Icona Facebook Icona Twitter Icona Instagram Icona Telegram Icona Youtube Icona Rss

Tematica

Portogallo. Oggi il quarto sciopero generale contro la Troika

Cagliari,

articolo tratto dal giornale on line Contropiano.org

E’ il quarto sciopero generale in due anni contro i devastanti diktat antisociali dell’Unione Europea e della Bce.

Fermi soprattutto i trasporti.

 

In Portogallo i sindacati hanno convocato oggi uno sciopero generale di 24 ore per protestare contro la micidiale politica di austerità che ha aggravato la crisi economica.

Il problema infatti sono le condizioni imposte dalla Troika Ue,Bce, Fmi attraverso un prestito obbligato di 78 miliardi di euro imposto al Portogallo come “salvataggio”.

I sindacati sperano che il quarto sciopero generale in due anni costringa il governo ad alleggerire l'austerity, che ha prodotto un boom della disoccupazione e aumento enorme delle imposte.

Oggi i treni sono bloccati, così come la metro e i servizi di traghetto a Lisbona. Molte linee di bus sono ferme. Diversi municipi hanno chiuso per oggi gli uffici, e nell'Algarve si sono fermati anche i pescherecci. Possibili cancellazioni e ritardi di voli aerei.

La coalizione di centrodestra in Parlamento non pare che abbia intenzione di cambiare politica. Ma il Portogallo è comunque alle prese con crescenti problemi finanziari, con i rendimenti dei titoli sul debito pubblico che sono aumentati fortemente nelle ultime settimane, gettando un'ombra sul progetto di ricorrere nuovamente ai mercati per finanziare il deficit di bilancio.

“Tutto quello che si cerca di imporre mira ad accumulare i profitti del capitale finanziario, a saccheggiare le risorse nazionali, nel momento stesso in cui il Paese affonda sempre di più. Il Governo PSD/CDS opera a margine e contro la Costituzione della Repubblica. Di questo governo e di questa politica non se ne può più” - denuncia il Partito Comunista Portoghese in un comunicato di sostegno allo sciopero – “Ogni giorno che passa è sempre più evidente l'urgenza di interrompere questa china verso il disastro economico e sociale.

Sono necessarie e non più rinviabili le dimissioni del Governo, lo svolgimento di elezioni anticipate per l'Assemblea della Repubblica, il rigetto del Patto di Aggressione e la rottura con la politica di destra.

E' possibile concretizzare una politica e un governo patriottici e di sinistra.

Lo Sciopero Generale del 27 giugno è l'occasione per dire Basta”.