Troppe parole sono state spese da CGIL, CISL, UIL e SALFI per giustificare la sottoscrizione della pre intesa del 14 dicembre sulle progressioni economiche.
Ci interessa poco rispondere agli attacchi rivolti nei nostri confronti in particolare da una O.S., vogliamo solo ribadire i contenuti di quell’intesa per quelli che effettivamente sono e non sulla base di fantasiose ricostruzioni da parte di chi l’ha sottoscritto.
Un accordo siglato non nell’interesse dei lavoratori, come dimostra l’irrisorietà delle risorse impiegate per i passaggi di fascia, ma solo per dare copertura sindacale all’amministrazione sul finanziamento di ben 10.800.000 euro di risorse fisse e ricorrenti per posizioni organizzative ed incarichi di responsabilità che dovevano e potevano esser impiegate per implementare il numero dei passaggi di fascia.
A questo si aggiungano altri 8.000.000 di risorse fisse e ricorrenti lasciate a disposizioni dell’Amministrazione per incomprensibili “oscillazioni contabili” che potevano, anche queste, essere utilizzate per ulteriori passaggi.
Risultato: su circa 35/40 milioni di euro di risorse fisse e ricorrenti disponibili per fare oltre 20.000 passaggi, se ne impiegano solo 17.000.000 senza prevedere alcun impegno al prosieguo del percorso delle progressioni!
Ma non finisce qui: la pre intesa fa slittare al 2017 i passaggi economici, abbandonando, quindi, l’annualità 2016 e, non bastasse ciò, sappiamo sin d’ora che l’Agenzia chiederà di inserire nella procedura quello strumento arbitrario e divisivo della valutazione che già ha creato tanti malumori nella precedente tornata.
Ma come abbiamo detto nei precedenti comunicati, ciò che CGIL, CISL, UIL e SALFI hanno sottoscritto non è vincolante perché non si tratta di un accordo ma di una intesa programmatica che non esplicherà alcun effetto fin quando l’Agenzia non aprirà la trattativa sul fondo 2017.
E qui entra in scena la variabile che quei sindacati e l’amministrazione non hanno contemplato e che può cambiare l’andamento del confronto: la volontà dei lavoratori che possono determinare e decidere se la trattativa vera e propria dovrà avvenire sulla base di quelle cifre irrisorie o su basi radicalmente differenti.
Per questo come USB abbiamo predisposto un percorso di mobilitazione articolato che consenta ai lavoratori, su un tema così importante, di prendere parola e diventare parte attiva della trattativa.
Già in questi giorni partiremo con un primo giro di assemblee a Roma, Pescara, Bologna, Lecce, alle quali seguiranno altri appuntamenti sulla base di un calendario che aggiorneremo di volta in volta.
Abbiamo inoltre predisposto un referendum telematico con il quale forniamo a tutti i lavoratori, con un semplice click, la possibilità di pronunciarsi sulla pre intesa del 14 dicembre.
NON LASCIAMO CHE SIANO CGIL, CISL, UIL E SALFI A DECIDERE SULLE NOSTRE TESTE!
PARTECIPIAMO IN MASSA AL REFERENDUM TELEMATICO INDETTO DA USB E RISPEDIAMO AL MITTENTE LA PREINTESA!