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PICCHETTO CONVOCATO, SFRATTO RINVIATO!

Roma,

A via Andrea Mantegna l'esecuzione dello sfratto di Francesca, disoccupata 63nne, slitta al 10 settembre. Scandalosi gli oltre 100 alloggi tenuti vuoti dallo stesso Fondo Immobiliare, senza che nessuno (Governo, Regione, Comune) muova un dito per cambiare lo status quo, assicurando così lo strapotere della rendita.

Lo sfratto di Francesca è stato rinviato al 10 settembre. Determinante la presenza di un numeroso e fermo picchetto solidale che si è radunato fin dalle prime luci del giorno in via Mantegna con l’obiettivo di bloccare lo sfratto (di cui era stata promessa l’esecuzione). D’altronde non è possibile accettare che i fondi di speculazione immobiliare che hanno divorato enormi porzioni di patrimonio di quelli che una volta erano enti previdenziali pubblici, intervengano a gamba tesa sulla già gravissima crisi abitativa di Roma. In un contesto di case sfitte nella stessa palazzina, per una percentuale del 50% circa (più di 100 alloggi), questi soggetti si permettono di sfrattare anche le persone più fragili o economicamente svantaggiate. Francesca ha sempre lavorato e pagato l’affitto, finché non è arrivato il Covid ed è diventata disoccupata. Ha impegnato il suo TFR per onorare una locazione costosissima ed infine, una volta esauriti i risparmi, non ha potuto più pagare. Cosa dovrebbe fare adesso? Finire per strada mentre il Fondo che detiene l’immobile gioca alla speculazione? Di assegnazione di un alloggio popolare purtroppo nemmeno se ne parla vista la situazione affollata della graduatoria e l’incapacità di porre un argine al problema degli sfratti da parte dell’Amministrazione, nonostante il Piano Casa.

La situazione è davvero incontrollabile e con l’avvicinarsi del Giubileo le prospettive sono pessime. Ci vengono già segnalate disdette di locazioni contrattualizzate ed in scadenza, motivate dall’occasione economica che il Giubileo rappresenterà per la classe proprietaria. È inaccettabile che in questo contesto la maggior parte della stampa e del sistema culturale si stia concentrando in una campagna di odio e diffamazione nei confronti di chi una casa (vuota e spesso pubblica) l’ha occupata proprio per non finire in mezzo alla strada. Occupazione che, ad oggi, si rivela unico strumento in grado di sopperire alla mancanza di Politiche Abitative nel nostro paese. Assieme alla solidarietà ovviamente, che per fortuna ancora esiste (come dimostrato stamane). Entrambi fattori che stanno per essere ulteriormente criminalizzati dal DDL 1660, svolta repressiva che il Governo Meloni vuole imprimere al suo mandato e che non trova opposizione nelle Camere, poiché certi strumenti, atti a reprimere il dissenso, potranno essere utili a chiunque governerà in futuro.

Asia-Usb Roma