La manovra Monti ha chiuso l'Inpdap (l'ente che cura tutte le prestazioni previdenziali dei dipendenti pubblici) dall'oggi al domani. Questa assurda misura ha prodotto il blocco immediato di tutte le operazioni legate alla concessione di mutui per l'acquisto della casa, prestiti ed altro; per i dipendenti della scuola coinvolti si tratta di un danno reale visto che, ad esempio, sono a rischio i rogiti notarili con la possibilità concreta di perdere i soldi versati nei compromessi d'acquisto.
Non è poi dato sapere cosa ne sarà delle prestazioni ex ENAM, che poco più di un anno fa erano state assunte dall’INPDAP, insieme al patrimonio costruito con i versamenti mensili obbligatori di centinaia di migliaia di insegnanti di scuola dell’infanzia e primaria. Che fine faranno i nostri soldi?
Si tratta a ben vedere dell'ennesimo attacco al mondo della previdenza pubblica che mira ad indebolirla ulteriormente per favorire i fondi pensione privati. Solo pochi mesi fa infatti è stato annunciato il lancio del fondo Sirio rivolto ai lavoratori di diversi comparti e che si affiancherà al fondo Espero della scuola.
Per 700 lavoratori dell'Inpdap poi si apre la strada della mobilità all'80% dello stipendio per 2 anni; strada che si conclude con il licenziamento. L'ultima manovra del governo Berlusconi dello scorso novembre, approvata dal centro-destra con la complicità del centro-sinistra, prevede infatti che il personale in esubero della Pubblica Amministrazione segua questo questa via crucis.
Cosa c'entrano i lavoratori della scuola?
Nella scuola abbiamo solo nel corrente anno scolastico 11.000 esuberi che, con il ridimensionamento della rete scolastica, rischiano di diventare 20.000. Anche per noi quindi è pronto il calvario della mobilità. Quando fin da marzo USB denunciava che avremmo assistito ad una continua manovra finanziaria, quando dicevamo che si volevano eliminare i servizi pubblici, quando a luglio abbiamo scioperato contro la pesantissima ed inutile manovra salutata invece come necessaria dai sindacati complici, quando affermiamo che i dipendenti pubblici rischiano non solo tagli in organico, ma il puro e semplice licenziamento stile Grecia, non parliamo di un futuro remoto, ma di una prospettiva che per l'Inpdap si è già concretizzata.
Difendere i lavoratori dell'Inpdap vuol dire quindi difendere anche il nostro posto di lavoro; vuol dire difendere coloro che garantiscono l'esistenza di uno Stato Sociale che è forse una delle poche voci di cui questo paese poteva andar fiero.
E' per questi motivi che esprimiamo tutta la nostra solidarietà ai lavoratori Inpdap che si stanno mobilitando con l'USB; l'unico sindacato che, coerentemente con le mobilitazioni di questi mesi, è intervenuto con forza in una vicenda che rischia di essere solo il primo capitolo del licenziamento di massa nella pubblica amministrazione.
Il 27 gennaio parteciperemo allo sciopero generale del sindacalismo conflittuale anche per difendere i dipendenti dell'INPDAP e, con loro, tutti i lavoratori della scuola sull'orlo della mobilità.
Per seguire le lotte dell'INPDAP visita
a cura di USB SCUOLA Via dell'Aeroporto 129, 00175 Roma scuola@usb.it sito www.scuola.usb.it