Lavoratori,
la formazione è oggi la punta di lancia dell’amministrazione, la militarizzazione l’abbiamo più volte scritto, parte da qua, così dimentichi di diritti e delle norme contrattuali si obbligano i lavoratori a percorsi formativi, si obbligano i formatori/istruttori a svolgere le lezioni.
L’amministrazione non è una entità eterea è diretta da dirigenti, da uomini, che se non hanno le necessarie capacità o sensibilità, fanno un gran danno a tutta l’organizzazione. La formazione è strategica per la crescita del Corpo e per la riuscita del soccorso, deve quindi essere condivisa e fatta con convinzione, se si obbliga non si avrà mai un risultato soddisfacente. Gli istruttori sono le fondamenta della formazione, sono persone che hanno scelto di dedicare del tempo per una formazione superiore in determinati settori e di dedicare, poi altro tempo, per poter condividere la propria passione e le conoscenze acquisite con altri lavoratori. Gli istruttori sono chiamati più volte in un anno a svolgere periodi ad orario giornaliero, con un danno economico, infatti si perdono le indennità accessorie (notturno e festivo), l’incentivo corso è ridicolo (1.20 euro), in una settimana si perdono quasi 35 euro. Quando i nostri dirigenti fanno delle docenze non ci perdono di sicuro e si parla di ben altre cifre. Solo gli istruttori che partecipano ai corsi nazionali hanno un incentivo maggiore (non si capisce perché solo a loro), circa 12 euro al giorno, pagati comunque con gran ritardo. Tralasciamo poi sul fatto che gli istruttori devono nei periodi dei corsi, dedicare ore di straordinario per poter preparare bene le lezioni, spesso ore date dall’amministrazione a titolo gratuito o messe nella banca del tempo. Insomma si fa gli istruttori per passione, non per soldi. L’istruttore non è avulso dal soccorso, nel quotidiano svolge tutte le funzioni che gli spettano come vigile del fuoco nel soccorso ordinario, l’istruttore è dunque una cosa in più, nemmeno riconosciuta per eventuali passaggi di qualifica, se a qualcuno venisse il dubbio che comunque un tornaconto ci potrebbe essere. C’è anche qualche “imbecille” che ti dice: “hai voluto la bicicletta pedala”, quelli sono i peggio, perché nella loro mediocrità, non si accorgono delle differenze. Negli anni il Corpo Nazionale si è “arricchito” di nuove specialità, nel tentativo di creare il “super pompiere” , si favoleggiava di corsi di ingresso per permanenti della durata di un anno, poi si è fatto i conti con l’oste e si sono ridimensionate le aspettative, le stesse si devono anche ridimensionare con gli istruttori, è inconcepibile che si possano fare progetti di formazione a tappeto in certi settori con un numero di istruttori esiguo, chiedendo a quest’ultimi un impegno tale da compromettere la propria qualità di vita e il proprio stipendio.
Questa amministrazione deve pensarci bene prima di minacciare precettazioni, perché è perennemente in difetto, non gratifica economicamente, non gratifica nella carriera, basta vedere gli ultimi passaggi di qualifica e la loro gestione. Il Capo del Corpo se vuol fare la voce grossa, la faccia con chi ha gestito l’ultimo esame a capo squadra, o con chi gestisce gli acquisti di attrezzature e mezzi, faccia la voce grossa con chi da anni dentro questo Corpo ha pensato a tutto meno che al soccorso e non sono pochi.
Diffusa in questo Paese la cultura del “capetto” , che se ne frega delle regole e dei diritti, se ne frega del buon senso, tira avanti con la convinzione di fare bene, con l’arroganza data da quel potere conferito, spesso senza particolare merito, ma dall’indubbi vantaggi economici. Si veda la differenza di busta paga tra un dirigente pubblico e un impiegato, tra un comandante e noi operai del soccorso.
Solo grazie a noi operai, che i dirigenti esistono e solo grazie a noi operai, che il soccorso si fa quotidianamente con professionalità e coraggio, non con circolari e ordini del giorno. Per vostra fortuna e per fortuna dei cittadini, molti di noi vivono la condizione di vigile del fuoco come una missione e quindi sono pronti a tollerare l’intollerabile, ma non esagerate, la misura è colma