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Tematica

Presentata dalla Commissione Parlamentare d'inchiesta la relazione finale sul fenomeno degli infortuni sul lavoro con particolare riguardo alle cosiddette "morti bianche".

Cagliari,

 

 

E’ stata approvata il 15 Gennaio la stesura della relazione finale sul fenomeno degli infortuni sul lavoro, da parte della Commissione parlamentare monocamerale d’inchiesta del Senato.

 

Nella relazione viene evidenziato che sebbene il fenomeno degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali in Italia abbia mostrato negli ultimi anni un trend decrescente, i numeri restano tuttavia ancora troppo elevati ed inaccettabili per un paese civile.   

 

La Commissione ritiene necessario quindi intensificare gli sforzi per la prevenzione e il contrasto del fenomeno che, devono concentrarsi su tre direttrici fondamentali: la formazione/informazione dei lavoratori e delle imprese; i controlli sull’applicazione delle norme; il coordinamento fra tutti i soggetti sociali ed istituzionali competenti.   

 

La Commissione si e` posta in una logica di stretta continuita` con quelle delle legislature precedenti e vi è una sostanziale conferma degli obiettivi dell’inchiesta; ha accertato in particolare:  

 

a) la dimensione del fenomeno degli infortuni sul lavoro, con particolare riguardo al numero delle cosiddette «morti bianche», alle malattie, alle invalidita` e all’assistenza alle famiglie delle vittime, individuando altresı` le aree in cui il fenomeno e` maggiormente diffuso;

 

b) l’entita` della presenza dei minori con particolare riguardo ai minori provenienti dall’estero e alla loro protezione ed esposizione a rischio;

 

c) le cause degli infortuni sul lavoro con particolare riguardo alla loro entita` nell’ambito del lavoro nero o sommerso e al doppio lavoro;

 

d) il livello di applicazione delle leggi antinfortunistiche e l’efficacia della legislazione vigente per la prevenzione degli infortuni, anche con riferimento alla incidenza sui medesimi del lavoro flessibile o precario;

 

e) l’idoneita` dei controlli da parte degli uffici addetti alla applicazione delle norme antinfortunistiche;

 

f) l’incidenza complessiva del costo degli infortuni sulla finanza pubblica, nonche´ sul Servizio sanitario nazionale;

 

g) quali nuovi strumenti legislativi e amministrativi siano da proporre al fine della prevenzione e della repressione degli infortuni sul lavoro;

 

h) l’incidenza sul fenomeno della presenza di imprese controllate direttamente o indirettamente dalla criminalita` organizzata;

 

i) la congruita` delle provvidenze previste dalla normativa vigente a favore dei lavoratori o dei loro familiari in caso di infortunio sul lavoro.

 

 

 

Nelle considerazioni conclusive, la Commissione traccia  un sintetico bilancio sull’attivita`svolta, per evidenziare le principali questioni ancora aperte in materia di salute e sicurezza del lavoro, per proporre alcune possibili soluzioni, sulla base dei risultati dell’inchiesta e dell’esperienza maturata, evidenziando che l’aspetto principale e` quello del completamento, in tempi rapidi, dell’attuazione del Testo unico n. 81 del 2008, che registra purtroppo ancora alcune lacune. A livello settoriale, mentre le grandi attivita` industriali hanno, nel complesso, recepito la normativa, essa incontra tuttora ostacoli e ritardi nei settori dove si concentra maggiormente la presenza delle piccole o piccolissime imprese, come edilizia, agricoltura e artigianato, che non a caso sono anche i comparti con il maggior numero di infortuni (anche mortali).

 

Si ritiene essenziale avviare quanto prima il Sistema informativo nazionale per la prevenzione nei luoghi di lavoro (SINP), la banca dati che dovra` riunire tutte le informazioni inerenti agli infortuni sul lavoro, alle malattie professionali e alle attivita` di prevenzione e vigilanza svolte dai vari enti competenti.

 

La Commissione auspica una sempre maggiore diffusione e valorizzazione dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, cui spetta un importante ruolo di garanzia nel sistema della prevenzione disegnato dal Testo unico. Purtroppo, soprattutto nelle piccole e piccolissime imprese, queste figure stentano ancora ad affermarsi, venendo percepite talvolta con diffidenza o persino con ostilita`, anziche´ in modo collaborativo. L’inchiesta ha rivelato come i nominativi dei soggetti eletti o nominati come rappresentanti per la sicurezza non siano resi noti dall’INAIL per motivi di tutela della privacy, rendendo pero` difficile per i sindacati e per gli enti preposti rapportarsi con loro ai fini delle attivita` di prevenzione e di formazione. A tal fine, anche su sollecitazione della Commissione, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali sta studiando adeguate forme di pubblicita` dei nominativi. La Commissione raccomanda pertanto che sia attivata quanto prima l’anagrafe dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza aziendali e territoriali, al fine di consentire una sempre maggiore diffusione della cultura della sicurezza, anche tra le imprese di minori dimensioni.

 

La Commissione sottolinea ancora una volta la necessita` di assumere provvedimenti urgenti per cercare di ridurre la grave piaga degli incidenti legati all’uso delle macchine ed attrezzature di lavoro, in particolare nel settore agricolo.

 

Accanto al fenomeno degli infortuni sul lavoro, la Commissione richiama l’attenzione sulla prevenzione e il contrasto delle malattie professionali, incoraggiando la diagnosi e la segnalazione tempestiva da parte delle strutture mediche e sanitarie competenti, nonche´ una rapida definizione delle pratiche amministrative per il riconoscimento dei relativi benefici da parte dell’INAIL, laddove ricorrano i necessari presupposti. Una particolare attenzione deve essere riservata alle patologie legate all’esposizione all’amianto.

 

La Commissione sollecita una maggiore considerazione delle differenze di genere ai fini della tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici, anche in adesione alle disposizioni vigenti. Occorre valutare con attenzione i rischi specifici riguardanti gli uomini e le donne e derivanti dalle loro condizioni lavorative e fisiologiche, al fine di impostare le conseguenti azioni di prevenzione. Particolare attenzione va riservata alla salvaguardia della fertilita` degli individui, garantendo la salubrita` degli ambienti di lavoro e la protezione nelle attivita` a maggior rischio contro i possibili danni biologici.

 

La Commissione auspica quindi che si possa riuscire finalmente a illuminare questi «angoli bui» ancora presenti nel tessuto economico-produttivo del nostro Paese attraverso l’impegno e la coesione di tutti gli attori istituzionali e sociali.

 

Infine, la Commissione auspica che si proceda quanto prima ad una revisione dell’attuale sistema delle provvidenze di carattere assicurativo e previdenziale previsto dalle norme vigenti a favore dei familiari superstiti dei lavoratori vittime di infortuni, che in taluni casi si e` dimostrato insufficiente ad assicurare un adeguato ristoro alle famiglie colpite da tali tragedie.