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Comunicati Stampa

PRIMA GIORNATA DI FORTE PROTESTA CONTRO MANOVRA E ACCORDO

Roma,

Leonardi, (USB) una manovra di tale portata deve essere discussa con chi rappresenta i lavoratori

Una prima giornata di forte protesta ha dato oggi il via alla lotta contro la manovra e l’accordo “porcellum”, lotta che proseguirà nei prossimi giorni in vista della mobilitazione nazionale del  prossimo 15 luglio, in cui allo sciopero generale del Pubblico Impiego proclamato da USB si unirà la mobilitazione dei lavoratori di ogni settore, stabili e precari, e dei movimenti sociali.

 

Dal Piemonte alla Calabria, dall’Emilia Romagna alla Campania, dalla Lombardia al Lazio, i lavoratori hanno manifestato dando vita a presidi, volantinaggi e cortei, salendo sui monumenti (come la Torre di palazzo Madama a Torino), bloccando la circolazione, esponendo striscioni, presidiando le sedi di Confindustria e le Prefetture, incontrando gli stessi Prefetti, a cui sono state consegnate note di protesta (a Bologna e Napoli); ma anche occupando luoghi simbolici della città, come la scalinata di Trinità dei Monti a Roma, dove è stato esposto un grande striscione con su scritto “LADRI DI FUTURO. LADRI DI DEMOCRAZIA. NO ALLA MANOVRA. NO ALL’ACCORDO.”.

 

La manifestazione romana, dopo aver bloccato il traffico in via del Corso, ha raggiunto prima Palazzo Chigi e poi, dopo il rifiuto di un incontro da parte della Presidenza del Consiglio, si è spostata davanti  Palazzo Grazioli, dove è stata fermata dalle forze dell’ordine.

 

“Palazzo Chigi ha respinto la nostra richiesta di incontro con la ridicola motivazione di non disporre del testo della manovra”, riferisce Pierpaolo Leonardi, dell’Esecutivo Confederale USB. “Noi insistiamo nel chiedere alla Presidenza del Consiglio di incontrarci, perché non è possibile che manovre di questo tenore e portata vengano costruite senza confronto con chi davvero rappresenta i lavoratori, i precari, i disoccupati, i pensionati, tutti coloro che da sempre hanno pagato le tasse fino all’ultima lira e che non vogliono più accollarsi tutti i costi della crisi”.

 

Ammonisce il dirigente USB: “Non pensi il Governo di utilizzare l’infame accordo sottoscritto da Confindustria e Cgil Cisl Uil Ugl per impedire la reazione nei luoghi di lavoro, che non potrà non essere proporzionata alla durezza della manovra stessa”, conclude Leonardi.