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"……perché io so io e voi……non siete un c…………"


Chi non ricorda il celebre verso del Belli, immortalato da Alberto Sordi ne “Il Marchese del Grillo”? Ebbene, questo verso è la sintesi perfetta di ciò che il Commissario Sacchi ha detto nell’audizione alla Commissione Lavoro della Camera relativamente al decreto correttivo del decreto 150/2015 ed è, secondo noi, la rappresentazione plastica di ciò che l’esimio Professore pensa dell’ISFOL e di chi ci lavora.

 

E’ stato oltremodo penoso ascoltare il massimo rappresentante dell’Istituto che, invece di tracciare le tanto auspicate traiettorie di rilancio dell’Ente, ha enfaticamente sottolineato quanto il nostro Istituto “non ha fatto” in questi anni in termini di ricerca e di quanto sia inadeguato il suo personale. Quanto da Lui affermato, peraltro in una sede così autorevole sul piano istituzionale, non è assolutamente accettabile. E’ evidente che  il Professore conosce poco e male la storia dell’Istituto che dovrebbe governare. Fino al 1995 (anno di avvio della prima programmazione comunitaria) come Ente di Ricerca, sulle materie di sua pertinenza, l’ISFOL è stato un assoluto punto di riferimento per le Amministrazioni centrali e locali del Paese, nonché per le istituzioni comunitarie ed ha prodotto puntualmente importanti documenti di analisi e valutazione delle politiche pubbliche della formazione, del lavoro e dell’inclusione sociale, di cui il Rapporto annuale era il punto più alto.  

 

Dal 1995 a oltre la metà degli anni 2000, le attività di ricerca e quelle di assistenza tecnica hanno convissuto e, come vasi comunicanti, hanno determinato e consentito una crescita complessiva dell’Istituto sia sul piano quantitativo sia sul piano qualitativo. Successivamente e progressivamente la politica, per interessi di parte, inconfessabili e inqualificabili, ha determinato con i vertici dell’Istituto, nominati e ubbidienti, il depauperamento delle sue competenze e attività. Non è casuale la scelta dei vertici di non pubblicare più quel Rapporto annuale ISFOL  che da sempre costituiva un momento di sintesi autorevole delle attività svolte dall’Istituto. Tutto ciò, ha trovato d’accordo governi di centro destra e di centro-sinistra , anche se alla presente compagine sono ascrivibili gli ultimi e più spregiudicati tentativi di soppressione dell’Ente.

 

Se poi l'intento, peraltro palese, fosse stato quello di candidare l'Istituto a trasformarsi in Organismo intermedio del PON Occupazione, le affermazioni sulla qualità delle risorse umane sono ancora più gravi e gratuite oltreché inopportune da parte di chi dovrebbe rilanciare questo Ente. Ci resta difficile immaginare che qualcuno possa accogliere la candidatura di  un Istituto ad un ruolo chiave nel sistema di governance dei fondi strutturali quando si è autocertificata pubblicamente la sua debolezza strutturale ascrivibile al  capitale umano che vi opera. Un modo assai bizzarro per rilanciare un ente!

 

Siamo indignati e preoccupati in merito alle parole denigratorie nei confronti dell’Istituto e, soprattutto, delle lavoratrici e dei lavoratori che, da più di 40 anni e con tutte le difficoltà, hanno svolto dignitosamente e con professionalità i compiti loro assegnati.

 

Consigliamo ai decisori politici di valutare piuttosto la qualità del management di questo Istituto, a come è stato individuato e a come ha gestito e sta gestendo le proprie responsabilità: lottizzazione, sciatteria, arroganza e presunzione.

 

Questa è la realtà oggettiva della situazione e a Sacchi, USB consiglia di non disconoscere il valore delle persone che lavorano in ISFOL, perché non sarà certo il manipolo delle “nuove eccellenze”  che sposterà l’ago della bilancia in termini di competenze e professionalità a meno che, il disegno del Commissario non sia quello di “trasformare” nel tempo, l’Ente in un centro studi elitario fatto a propria immagine e somiglianza, strumento di propaganda di questo governo e forse …… di quelli a venire.

 

USB restituisce al mittente questa inaccettabile campagna denigratoria contro l’Istituto e i lavoratori che lo rappresentano e procederà a denunciare in ogni luogo i veri responsabili della distruzione dell’ISFOL, a partire dall’esimio “professorino” Sacchi e dal suo degno  Direttore Generale di cui chiediamo

 

immediate D I M I S S I O N I

 

USB P.I. - ISFOL