Nella mattina di mercoledì 18 settembre è partita una massiccia operazione della Polizia a Piacenza, che ha portato a perquisizioni e 16 indagati tra imprenditori, liberi professionisti e dipendenti pubblici. Dalle prime notizie emerge un vero e proprio sistema di corruzione tutto a danno dei lavoratori: in cambio di regali e favori venivano fornite false certificazioni sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, così come supporto nel caso di problematiche nelle aziende. Ad essere coinvolti, sembra, siano perfino alcuni funzionari dell’AUSL piacentina.
Ricordiamo come la Unione Sindacale di Base è stata oggetto di un teorema accusatorio prodotto proprio dalla Procura di Piacenza nell’estate del 2022, in cui si accusava il sindacato di essere un’associazione a delinquere e per il quale quattro militanti di USB Logistica furono raggiunti da misure cautelari ingiuste, poi ritirate. Al sindacato veniva inputata, tra le altre cose, la “strumentalizzazione di temi inerenti a salute e sicurezza sul lavoro per fomentare il conflitto”.
Quanto emerge in queste ore dimostra che i motivi delle nostre proteste erano tutto tranne che “futili”, come vennero definiti al tempo: mentre i lavoratori della logistica si sono mobilitati ed hanno scioperato per difendere i loro diritti, i padroni corrompevano funzionari e facevano carte false proprio sulla sicurezza!
USB si schiera, da sempre, dalla parte dei lavoratori e dei loro diritti, in particolare su salute e sicurezza: per questo, da anni, chiediamo l’inserimento nel codice penale del reato di omicidio sul lavoro come forma di deterrenza. Nella logistica, in particolare, l’incolumità di chi lavora è costantemente messa a rischio anche a causa della selva di appalti e subappalti che caratterizzano il settore: se fosse anche questo sistema, già colpito da varie inchieste, ad essere messo sotto accusa, di certo non ci stupiremmo.
USB Logistica