Giovedì 8 giugno ci ha lasciato il nostro compagno Adrian Kadushi, ad appena 50 anni, colpito da un infarto nella sua casa a Gagno, nella casa che aveva conquistato con la lotta insieme ad Asia-Usb e Potere al Popolo, dopo mesi di resistenza ai numerosi tentativi di sfratto subiti.
Adrian era uno di noi, un proletario, un lavoratore che è stato licenziato e che non ha più potuto pagare l’affitto, come migliaia in queste città e centinaia di migliaia in questo paese.
Lo abbiamo conosciuto alla Casa del Popolo al Circolo Agorà, durante una cena sociale di Potere al Popolo in cui ci ha raccontato la sua storia, la sua voglia di impegnarsi per cambiare le cose ed è diventato subito uno di noi, trovando il suo riscatto nella lotta per il diritto alla casa per sè e per quello di tutti, partecipando a tutti i picchetti anti-sfratto e alle manifestazioni che abbiamo affrontato da quel momento.
Come per tanti altri proletari e persone in difficoltà, anche per Adrian si è messa in moto la macchina del fango che il potere mediatico prova quotidianamente a buttare sui chi in questo paese viene schiacciato dalla crisi sociale: definito “abusivo” dalla trasmissione razzista da sciacallaggio sociale “Fuori dal coro” di Mario Giordano: definito "ladro di case" solo perché, dopo essere stato licenziato, non ha potuto più pagare l'affitto e nonostante stesse lasciando l'alloggio perché gli era stata assegnata una casa popolare in auto-recupero a Gagno, conquista che ha aperto la strada all’autorecupero delle case popolari in città.
Una volta conquistato il suo diritto Adrian non si è mai fermato ed è stato protagonista di tutti i momenti di lotta che abbiamo continuato a portare avanti, contro l’invio di armi e la guerra che parte dall’aeroporto di Pisa, contro gli sfratti, per i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici davanti ai cantieri e alle fabbriche, nelle battaglie ambientali contro il rigassificatore a Piombino e la discarica della Grillaia in Valdera, nel sostegno attivo alle tendate degli studenti per il diritto alla casa e allo studio e durante una intensa campagna elettorale in cui abbiamo fatto emergere la necessità di un cambiamento sostanziale della società in cui fossero i bisogni popolari e non i profitti dei pochi ad essere messi al centro.
Il 2 giugno Adrian era a Bologna, convinto che la sua lotta fosse strettamente legata a quella di tutti gli altri, era insieme ai compagni che hanno buttato il fango della Romagna sulle sedi dei responsabili politici del disastro causato dal profitto e dalla speculazione, era rimasto poi insieme agli abitanti bolognesi nel pomeriggio al villaggio dei diritti di Asia-Usb, tra le case popolari abbandonate e riutilizzate, ed entusiasta aveva cominciato a pensare che potessimo fare le stesse cose anche qua a Pisa per rafforzare il lavoro per diritto alla casa in città.
Il 4 giugno era all’assemblea del movimento contro la base a Coltano, per lanciare la raccolta firme per l’introduzione del salario minimo al banchetto di Potere al Popolo e proprio Sabato sarebbe venuto all’assemblea nazionale di Potere al Popolo, felice di vedere tutti i nostri compagni provenienti da tutta Italia, di incontrare di nuovo i nostri portavoce le cui parole in televisione moltiplicava ogni volta ce ne fosse occasione tra i suoi conoscenti, nel suo quartiere, in città.
Per chi lo ha conosciuto, non è difficile immaginare la grande perdita che significherà la sua mancanza per la lotta di tutti gli sfruttati.
Nella nostra lotta vivrai per sempre
Per il riscatto di tutti e tutte, per cambiare questo mondo infame
Ciao Adrian, a pugno chiuso verso il cielo!
I tuoi compagni e le tue compagne
Asia-Usb Pisa
Potere al Popolo! Pisa