Dopo le recenti assemblee dei lavoratori precari di Milano per affrontare e conoscere il collegato lavoro ci siamo dati come USB appuntamento per un'ulteriore momento di discussione, che cominci a delineare i possibili passaggi da intraprendere come sindacato insieme ai lavoratori. L'obiettivo, condiviso da tutti nelle precedenti assemblee, è stato quello di porre la fine alla parola precarietà e di delineare un percorso di lotta che veda i precari protagonisti. Bisogna imporre, e non solo culturalmente, che se un posto di lavoro ha bisogno sempre di essere ricoperto per far funzionare quel servizio e se a copertura di quelle carenze vengono sempre utilizzati lavoratori precari, allora quel posto di lavoro deve essere coperto stabilmente. Solo nella Regione Lombardia nella P.A., l'utilizzo di forme di lavoro flessibili ha oramai superato il 20% con picchi del 90%, come ad esempio: negli enti pubblici non economici Croce Rossa Italiana, nella lotta dei VVF, l'utilizzo indiscriminato del ricorso a forme di lavoro flessibile negli enti locali, il caso dei lavoratori a somministrazione del parastato del comparto ricerca e scuola. Bisogna riunificare tutti questi lavoratori e costruire una piattaforma comune. Bisogna uscire dalla precarietà e iniziare a ridurre per il futuro l'utilizzo delle forme di lavoro flessibile. Le Pubbliche Amministrazioni, per aggirare il divieto di procedere a nuove assunzioni e garantire al contempo la continuità lavorativa relativa all'attività ordinaria (e non straordinaria), hanno riempito gli uffici di personale con contratti di indubbia eccezionalità. Oggi la precarietà non è più agli albori della legge 30 ma si è ben radicata e molti lavoratori sono coscienti che non si può più vivere con contratti rinnovati di 6 mesi in 6 mesi per anni. La crisi ci impone la massima vigilanza, affinché i precari non siano principalmente essi a pagare il costo della crisi. Bisogna riscrivere oggi i requisiti per la stabilizzazione, attraverso un percorso di solidarietà tra tutti i lavoratori e con un movimento nazionale, porre sul piatto la questione a partire dai territori, una battaglia condotta ente per ente nella Pubblica Amministrazione, come nelle grandi imprese private. Un movimento di lotta affiancato da USB, che esca dall'anonimato della precarietà, che si renda visibile e che imponga una sanatoria sulla stabilizzazione di tutto i lavoratori precari. Vogliamo iniziare una discussione, per questo, che porti ad un percorso di lotta e ad una prospettiva comune. Vi aspettiamo numerosi! |
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alla FSM