Ancora fumo nero e odore acre nell'aria di Perugia dove questa mattina si è sfiorata la strage; un autobus con a bordo trenta studenti è andato in fiamme, il terzo in poco più di un mese.
Il fattaccio è palesemente riconducibile alla scelta di mettere in strada mezzi non più in grado di svolgere servizio, ancora una volta si sceglie di dare la priorità agli interessi economici, al profitto tralasciando il fattore sicurezza di un servizio pubblico essenziale.
Nel frattempo “il gioco delle tre carte”; la regione promette autobus nuovi con milioni di euro di investimenti, l'azienda impegnata in veder crescere il proprio utile, risparmia in operai addetti alla manutenzione continuando ad affidare il servizio ad un parco macchine indecente mettendo a rischio l’incolumità dei cittadini e degli operatori del settore.
Passeranno due giorni, forse tre e anche questo ennesimo rogo passerà nel dimenticatoio; rimarrà la paura degli studenti solleticati dalle fiamme, del conducente che ha rasentato l’intossicazione e l’immagine in bella mostra del bus incenerito lasciato nel piazzale del deposito a testimoniare la propria incuria e superficialità, come se non bastasse, anche nella gestione di un mezzo che, in tali condizioni, non potrebbe assolutamente sostare in un aria frequentata dal personale.
Non ci stancheremo mai di rivendicare la necessità di rendere possibile un servizio pubblico sicuro e dignitoso che risponda in modo efficiente alle reali esigenze dei territori in un contesto di lavoro sano e rispettoso degli operatori del settore.
USB Lavoro Privato
Federazione Regionale Umbria