma perché ha dato delle informazioni false riguardo la manutenzione dei treni diffondendo l´idea di treni insicuri con un grave danno economico e di immagine per l´azienda». Da parte sua De Angelis ha ammesso di aver esagerato ma ha sostenuto di essere vittima «di un´ingiustizia» e ha rivendicato il suo diritto alla denuncia anche in quanto lavoratore: «Credevo fosse un mio dovere segnalare un potenziale problema». Il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, parla di «caso controverso. L´azienda può dire che le opinioni di De Angelis le procurano un forte danno però è anche un lavoratore che può segnalare pericoli. Temo che questi comportamenti obbediscano a logiche volte a coprire altre carenze che finora non sono state denunciate nelle Ferrovie». Il leader storico dei Cobas dei macchinisti, Ezio Gallori, in una lettera invita all´ad di Trenitalia Vincenzo Soprano a «curare di più l´eliminazione delle zecche sui treni e lasciare perdere le innocue dichiarazioni di De Angelis».
Ma se il numero uno di Fs, Mario Moretti pensava di trovare sostegno politico alla sua iniziativa si è sbagliato. Scontata la polemica a sinistra: l´ex ministro di Rifondazione Paolo Ferrero ha definito il licenziamento «una vigliaccata» e ha chiamato «la sinistra a mobilitarsi affinché i vertici aziendali facciano dietro-front». Il centrodestra, invece, utilizza l´episodio per chiedere la testa di Moretti. Lo fa il presidente vicario del gruppo Pdl alla Camera Italo Bocchino per il quale governo e Parlamento «devono urgentemente avviare una profonda riflessione sulla qualità delle ferrovie e sull´adeguatezza dei suoi manager troppo politicizzati e poco inclini a garantire al paese un servizio di stampo occidentale». E se il sindacato SdL annuncia di aver avviato le procedure per uno sciopero nazionale, De Angelis incassa sostegno di Adusbef e Federconsumatori. Chiedono che venga reintegrato «pena il consolidamento di una opinione che i cittadini hanno sulla sicurezza del trasporto ferroviario».


18 agosto 2008 - Adnkronos

FS: CODACONS, DOPO DE ANGELIS SIA LICENZIATO L'AD MORETTI

Roma, 18 ago. (Adnkronos) - Dopo il licenziamento del macchinista delle Ferrovie dello Stato Dante De Angelis stessa sorte dovrebbe subire l'ad della societa' Mauro Moretti. E' quanto afferma polemicamente il Codacons in una nota.


18 agosto 2008 - Il Manifesto

SICUREZZA DE ANGELIS
«Cacciato con la polizia, spero non per vendetta»
Parla il macchinista licenziato. Macchinista «amico» del «manifesto» e da sempre in lotta per avere ferrovie più sicure, si era rifiutato di guidare un treno con l'«uomo morto». Già Trenitalia aveva provato a cacciarlo per aver «parlato» con Report. Ora il nuovo tentativo, a sorpresa. Dopo aver segnalato due incidenti
di Loris Campetti

Milano - Dante De Angelis, macchinista ferroviere. E qualcosa di più: è la coscienza critica, la punta di diamante del movimento che si batte per la sicurezza sui treni - per chi ci lavora, per chi ci viaggia, per gli operai che operano lungo le linee ferroviarie, spesso dipendenti da ditte d'appalto in cui quel che conta è tenere bassi i costi del lavoro.
Insomma, Dante è un Rappresentante lavoratori per la sicurezza (Rls), l'unica sicurezza che non fa notizia, salvo nel giorno in cui si contano i morti. Il giorno di Ferragosto è stato licenziato dalle Ferrovie dello stato con l'accusa di aver denigrato l'azienda. La sua colpa? Aver sostenuto pubblicamente che dietro le continue rotture dei treni italiani, a partire dall'Etr500 che è la bandiera del nostro sistema ferroviario, potrebbe esserci un problema di usura: «Se si spezza il gancio vuol dire che controllo e manutenzione lasciano a desiderare». Dante collabora da tempo con il manifesto, ed è grazie alla sua disponibilità che abbiamo potuto raccontare le dinamiche di gravi incidenti, i problemi dell'organizzazione del lavoro e della sicurezza, le assemblee dei ferrovieri. Alcune organizzate proprio da lui per sostenere il nostro giornale nel corso dell'ultima (anzi, penultima) crisi economica.
Dante, come sei venuto a conoscenza del tuo licenziamento?
Nel peggiore dei modi: ieri (a Ferragosto, ndr) mi sono recato al lavoro alla sede dell'Officina manutenzione Alta velocità, scalo di San Lorenzo, a Roma, per prendere la guida dell'Etr Roma-Rimini. Avevo chiesto un giorno di ferie ma non mi era stato concesso, «per motivi di servizio». Invece del treno, però, mi hanno consegnato la lettera di licenziamento. Io ho resistito un po' ad accettare quel provvedimento inaudito e a quel punto hanno chiamato la polizia. Sì, sono stato licenziato con l'intervento della polizia. Solo dopo ho scoperto che il 14 agosto era arrivata a casa mia una lettera in cui mi si informava che sarei dovuto andare a ritirare un atto. Ma io quel giorno non ero in casa, cosicché la lettera l'ho trovata solo oggi.
Come è maturato il tuo licenziamento?
Il 14 luglio si era spezzato un treno a Milano, si è trattato di un incidente molto pericoloso che avrebbe potuto provocare una tragedia. Come Assemblea dei delegati dei ferrovieri (vi fanno parte Rls iscritti a diversi sindacati, dalla Cgil all'Orsa che è l'organizzazione di Dante, dai Cub al Fest Ferrovie, ndr) ne abbiamo dato notizia, io ho avanzato dubbi sui sistemi di controllo e sulla manutenzione dei treni e una preoccupazione dello stesso tenore l'abbiamo formalizzata in una lettera spedita all'amministratore delegato Moretti e al ministro dei trasporti Mattioli. Per questo sono stato accusato di aver violato ogni codice, etico, civile, penale. Peccato che pochi giorni dopo, il 22 luglio, ancora a Milano, s'è spezzato un altro treno e lo stesso Moretti rispondendo a un giornalista ha ammesso l'esistenza di qualche problema sugli Etr500. Nonostante ciò, l'avvio di un procedimento nei miei confronti si è trasformato in licenziamento in tronco.
Evidentemente Dante De Angelis è visto dall'azienda non come una risorsa per individuare e risolvere i problemi ma come un problema, un fastidio di cui liberarsi. Davanti alle critiche sulla sicurezza del nostro sistema ferroviario, l'azienda risponde con la repressione su iniziativa del suo amministratore delegato, che alle Ferrovie è arrivato direttamente dal vertice della Cgil.
Non vorrei che il mio licenziamento sia un atto di vendetta, una ripicca. Forse perché io, insieme ad altri colleghi, ho fatto opposizione all'archiviazione che avrebbe salvato Moretti e altri due dirigenti delle Ferrovie, Elia e Paganelli, dall'accusa di omicidio colposo per la strage di Crevalcore (uno scontro tra due treni nel gennaio del 2005 che ha provocato 17 morti e 80 feriti, ndr). Il giudice aveva accolto la nostra tesi e tra poco, il 23 settembre, si terrà la prima udienza del processo con l'interrogatorio di Moretti nella veste di imputato. Ho il timore che tra questo fatto e il mio licenziamento ci sia un legame».
Naturalmente questa partita, aperta dalle nostre Ferrovie con un fallo grave - e non è il primo ai danni di Dante - è solo all'inizio. Ci aspettiamo di vedere in campo, accanto a De Angelis, i sindacati al completo. E tutti quelli che hanno a cuore i diritti e la sicurezza di chi lavora e di chi viaggia in treno.


18 agosto 2008 - La Repubblica

Petizione on line per chiedere il reintegro di De Angelis
Ferroviere licenziato bufera su Trenitalia
Denunciò il caso dell´Eurostar spezzato. Diliberto: azioni in tutta Italia
di DAVIDE CARLUCCI

MILANO - C´è chi propone «il boicottaggio delle Fs» e chi invoca lo «sciopero subito». Chi dice: «Adesso licenziateci tutti» e chi è pronto a «ripetere in pubblico il commento incriminato». Così ferrovieri, pendolari e cittadini indignati motivano la loro adesione alla petizione online lanciata dall´organizzazione "Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza". Chiedono il reintegro di Dante De Angelis, il sindacalista licenziato per aver denunciato il caso dell´Eurostar spezzato, l´incidente avvenuto il 14 luglio a Milano mentre il treno era in fase di manovra.
La raccolta di firme, rilanciata anche dal sito di Beppe Grillo, sembra la prima di una serie di iniziative di protesta contro il provvedimento di Trenitalia per punire il delegato, leader storico dei macchinisti, che in un´intervista aveva ricollegato l´incidente - su cui indaga la procura di Milano - alla mancanza di «controlli sulla manutenzione e usura». I sindacati di base «si preparano allo sciopero», annuncia Alessandro Pelegatta, della Cub. La Fast Emilia Romagna ne ha già proclamato uno per il 6 settembre.
Il vice presidente dei senatori del Pd, Luigi Zanda, si rivolge invece al governo: «Riferisca in Parlamento, spieghi cosa sta succedendo nelle ferrovie. Nelle scorse settimane ci sono stati due incidenti molto pericolosi che hanno fatto ipotizzare errori di progettazione agli stessi vertici dell´azienda. Il minimo che possa fare un delegato alla sicurezza è segnalare i punti di pericolo». Oliviero Diliberto annuncia che i Comunisti italiani «si mobiliteranno con azioni in tutt´Italia a sostegno di De Angelis», colpito da «un provvedimento antisindacale». Ma la levata di scudi è trasversale. Protestano l´Italia dei valori, Rifondazione comunista e Maurizio Ronconi, dell´Udc, che dice: «Licenzino gli amministratori». Secondo Amedeo Laboccetta, del Pdl, il provvedimento «rivela come in Italia oggi esista una vera e propria emergenza ferroviaria». Per Beppe Giulietti, portavoce dell´associazione Articolo 21, si è creato un pericoloso precedente. «Nei confronti del sindacalista è stato configurato una sorta di ‘reato di opinione´. Le sue denunce, secondo Fs, avrebbero danneggiato l´immagine dell´azienda. Questa motivazione potrebbe essere estesa a cento casi simili».


18 agosto 2008 - Rainews 24

Macchinista licenziato, è scontro
Il Codacons: "Stesso trattamento per l'ad Moretti"

Monta la polemica sul licenziamento del macchinista delle Ferrovie Dante De Angelis. Il provvedimento preso a Ferragosto è stato motivato dal "procurato allarme" prodotto dalle dichiarazioni di De Angelis sulla sicurezza dei treni. Insieme ad altri ferrovieri aveva dato notizie, insieme ad altri ferrovieri, di gravi incidenti avvenuti su due Eurostar il 14 e 22 luglio scorsi. "E' stato licenziato non perché ha denunciato un incidente - ha ribadito oggi il presidente di Trenitalia Innocenzo Cipolletta - ma perché ha fatto delle affermazioni false riguardo la manutenzione dei treni diffondendo l'idea di treni insicuri con un grave danno economico e di immagine per l'azienda". "Se la denuncia riguarda un fatto reale - ha aggiunto l'ex presidente di Confindustria - è giusto che ogni lavoratore la faccia, ma se vengono dette cose false e dannose per l'azienda è inevitabile il licenziamento e anche la richiesta di danni". De Angelis, 47 anni, da 30 in ferrovia, si dice molto preoccupato e addolorato: "Ho subito un'ingiustizia perché ho fatto solo il mio dovere nell'interesse di tutti, anche della stessa azienda".
Le reazioni dei sindacati
Per lui, macchinista e sindacalista, si tratta del secondo licenziamento. La prima volta era stato allontanato dall'azienda per aver partecipato ad una protesta contro il sistema di sicurezza delle ferrovie. Poi era stato reintegrato. In un attimo è partito un tam tam di dichiarazioni di esponenti sindacali e di sinistra. Cremaschi della Fiom ha parlato "fascismo aziendale", Oliviero Diliberto del Pdci ha parlato di "provvedimento antisindacale" e ha chiesto che Trenitalia "in un sussulto di lucidità ritiri quel licenziamento". "Dichiarare la guerra ai macchinisti, come le Fs sembrano voler fare con il licenziamento di Dante De Angelis a Ferragosto, è atto infausto perché il 50 per cento della regolarità del servizio è dovuta ai macchinisti, al loro stato d'animo, al loro impegno". Lo ha detto Ezio Gallori, leader storico dei Cobas dei macchinisti e animatore della rivista dei ferrovieri "Ancora in marcia", che ha rivelato il licenziamento. Gallori chiede a Trenitalia di curare di più "l'eliminazione delle zecche sui treni e a lasciar perdere le innocue dichiarazioni di Dante De Angelis".
Il Codacons si schiera con De Angelis
Anche le associazioni dei consumatori si sono schierate contro il licenziamento del macchinista. Il Codacons chiede "che le Ferrovie dello Stato riservino per l'amministratore delegato Mauro Moretti lo stesso trattamento messo in atto nei confronti di De Angelis, procedendo con un licenziamento immediato". "Gli incidenti avvenuti negli ultimi due anni e sotto la sua responsabilità - riporta una nota del Codacons -sono la dimostrazione di quanto sia grave la situazione, un emergenza che è già costata un ingiustificato numero di morti e feriti e per la quale pretendiamo interventi immediati e decisi".
"Reazioni schizofreniche"
Cazzola, del Pdl, attacca i sindacati che avrebbero utilizzato due pesi e due misure nei recenti casi di licenziamento. "Gli otto ferrivieri licenziati di Genova - spiega il parlamentare del Pdl - vengono abbandonati ad un destino cinico e baro, anche dai sindacati, nonostante che le loro sembrino irregolarità più formali che sostanziali, nel senso che i sette avrebbero effettuato davvero le ore che l'ottavo collega aveva certificato per tutti al momento della cessazione dal servizio". Viceversa, "Dante De Angelis trova tanti difensori - prosegue - benché lo stesso sarebbe da tempo fuori dall'azienda se i vertici delle Ferrovie, due anni or sono, non si fossero indecorosamente arresi ai diktat sindacali".


18 agosto 2008 - Tribuna di Treviso/Nuova Venezia/Mattino di Padova

E’ POLEMICA SUL MACCHINISTA LICENZIATO
«Trenitalia riassuma De Angelis»
Sinistra e Cobas: punito perché ha rivelato i rischi dell’Eurostar

ROMA - Anche una petizione online per il reintegro del macchinista Dante De Angelis, licenziato da Trenitalia per le sue dichiarazioni in materia di «Eurostar spezzati». Lanciato sul web dall’organizzazione Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, l’appello afferma che De Angelis «si è limitato a ricordare come lo spezzamento degli Eurostar a Milano il 14 e il 22 luglio, sia stato un incidente molto pericoloso e costituisca un campanello d’allarme».
Tutte di segno negativo le reazioni alla decisione delle Ferrovie, da parte delle forze politiche. «Il licenziamento, al di là del merito della questione, sul quale si auspica che la magistratura faccia pronta chiarezza, rivela come in Italia oggi esista una vera e propria emergenza ferroviaria, in termini di sicurezza, efficienza e gestione di una delle modalità di trasporto decisive nelle infrastrutture del Paese»: parole del deputato del Pdl Amedeo Laboccetta, del direttivo del gruppo alla Camera. «Appare scontato», prosegue il parlamentare «ricordare che la modernizzazione infrastrutturale del Paese passa per una moderna e funzionale rete ferroviaria, soprattutto al Sud. I fatti mostrano come siamo in presenza di un’autentica emergenza ferroviaria fatta di imperdonabili ritardi e insufficienze gestionali. Il licenziamento è una risposta grossolana a problemi seri e gravi. Credo che il Governo, come ha fatto in altri ambiti, debba mettere in agenda la questione della modernizzazione ferroviaria».
«Non posso credere che il ferroviere De Angelis sia stato licenziato per il contenuto delle sue dichiarazioni, Chiederò al governo di venire in Parlamento a spiegare cosa sta succedendo nelle nostre Ferrovie», commenta il vicepresidente dei senatori del Pd Luigi Zanda «nelle scorse settimane ci sono stati due incidenti ferroviari potenzialmente molto pericolosi che hanno fatto ipotizzare errori di progettazione agli stessi vertici delle Ferrovie. In queste circostanze il minimo che possa fare un delegato alla sicurezza, un macchinista, è segnalare i punti di pericolo, i rischi per i passeggeri e il personale viaggiante, le carenze organizzative». «Vedremo nel dettaglio le formali ragioni del licenziamento», conclude Zanda «per ora appare un provvedimento disciplinare vistosamente carente nella motivazione e comunque sproporzionato. Apparentemente è come se le Ferrovie abbiano voluto dare un esempio. In un modo un pò rozzo il vertice di Fs fa sapere che in azienda vige un regime autoritario e che sui livelli di sicurezza non è contemplato il confronto, neanche con il sindacato».
«Trenitalia ha aspettato Ferragosto per licenziare la seconda volta Dante De Angelis, è un provvedimento antisindacale. In un sussulto di lucidità il vertice di Trenitalia ritiri quel licenziamento», chiede il segretario del Pdci Oliviero Diliberto. Che prosegue: «Un dipendente che lavora per la sicurezza dei viaggiatori, il primo patrimonio di un’azienda come Trenitalia, dovrebbe avere altro trattamento dall’azienda. I Comunisti Italiani si mobiliteranno a favore di De Angelis con azioni di sostegno in tutta Italia».
«Dichiarare la guerra ai macchinisti, come le Fs sembrano voler fare con questo licenziamento, è atto infausto perché il 50 per cento della regolarità del servizio è dovuta ai macchinisti, al loro stato d’animo, al loro impegno», fa sapere Ezio Gallori, leader storico dei Cobas dei macchinisti e animatore della rivista dei ferrovieri «Ancora in marcia», che ha rivelato il licenziamento. Gallori ha aggiunto che «Purtroppo è una fase in cui vanno di moda i cosiddetti "duri" che sanno solo punire e licenziare. Di sicuro nelle Ferrovie questo è un atteggiamento controproducente. L’opera dei macchinisti è fondamentale per garantire un servizio le cui condizioni mutano ogni giorno e non va disincentivata».


18 agosto 2008 - Trentino/Nuova Ferrara/ Gazzetta di Reggio, Modena, Mantova/Corriere delle Alpi/Città di Salerno/Alto Adige

IL MACCHINISTA LICENZIATO
Gallori avverte le Fs: è una dichiarazione di guerra

«Dichiarare la guerra ai macchinisti, come le Fs sembrano voler fare con il licenziamento di Dante De Angelis a Ferragosto, è atto infausto perchè il 50 per cento della regolarità del servizio è dovuta ai macchinisti, al loro stato d’animo, al loro impegno». Lo ha detto Ezio Gallori, leader storico dei Cobas dei macchinisti e animatore della rivista dei ferrovieri ‘Ancora in marcia’, che ha rivelato il licenziamento. Gallori ha commentato la vicenda aggiungendo che «purtroppo è una fase in cui vanno di moda i cosiddetti ‘uomini duri’ che sanno solo punire e licenziare. Di sicuro nelle ferrovie questo è un atteggiamento controproducente, che non paga.


18 agosto 2008 - Il Tirreno

Macchinista licenziato. Diliberto: una vendetta. Gallori: così è guerra
Damiano: le Fs tornino indietro

ROMA - Una petizione online per il reintegro del macchinista Dante De Angelis, licenziato dopo essere intervenuto sulla vicenda degli Eurostar spezzati, è stata organizzata dall’organizzazione ’Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza’. Nella petizione si chiede «il reintegro immediato» del macchinista colpevole solo di aver ricordato che «lo spezzamento degli Eurostar a Milano il 14 e il 22 luglio scorsi, sono stati incidenti molto pericolosi, e un campanello d’allarme, che pone con forza all‘attenzione di tutti la questione della manutenzione, della progettazione e dei controlli sugli Etr». Per l’ex ministro del lavoro Cesare Damiano l’episodio del licenziamentoche «desta allarme». Da qui l’invito all’azienda a tornare sui suoi passi. Secondo l’ex ministro del Lavoro, «è la scelta di un giro di vite che pare sproporzionato». Per Oliviero Diliberto a Manuela Palermi (Pdci) si tratta di «un licenziamento assurdo dal chiaro sapore di vendetta». Il vicepresidente dei senatori Pd Luigi Zanda ha chiesto al governo di riferire in aula, mentre per Gallori, leader storico dei Cobas macchinisti «dichiarare la guerra ai macchinisti è atto infausto».


18 agosto 2008 - QN quotidiano nazionale

Pugno duro delle Fs
minaccia: «Senza di noi salta il servizio»
di ETTORE TAZZIOLI

ROMA — IL BELLO (o il brutto, vedete voi) di tutto il pandemonio suscitato dal licenziamento da parte di Fs del macchinista Dante De Angelis, è che, in disaccordo su quasi tutto, i due contendenti, sindacalista e azienda, concordano su un punto: le nostre ferrovie sono tra le più sicure d’Europa. Lo ha puntigliosamente ribadito l’azienda, quando è scoppiato il caso degli Etr «spezzati» in manovra. «Le Ferrovie dello Stato vantano il primato della sicurezza in Europa e nel mondo, attestato da organismi internazionali — tuonò Fs — Su questo tema l’azienda non può accettare strumentalizzazioni che ne compromettano la credibilità». Detto e fatto, partì allora, a metà luglio, la procedura del licenziamento di De Angelis di cui adesso si discute. Ma lo stesso sindacalista, in quei giorni, si preoccupò di aggiustare il tiro. «Non vorrei che le mie dichiarazioni servissero a gettare un allarme generale sullo stato della sicurezza delle nostre ferrovie, che sono invece tra le più sicure d’Europa». Ma ormai la rottura era insanabile, almeno nelle teste dei dirigenti Fs che hanno deciso di procedere col licenziamento. E adesso Fs si trova un muro di reazioni avverse, da parte sindacale in primis, ma pure la politica non gradisce: dal governo e dall’opposizione arrivano parole decise perchè si riconsideri il provvedimento. FRA LE FORZE di governo sembra che la scelta di Fs proprio non piaccia. Lo ha detto subito il sottosegretario Franceso Giro (Pdl) parlando di «fatto anomalo» e chiedendo chiarimenti. E Amedeo La Boccetta, del direttivo Pdl alla Camera, sottolinea come «il licenziamento è una risposta grossolana a problemi seri e gravi. Credo che il governo debba mettere in agenda la questione della modernizzazione ferroviaria». Dall’opposizione, il vicepresidente dei senatori del Pd, Luigi Zanda chiede che il governo «venga in Parlamento a spiegare cosa sta succedendo nelle nostre ferrovie», mentre Cesare Damiano, viceministro del Lavoro nel governo ombra Pd parla di «giro di vite sproporzionato, come se le Fs avessero voluto dare un esempio» e auspica una ripresa del dialogo fra azienda e lavoratori sui temi della sicurezza. «Prima di licenziare in tronco un padre di famiglia, un’azienda come le ferrovie dovrebbe pensarci bene — dice Maurizio Ronconi (Udc) — Se questo dovesse essere il metro, prima di De Angelis sarebbero da licenziare tanti amministratori che non sono ancora riusciti a rendere accettabile il servizio pubblico». Il segretario dei Comunisti italiani Oliviero Diliberto chiede che «in un sussulto di lucidità il vertice di Trenitalia ritiri il licenziamento» e annuncia azioni di sostegno in tutta Italia. UN DILUVIO di prese di posizione sul fronte politico per il «licenziamento di ferragosto» e da più parti si avanza l’ipotesi che forse tanto clamore era previsto e che su questa vicenda si verificheranno questioni cruciali: dal cambiamento del clima aziendale, alla fuoriuscita da anni di cogestione di fatto col sindacato per finire, sullo sfondo, alle questioni della risposta di Fs alla scesa in campo annunciata del primo competitor privato. Ezio Gallori, leader storico dei Cobas dei macchinisti va giù pesante: «Dichiarare guerra ai macchinisti è atto infausto — dichiara — perchè il 50% della regolarità del servizio è dovuta ai macchinisti, al loro stato d’animo, al loro impegno». L’iniziativa forse più «popolare» è quella della petizione on line per il reintegro del macchinista licenziato, lanciata dall’organizzazione «Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza». Il testo chiede «il reintegro immediato» di Dante De Angelis e i promotori invitano chi vuole aderire a sottoscrivere il testo e ad inviare la mail con nome, cognome, azienda e qualifica all’indirizzo bazzoni_m@tin.it.


18 agosto 2008 - L'Arena/Brescia Oggi/Giornale di Vicenza

LAVORO. Zanda (Pd): l’esecutivo riferisca
Solidarietà al macchinista licenziato
A sostegno del ferroviere che ha denunciato l’insicurezza dei treni voci da sinistra, Udc e Pdl

ROMA - Prosegue la mobilitazione per ottenere il reintegro del macchinista Dante De Angelis che, rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, è stato licenziato dalle Ferrovie per aver parlato pubblicamente dei rischi di incidenti degli Etr. I rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (rls) chiedono con una petizione online a Trenitalia il suo reintegro immediato, definendo il licenziamento un «attacco a tutti gli Rls d’Italia. De Angelis», sottolineano, «ha solo ricordato che i casi di spezzamento degli Eurostar a Milano il 14 e il 22 luglio sono stati incidenti molto pericolosi».
La vicenda di De Angelis provoca molte reazioni politiche, e non solo a sinistra: «Il licenziamento», dice il deputato Pdl Amedeo Laboccetta, «al di là del merito della questione sul quale si auspica che la magistratura faccia pronta chiarezza, rivela che in Italia esista un’emergenza ferroviaria fatta di imperdonabili ritardi e insufficienze gestionali. Il licenziamento è una risposta grossolana a problemi seri e gravi». Prende posizione anche l’Udc Maurizio Ronconi: «Se questo dovesse essere il metro» per un licenziamento, dice, «prima di De Angelis sarebbero da licenziare tanti amministratori che non sono ancora riusciti a rendere accettabile il servizio pubblico».
«Dichiarare la guerra ai macchinisti, come le Fs sembrano voler fare è atto infausto», dice Ezio Gallori, il leader storico dei Cobas dei macchinisti che ha rivelato il licenziamento, «perché il 50 per cento della regolarità del servizio è dovuta ai macchinisti, al loro stato d’animo, al loro impegno. Per il segretario Pdci Diliberto, il licenziamento «è un provvedimento antisindacale che Trenitalia dovrebbe ritirare». E il vicepresidente dei senatori Pd Luigi Zanda dice che chiedera al governo «di venire in Parlamento a spiegare cosa sta succedendo nelle nostre ferrovie». De Angelis, dal canto suo, dice: «Sono responsabile per la sicurezza: penso che il mio dovere sia dire prima che ci sono dei problemi, di evitare di andare ai funerali».


18 agosto 2008 - Caserta news

SOLIDARIETA' A DANTE DE ANGELIS LICENZIATO PER AVER EVIDENZIATO I GRAVI PROBLEMI AVVENUTI SUGLI EUROSTAR

Lecce – Nell'esprimere la solidarietà a Dante DE ANGELIS, macchinista e delegato per la sicurezza, il lavoratore licenziato dalle FS, dichiaro la preoccupazione e contrarietà nei confronti del clima d'intimidazione e vera e propria vendetta, comune peraltro a molte altre realtà, creatosi contro un lavoratore che non ha fatto nulla di più del proprio dovere che invece di girarsi dall'altra parte ha evidenziato i gravi problemi avvenuti sugli Etr.
È assurdo che le Ferrovie e la sua dirigenza anziché preoccuparsi delle condizioni in cui viaggiano i nostri treni e quindi della tutela dei cittadini-viaggiatori, si mettano a perseguitare il dipendente anziché premiarlo, unitamente ai lavoratori che si occupano di sicurezza.
E' stato chiaro che il licenziamento di De Angelis, pur colpendo duramente un singolo lavoratore che ha posto al servizio della collettività la propria esperienza, e' un colpo che Trenitalia vorrebbe infierire a tutti i ferrovieri ed i macchinisti che si battono per la sicurezza.
Quanto accaduto è di una gravità inaudita poiché nel licenziare un delegato per la sicurezza nei luoghi di lavoro nel pieno svolgimento del proprio mandato, vengono colpiti ed intimiditi tutti gli altri lavoratori.
La consapevolezza generale dei motivi che sono alla base del licenziamento ed il fatto che non si può buttare per strada il futuro e la vita di una persona semplicemente perché ha espresso liberamente alcuni giudizi e critiche nell'interesse della collettività, spiega il mio coinvolgimento e la mia solidarieta' verso la vicenda di De Angelis.
Secondo me Componente del Dipartimento Tematico Nazionale "Tutela del Consumatore" di Italia dei Valori, abbiamo tutti il dovere di rispondere in modo adeguato a questa sfida, richiedendo il reintegro immediato di Dante De Angelis.


16 agosto 2008 - Repubblica.it

FS: AZIENDA,DE ANGELIS LICENZIATO PER DICHIARAZIONI FALSE

Roma - Dante De Angelis e' stato licenziato dalle Ferrovie dello Stato al termine di una regolare procedura e la sanzione e' stata comminata non per aver denunciato lo "spezzamento" dell'Etr del 14 luglio scorso ma "per avere reso dichiarazioni contrarie alla verita', infondate e pretestuose, sia sulle cause che sugli effetti dell'episodio", creando "grave danno all'azienda". Le Fs passano al contrattacco dopo la denuncia di "Ancora in Marcia" e, in una nota, precisano che il provvedimento di licenziamento nei confronti del ferroviere "non e' stato notificato il giorno di Ferragosto, come impropriamente comunicato, ma al termine della procedura prevista dallo Statuto dei Lavoratori e dal Contratto Collettivo Nazionale delle Attivita' ferroviarie". In particolare, sottolinea la nota, "il procedimento disciplinare e' iniziato il 25 luglio 2008 con la formale contestazione scritta da parte dell'azienda ed il provvedimento e' stato depositato per la notifica mercoledi' 13 agosto. Nel merito il provvedimento non e' stato motivato per aver diffuso notizie sull'episodio verificatisi il 14 luglio 2008, peraltro ampiamente noto, quanto piuttosto per avere reso dichiarazioni contrarie alla verita', infondate e pretestuose, sia sulle cause che sugli effetti dell'episodio stesso. Innanzitutto sulle cause, dichiarando che il problema e' ricollegabile a carenze di manutenzione e usura, fatto assolutamente non vero perche' causato invece da una errore di manovra da parte del personale. Ancora piu' gravi le dichiarazioni sugli effetti che hanno gettato un ingiustificato allarme sulla sicurezza dei treni di Trenitalia. Come invece e' stato piu' volte sottolineato, non solo dalle FS ma anche dai sindacati, mai e poi mai nell'episodio in questione e' stata messa in discussione la sicurezza dei viaggiatori e dei lavoratori".


14 agosto 2008 - Liberazione

Dopo gli otto licenziamenti, i sindacati pensano alla risposta Genova, Trenitalia media con 20 assunti. Non ci casca nessuno
di Maurizio Mequio

E' il "Conta budge", è il gioco dell'estate. «Renato, Renato, Renato» come la metti con gli operai? Disorientamento e preoccupazione aleggiano nell'officina di San Fruttuoso. E' il giorno dopo il licenziamento degli otto ferrovieri, rei di essersi passati i cartellini al momento della timbratura. Il capostazione ne aveva avvistato uno che timbrava per tutti un mese fa, al resto ha pensato Trenitalia.
Nella mattinata di ieri, riunione con i sindacati, che tramite Costantino Farina della Cisl replicano: «Gli operai erano stati impegnati in una prestazione straordinaria, hanno commesso un errore, ma certo non sono fannulloni, questo è l'aspetto kafkiano della vicenda». E i referenti della Cgil: «Gli operai sono costernati, scioccati. Per ora non è stata presa nessuna decisione, aspetteremo altri 3, 4 giorni. Tra l'altro la legge 146/90 esclude la possibilità di sciopero nel periodo di franchigia, che va dal 25 luglio al 9 settembre. Comunque la prossima settimana avremo un incontro di segreterie. Abbiamo già impugnato i provvedimenti in sede legale». E' l'imprevisto della versione "caccia al fannullone". Obbiettivo dichiarato del "miniministro": colpire l'abitudine del lavoratore a sottrarre minuti all'azienda. Attenzione: non deve essere armato di giacca e cravatta. Per prima cosa occorre marchiare le sue assenze come bivaccamenti e infine scovare e affondare i complici dei malcapitati. Il collega che timbra i cartellini e chi protesta. Padre della creatura che impazza è Renato Brunetta , un uomo tutto d'un pezzo che il mese scorso ha dichiarato a Panorama: «Vorrei fare il fannullone, ma non ci riesco». Ama le battute, tanto da accogliere vignette che lo denigrano sul sito del ministero della pubblica amministrazione. E nasconde anche un passato da "giocatore", ma nelle vesti del fannullone. Dati alla mano, in qualità di parlamentare europeo nel 2008 aveva raggiunto un indice di partecipazione da record, il 48,21%, risultando tra i parlamentari italiani più assenteisti. Forse faceva dei test.
Non tutte le partite finiscono allo stesso modo. Lui "giustiziere della notte", "genio della lampada", "taumaturgo" - così lo hanno definito i giornali - gli altri a spasso. E' proprio il caso dei 5 operai specializzati e dei 3 apprendisti a tempo determinato di San Fruttuoso. Costretti allo straordinario per garantire all'azienda treni funzionanti, avevano escogitato un modo per guadagnare tempo.
Dovevano staccare alle 16.00, ma dopo essere stati impegnati per altre due ore, in un intervento di manutenzione fuori programma, hanno chiesto a un amico di timbrare per loro. «Il tempo di fare la doccia e non perdere il treno per il Levante», avranno pensato, invece la mazzata, hanno perso ingiustamente il lavoro. «C'è un documento firmato dal capotecnico che attesta che i motori sono stati consegnati alle 18.02», ha affermato Fabrizio Castellani della Filt Cgil Liguria. «E'stato un provvedimento esagerato. Per episodi simili il contratto prevede al massimo 5 giorni di sospensione. Potrebbe essere l'opera di qualche dirigente che vuole mettersi in mostra. Di quei lavoratori, 5 sono padri di famiglia e tre monoreddito. Il budge è stato timbrato alle 18.33, ma anche se avessero timbrato alle 19.00, quell'ora non gli sarebbe stata pagata». Secondo Mauro Milani, responsabile ligure di Cub Trasporti, «alcune cose non sono chiare, sembra che questo provvedimento non sia occasionale». E spiega: «In ferrovia, come in tutto il paese, si cerca di far passare la concezione che tutti i mali provengano dagli impiegati. La realtà è che il processo di privatizzazione non ha portato miglioramenti. Non c'è stata nessuna contrazione dei costi, nessun vantaggio per i viaggiatori. La lotta ai fannulloni cerca di giustificare un fallimento. Questi licenziamenti vanno letti assieme a episodi analoghi. Nel 2003, a Genova, 4 persone erano state licenziate per aver concesso delle interviste alla trasmissione Report . E sempre a Genova, d'agosto, un ferroviere era stato sospeso per 4 giorni perché aveva solidarizzato con i viaggiatori. Poi un mese e mezzo fa 4 macchinisti sono stati condannati per le proteste sul dispositivo Vacma. Trenitalia agisce quando non può esserci una risposta immediata e lo fa intimidendo. Ora attenzione agli sviluppi del processo di privatizzazione nel settore della manutenzione». Su un eventuale sciopero: «Il periodo di franchigia in realtà non riguarda tutti gli operai della manutenzione. Credo che certi accordi presi da Cgil, Cisl e Uil dimostrino che non c'è voglia di mettere mano a scioperi simbolici. Vedremo».
Ieri si è espressa Trenitalia: «Quando le regole vengono infrante è doveroso intervenire, anche se le azioni intraprese risultano spiacevoli». Ha fatto sapere che effettuerà 20 nuove assunzioni a San Fruttuoso. Peccato che prima dei licenziamenti la carenza d'organico era di trenta unità.