Dalla visione dei prospetti relativi alle liquidazioni dei fondi per il 2016 e per il 2017, dati acquisiti tra le mille difficoltà frapposte con la scusa strumentale della privacy, si rilevano varie incongruenze e dubbi.
Ma ciò che più lascia perplessi e che necessiterebbe di un dovuto chiarimento è la parte che riguarda la “PRODUTTIVITA’ INDIVIDUALE”.
Questa è la parte che dovrebbe riconoscere a tutti i dipendenti, emolumenti in base alle ore prestate e alla diversa valorizzazione della qualificazione professionale nei processi produttivi, come definiti e contrattati a livello nazionale, se e in rapporto agli obiettivi di qualità e quantità raggiunti dagli Uffici.
Ebbene la prima grave constatazione è la consistente diminuzione complessiva dei fondi da distribuire per effetto dei tagli alle fonti di finanziamento.
A tale situazione si aggiungono le enormi sperequazioni che derivano dalla suddivisione dei fondi tra le diverse DP, in ambito regionale e/o nazionale, su livelli di competenza e responsabilità in capo alle dirigenze e che i lavoratori sono obbligati a subire, senza poter influire o incidere.
Ma ciò che desta ancor di più incredulità è la constatazione di enormi sperequazioni anche nell’ambito delle stesse DP.
Infatti nelle DP del Piemonte, e come sembrerebbe, anche nelle altre regioni, tra i colleghi tutti del Territorio ed il restante personale, si rilevano, sia per il 2016 che per il 2017, differenze medie pro-capite elevate per ogni annualità (fino ad oltre € 1.000,00). Può capitare che i colleghi del Territorio possano essere destinatari di una cifra media pro-capite anche doppia rispetto a quella degli altri colleghi della medesima DP.
Eppure, verrebbe da dire, siamo tutti dipendenti della stesso Ente!
L’unica cosa che sappiamo è che tutto il personale, indistintamente, ha dato il massimo possibile, in termini di qualità e quantità, in condizioni ai limiti della sopportazione, per i carichi di lavoro sempre più pressanti e anche a fronte di sopravvenute urgenti ed improcrastinabili lavorazioni.
E’ questa la tanto decantata “meritocrazia” o, forse, è l’ennesima riprova di accordi nazionali assurdi e/o anche la dimostrazione plastica di mala gestione che provoca grave ed inaccettabile sperequazione tra dipendenti dei diversi uffici e, addirittura, nell’ambito dello stesso ufficio?
Confidiamo di avere i dovuti chiarimenti da chi è responsabile degli accordi e da chi gestisce l’organizzazione del lavoro, da quello che si appalesa come profonda ingiustizia e danno economico!