Pillola n. 1
La prima pillola vuole mettere l'accento sulla Sanità. Il Discorso è stato iniziato dalla USB PENSIONATI CAMPANIA che ha avuto contatti con la Regione Campania ed in cui chi scrive, anche in Prefettura, ebbe modo di ribadire vari concetti tra cui i Pronto soccorso ormai allo sfascio, le prenotazioni di prestazioni con il SIstema Pubblico del servizio Sanitario, in cui i tempi biblici rischiano che il paziente possa arrivare perfino a rischiare la vita a causa di un sistema inadeguato che privilegia sempre di più il privato a fronte di miliardi versati dai Cittadini per un SSN degno di questo nome. Ma, evidentemente, gli interessi di gruppi di Potere con la complicitaà di una politica che non fa il suo lavoro portano, almeno in Campania, ad avere le c.d. "convenzioni a singhiozzo", dove il privato che ha firmato la convenzione con il Servizio Sanitario si prende il lusso, nel silenzio totale delle Autorità, di bloccare le convenzioni dopo la prima decade del mese, circa, e non si comprende quale sia l'appiglio giuridico che permette tale comportamento che porta centinaia di miglia di Cittadini ad attendere mesi e mesi per un esame che, se a pagamento, viene fatto il giorno dopo. Il Servizio Sanitario DEVE ESSERE PUBBLICO E DEVE ESSERE POTENZIATO ed i privati NON DEVONO POTER LUCRARE. Questo è il primo spunto per niziare una discussione che porteremo certamente all'attenzione di chi, al NOSTRO SERVIZIO, ha il compito di DIREZIONE per un Servizio Sanitario PUBBLICO che sia "fiore all'occhiello" del nostro Pese e che finanziamo tutti con il pagamento delle TASSE.
Pillola n. 2
Di esperti, che si definiscono tali, ne vediamo soprattutto in politica e la prima battaglia è proprio nei confronti di questi, a cui la USB PENSIONATI, con la pubblicazione dell’OPUSCOLO, nella versione per ora scaricabile dal sito di USB PENSIONATI NAZIONALE e di prossima pubblicazione su supporto cartaceo come deciso in COORDINAMENTO NAZIONALE USB PENSIONATI, ha voluto dare un forte segnale, con studi approfonditi e documentati, dimostrando come l’attacco ai trattamenti pensionistici continua con tutti i Governi, di qualsiasi colore ed oggi con l’attuale.
Ci soffermiamo sulla c.d. PEREQUAZIONE (termine non di uso corrente e che, come al solito, serve per confondere le idee ai Cittadini... MA DI SICURO NON CONFONDE LE IDEE ALLA USB!) che per maggiore comprensione chiamiamo meccanismo di RIVALUTAZIONE dei trattamenti pensionistici, necessario affinchè le PENSIONI non perdano il loro potere d’acquisto a seguito dell’inevitabile processo inflattivo. Altri “scienziati”, dopo la famigerata RIFORMA FORNERO, continuano imperterriti a fare cassa sulle PENSIONI, che sono un diritto acquisito dei Lavoratori per una, si spera, serena “terza vita”, che viene compromesso sempre di più da decisioni in danno della Categoria da parte dei Governi che si succedono, facendo sì che gli effetti si riverberino sulla qualità della VITA QUOTIDIANA. Dopo questo necessario “sfogo” andiamo ad analizzare ciò che è avvenuto in merito alla RIVALUTAZIONE 2023: pur in presenza di un indice inflattivo ormai a due cifre, il Ministro competente ha approvato una percentuale di rivalutazione del 7,3%, in attesa del definitivo indice ISTAT che è stato stabilito all’8,1%. Non basti ciò, il Governo di turno ha nuovamente messo mano ad un meccanismo di rivalutazione che, oggi, anziché essere applicato a fasce (per intenderci con il carattere progressivo IRPEF) viene applicato “secco” con percentuali di rivalutazione che diminuiscono in maniera significativa fino ad arrivare ad essere “risibili”. Il problema, però, è che, se aumenti “risibili” non scalfiscono, più di tanto, i trattamenti più alti, essi influiscono in maniera preponderante sui trattamenti medi che sono, poi, quelli della maggioranza dei Cittadini Pensionati che fanno già fatica ad arrivare a fine mese e sui quali questo Governo ha deciso di fare cassa, risparmiando oltre tre miliardi di euro, sottratti “senza colpo ferire” con un provvedimento mediante il quale, con il tempo, si potrebbe arrivare nuovamente, ma non ce lo auguriamo, alle c.d. “pensioni d’annata”, memoria della Prima Repubblica, se applicato in maniera permanente. E’ anche per questo motivo che la USB PENSIONATI propone il “CONTRATTO SOCIALE”, alla stregua di un CONTRATTO COLLETTIVO NAZIONALE DI LAVORO, proprio per evitare che ogni Governo intervenga a “gamba tesa” sempre sugli stessi, pensando che essi sono più deboli.
LA USB PENSIONATI INSIEME ALLA FEDERAZIONE DEL SOCIALE USB INTENDE PERSEGUIRE QUESTO OBIETTIVO!
Vincenzo Bottiglieri