Dopo la mobilitazione nazionale e l’incontro al Ministero della Salute del 29 Maggio scorso (https://www.usb.it/leggi-notizia/29-maggio-2020-fase-2-curiamo-la-sanita-pubblica-dalla-retorica-degli-eroi-alla-realta-degli-sfruttati-1232-1.html) sembra che il governo abbia mantenuto, almeno in parte, gli accordi presi con l’USB durante il tavolo. Infatti, ieri è stato approvato dal Parlamento l’emendamento al decreto “Rilancio” che finalmente va a sanare la situazione dei precari che raggiungono o raggiungeranno i 36 mesi di lavoro con contratto a tempo determinato nel sistema Sanitario Nazionale entro il 31/12/2020.
Una norma che doveva già essere inserita nella prima versione del DL ma che è misteriosamente sparita la notte prima che lo stesso fosse emanato, senza che nessuno ne sapesse il motivo o men che meno se ne assumesse le responsabilità. Ci sono volute manifestazioni nazionali e presidi sotto alle Regioni affinché, ad almeno una parte
dei famigerati “eroi”, fosse riconosciuto il sacrosanto diritto ad un contratto di lavoro a tempo indeterminato.
Questo risultato si somma a quello dell’annunciata assunzione di ulteriori 1000 infermieri idonei della graduatoria del Sant’Andrea, di cui pure si è discusso nell’incontro al Ministero.
Ci viene da dire: troppo poco e troppo in ritardo! Considerando anche il fatto che adesso la palla passa alle regioni, che avranno tempo fino al 2022 per stabilizzare i precari emanando i contratti a tempo indeterminato, ennesima sciagura prodotta dalla frantumazione di un unico SSN in 20 sistemi regionali.
Chiaramente non c’è nessuna intenzione di aspettare così a lungo né da parte dei lavoratori né da parte dell’USB.
Vogliamo che ogni singolo contratto precario venga immediatamente convertito a tempo indeterminato, che ogni singolo lavoratore e lavoratrice esternalizzato, tramite la finta
intermediazione lavorativa delle cooperative, venga assunto dall’Aziende Sanitarie di riferimento. Vogliamo che vengano stanziati nuovi fondi per la sanità pubblica, l’unica che si è dimostrata in grado di affrontare l’emergenza sanitaria. Vogliamo che si proceda nell’ottica di riorganizzare tutto il Servizio Sanitario su base nazionale per evitare spreco di risorse e disuguaglianze tra i cittadini e i lavoratori. Vogliamo che venga implementata la rete territoriale e i servizi di prevenzione.
Servono nuove assunzioni e un contratto unico per chi opera in sanità che riconosca aumenti salariali in linea col resto d’Europa e dignità professionale.
E vogliamo tutto questo ora, prima che una nuova emergenza ci colga nuovamente impreparati.Per questi motivi, pur accogliendo con favore la possibilità di stabilizzazione dei precari del 2020 siamo convinti che la lotta è appena iniziata.
CI VEDIAMO IN PIAZZA MONTECITORIO IL 2 LUGLIO ALLE 10.30.