Si è tenuto ieri, 17/07/2023, l'ultimo incontro del previsto confronto per le Progressioni Economiche Verticali (PEV) tra l'Amministrazione del MEF e le Organizzazioni Sindacali.
Il confronto per previsione contrattuale (CCNL FC 2019/2021) si può ritenere conluso trascorsi 30 giorni e si chiude con una dichiarazione delle posizioni delle parti al tavolo e senza alcuna sottoscrizione di accordo. Quindi diciamo subito che, a scanso di equivoci, nessuna Organizzazione Sindacale ha firmato nulla visto che i già menzionati criteri delle PEV sono oggetto di confronto (alias mera consultazione) e non di trattativa da formalizzarsi con un accordo tra le parti.
USB, in ogni caso, si è dichiarata insoddisfatta sia del risultato finale sia di come è stato condotto il confronto. L'Amministrazione ha prodotto ad ogni riunione una bozza diversa dalla precedente con riguado alle pesature dei punteggi e ai criteri da adottare rendendo veramente complicata una valutazione di sintesi coerente dell'intero sistema, inoltre, le risorse messe sul piatto dal MEF sono considerate da USB estremamente scarse per la platea di partecipanti e continueranno ad esserlo visto che a precisa domanda fatta dall'USB all'Amministrazione tali risorse sembrerebbero non ulteriormente implementabili nel 2024 perchè il MEF non intenderebbe provvedere ad una revisione del PIAO.
Cià detto, con ieri l'Amministrazione ha comunque chiuso la fase di confronto/consultazione per decorrenza dei termini previsti dal CCNL e per le improcrastinabili necessità operative, dovendo affrettarsi a pubblicare bandi e banche dati dei quiz in tempo utile per terminare la procedura entro il 31 dicembre 2023.
Il risultato finale paga lo scotto di un percorso da tempo intrapreso dal MEF che, adottando unilateralmente (potere datoriale) una politica assunzionale a dir poco opinabile, ha assunto negli ultimi anni centinaia di funzionari solo ed unicamente dall'esterno. Questa facoltà assunzionale poteva invece essere destinata, in parte, anche al personale in servizio nell'Area II in possesso del titolo di studio previsto per l'accesso dall'esterno (laurea):
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nella misura del 20% (Legge Madia vers 1);
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nella misura del 30% (Legge Madia vers 2);
- nella misura del 50% (Decreto reclutamento Brunetta).
Ebbene... Il MEF con tali norme quanti posti ha destinato al proprio personale? Zero.
E quanti ne destinerà nel 2024 e nel 2025? Zero (leggi https://tesoro.usb.it/leggi-notizia/ordinamento-professionale-e-progressioni-tra-le-aree-zero-1645.html).
Fatta questa doverosa premessa utile a definire lo scenario ed il contesto dato (ovvero la scientifica mortificazione delle professionalità esistenti al MEF), non dobbiamo neanche dimenticare che il sistema di PEV previsto dall'art. 18 del CCNL è nato come misura di compensazione per tutti coloro che hanno svolto, di fatto, mansioni superiori e che, non avendo il titolo di studio previsto per l'accesso dall'esterno, non si sono potuti avvalere della Madia 1, Madia 2 e ora anche del decreto reclutamento Brunetta (visto che in altre amministrazioni, ma non al MEF, si sono fatte le procedure Madia 1 e 2 valorizzando il titolo di studio e, in alcuni casi, ci sono stati anche gli scorrimenti di graduatoria per gli idonei fino al 31/12/2022). Non a caso è un sistema costruito sulla valorizzazione dell'esperienza acquisita misurata con l'anzianità nell'area di provenienza (confr. Tabella 3 CCNL FC 2019/2021). Nonostante la norma contrattuale sia più che chiara, l'amministrazione del MEF, perfettamente consapevole di non essere vincolata da una trattativa e da un accordo da dover ricercare con le OO.SS., si è presentata al tavolo con 600 posti disponibili a fronte di più di 3000 aventi diritto alle PEV tentando di piegare l'art. 18 alle proprie esigenze di recupero (impossibile!) di scelte sbagliate commesse nell'ultimo triennio. Il risultato è sotto gli occhi di tutti e il responsabile è solo uno: il MEF.
L'Amministrazione dovrà darci informativa del bando prima della sua pubblicazione e verificheremo che siano confermati i passaggi e le rassicurazazioni avute in fase di confronto, non ultimo la composizione della banca dati dei quiz in un numero non superiore a 1400 per coloro che intendessero prepararsi per partecipare alla selezione su due differenti famiglie professionali (altrimenti si ridurrebbero a 1000) e la composizione della batteria di domande in un n. di 30 e con un tempo di 60 minuti per l'esecuzione della prova.
Nel corso del confronto USB ha sottolineato come da anni negli uffici del MEF spopolati dal perenne blocco del turnover, i lavoratori, per salvaguardare l’attività istituzionale e continuare a rendere i servizi all’utenza nonostante l’aumento esponenziale dei carichi di lavoro, svolgono di fatto mansioni superiori sia nella classica attività di staff sia in casi eclatanti come nelle Corti di Giustizia Tributarie dove le funzioni di segretario di sezione vengono svolte da personale appartenente all’area degli assistenti o dei funzionari. Per tali ragioni USB resta scettica riguardo la necessità del MEF di effettuare quiz per dimostrare di possedere, oggi, competenze professionali ampiamente fornite dai lavoratori e dalle lavoratrici negli anni di lavoro nei propri uffici. Tuttavia, in modo pragmatico, abbiamo accettato di mediare a questa richiesta dell'Amministrazione per poter far partire queste progressioni, anche in deroga del titolo di studio necessario per l'accesso dall'esterno, entro i termini previsti dal contratto per questa fase di prima applicazione. USB si è battuta per disinnescare gli effetti più devastanti di una siffatta procedura e limitare il peso percentuale dei quiz nel complesso delle tre voci che andranno a formare il punteggio complessivo (anzianità nell'area, titoli, esperienza professionale) tentando di poter far si che, nel complesso, la procedura potesse garantire a tutti la possibilità di potersi mettere in gioco.