In questi giorni il Comune di Genova ha espresso la sua volontà di accelerare i tempi della vendita del 40% di AMIU ai privati, per reperire risorse che compensino i pesantissimi tagli del governo Berlusconi agli enti locali. In questo modo, dice il Comune, si potranno salvare servizi essenziali per la popolazione.
I tagli ci sono, e pesantissimi, ma le privatizzazioni sono in realtà condivise da tutti. Dunque assistiamo oggi solo ad un balletto sulle responsabilità dei tagli, ma sui rimedi non c’è grande differenza tra i vari governi, siano essi locali o nazionali: il conto della crisi lo devono pagare solo i lavoratori. Chi ha provocato la crisi, banche, banchieri, speculatori sono salvi e non pagano nulla.
Nel paese dell’evasione fiscale record, degli stipendi e dei bonus milionari, del fisco iniquo (basti pensare che le rendite finanziarie sono tassate al 12,5%) per trovare i soldi si colpiscono lavoratori e pensionati, si tagliano i servizi essenziali, si privatizza.
Ma il fallimento delle privatizzazioni è evidente ovunque. A livello locale basta vedere cosa succede in AMT e IREN (ex Amga). Ci è stato raccontato che grazie alla concorrenza avremmo avuto tariffe più basse per gli utenti e salari più alti per i lavoratori. E’ SUCCESSO ESATTAMENTE IL CONTRARIO. La logica del profitto impone di rendere “competitive” queste aziende diminuendo gli organici, precarizzando il lavoro, esternalizzando e spezzettando il ciclo produttivo. Intanto le tariffe aumentano e la qualità diminuisce.
Illudersi di cogestire questi processi come fanno CGIL CISL e UIL è fallimentare, sbagliato e non porta nessun reale vantaggio ai lavoratori.
USB, presente in moltissime aziende del settore dei rifiuti, dell’acqua e dell’energia massicciamente interessate da privatizzazioni si oppone da sempre a queste politiche:
a livello generale
· promuove e sostiene tutte le battaglie contro le privatizzazioni, per la ripubblicizzazione di acqua, gas, rifiuti, energia.
· Interviene con proprie proposte per rimettere in discussione le leggi in materia, a partire dal recente decreto Ronchi
a livello aziendale
· rifiuta ogni logica di scambio e cogestione con le aziende
· contrasta ogni tentativo di spezzettamento ed esternalizzazione di fasi di lavoro
· denuncia e si batte contro l’introduzione di contratti peggiorativi
· chiede veri aumenti salariali per tutti, contro la triennalizzazione dei contratti e la pretesa di legare sempre di più i salari alla produttività e alla competitività aziendale
· lotta per la piena democrazia sindacale e per il diritto di sciopero messo duramente in discussione nel settore dalla legge sui servizi minimi.
USB. DALLA PARTE DEI LAVORATORI. E BASTA.