Oggi eravamo a Minerbio a fianco di una famiglia sotto sfratto per morosità incolpevole causato dalla perdita di lavoro del padre della famiglia durante il periodo della pandemia Covid. Nonostante ora sia tornato a lavorare, i bassi stipendi non permettono di ripagare il debito accumulato e affrontare anche le spese quotidiane.
Questo sfratto va a colpire una famiglia con due minori, che vive in un appartamento privo di riscaldamento (per impianti da anni rotti e mai ripristinati), per il quale servizi sociali e il Comune non garantiscono nessuna soluzione alternativa decente, preferendo ricorrere alle forze dell'ordine per far si che il “lavoro” sia fatto in maniera più efficiente possibile.
Stamattina l'ufficiale giudiziario e l’avvocato della proprietà si sono presentati con i carabinieri presso l’abitazione senza che i servizi sociali e le istituzioni comunali competenti fossero sul luogo, rifiutando il dialogo e negandoci la legittimità della nostra presenza in qualità di sindacato a cui l’inquilino è iscritto.
All’arrivo delle forze dell’ordine è stato intimato all’inquilino di recarsi in caserma e, senza nessuna soluzione ancora sul tavolo, sono arrivate minacce ai delegati per cui qualsiasi eventuale trattativa si sarebbe dovuta svolgere in caserma e non in Comune o negli uffici dei servizi sociali, scavalcando le normali procedure dove gli interlocutori devono essere istituzioni e i servizi sociali preposti.
Arrivati in caserma, riuscendo ad essere a fianco al nostro iscritto in qualità di delegati sindacali, solo allora constatando l’impossibilità di avere gli effettivi per l’esecuzione di forza, siamo riusciti ad ottenere il rinvio.
Vogliamo sottolineare la gravità di questo episodio, per cui anche la formalità di trovare soluzioni dignitose per una famiglia sotto sfratto avvengono non nei luoghi istituzionali preposti ma nelle caserme.
Nonostante ciò, la mattinata si è conclusa con un rinvio dello sfratto al 18 aprile, in cui ci aspettiamo nuovamente l’uso delle forze dell'ordine, così come affermato dagli stessi militari.
Il modo in cui è stato condotto questo sfratto non fa che confermare una volta di più quello che noi diciamo da anni: i servizi pubblici a Bologna e in provincia sono assenti, mentre le istituzioni pubbliche invece di salvaguardare un diritto come quello della casa, si nascondono dietro le forza pubblica che da troppi anni viene vista come l’unico attore valido nella gestione dei problemi di natura sociale.
Anche per il prossimo rinvio saremo presenti a fianco della famiglia!
CASA, REDDITO, DIGNITÀ!
Asia USB Bologna
Bologna 16/3/2023