Dopo che la Funzione Pubblica ha pubblicato sul portale mobilita.gov.it i dati delle rilevazioni, è confermato definitivamente che, il processo di ricollocazione dei dipendenti soprannumerari delle province, città metropolitane e croce rossa, è stato un gigantesco fallimento.
Il modello messo in campo dalla Funzione Pubblica, con il portale della mobilità, ha visto partecipare 5.358 amministrazioni, pari al 52,2% del totale nazionale, a dimostrazione che solo poco più della metà delle amministrazioni obbligate, ha reso disponibili i posti per la ricollocazione. Il 47,8% non ha caricato sul portale nemmeno un posto! Pur essendovi un evidente obbligo normativo.
L'Unione Sindacale di Base contraria sin dall'inizio alla riforma Delrio, ha bocciato immediatamente l'uso di questo sistema per la ricollocazione del personale provinciale. Era evidente, sin dalla sua presentazione, che sarebbero mancate forme di controllo dei posti disponibili ed un censimento dei lavoratori da ricollocare, che andava svolto prima di dichiararli soprannumerari e non dopo.
I fatti purtroppo ci hanno dato ragione, i prefetti non hanno vigilato, anche con l'introduzione del Decreto Ministeriale del 14.9.2015, che prevedeva una forma di controllo da parte degli stessi, ha visto ugualmente quasi la metà delle amministrazioni non caricare nessun posto disponibile nel portale della mobilità.
I dati del reale fabbisogno delle amministrazioni dello stato non sono emersi, andando a controllare i flussi delle assunzioni complessivi nel settore pubblico degli anni precedenti, consultando il Conto annuale, si nota che annualmente vi sono state fino al 2014 circa 14.000 assunzioni per concorso nei comparti chiamati ad assorbire i soprannumerari e quasi il doppio di assunzioni per mobilità.
Solo restando al mondo dei comuni, nel 2014 vi sono state 2167 assunzioni per concorso e 3766 per mobilità. Il dato rilevato dalla Funzione Pubblica, dunque, è certamente falsato ed insufficiente. I posti disponibili presso le amministrazioni sono sicuramente molti ma molti di più.
Infatti, quasi la metà delle amministrazioni non ha risposto, mentre è assai probabile che anche le amministrazioni degnatesi di caricare i posti disponibili nel sistema non li abbiano inseriti tutti.
Così, non solo si è consentito che poco meno della metà delle amministrazioni violasse senza alcuna conseguenza gli obblighi normativi, ma si è creato uno spaventoso squilibrio tra posti disponibili e personale soprannumerario.
Su 15 regioni, in ben 6 (Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia e Umbria) i posti resi disponibili dalle pubbliche amministrazioni sono inferiori al numero dei dipendenti in soprannumero.
In quelle sei regioni lo sblocco delle assunzioni per le amministrazioni rischia di restare una chimera e, comunque, nessuno ha pensato a quale possa essere la contromisura per un’ipotesi del genere che, pure, era facilissimo prevedere.
Ma non si tratta dell’unico problema rilevato, c’è anche quello dello squilibrio territoriale per qualifiche. Il report pubblicato dalla Funzione Pubblica non contiene dati aggregati, per cui solo navigando tra gli elenchi si nota come vi sia una chiara difficoltà di far combaciare domanda ed offerta di mobilità sul piano delle competenze professionali e dell’inquadramento giuridico.
Colpiti sopratutto i lavoratori delle Polizie Provinciali.
E’ chiaro che nelle 6 regioni nelle quali i soprannumerari eccedono i posti disponibili non si riuscirà a ricollocarli tutti, ma anche nelle regioni in cui i posti siano sovrabbondanti rispetto ai dipendenti in sovrannumero il problema si porrà certamente, proprio perché le qualifiche non combaciano tra domanda e offerta, e sarà difficile esprimere, per i lavoratori, la propria preferenza di ricollocazione.
Ragionare poi solo in termine di quantità dei dati è sbagliato. Occorre anche tenere presente della “qualità”. E’ piuttosto evidente che i posti resi disponibili da piccoli comuni del territorio saranno poco appetibili e saranno scelti solo da chi abbia convenienze logistiche. Eppure, i posti messi a disposizione dalle amministrazioni più grandi e, in particolare, dai comuni capoluogo, appaiono davvero pochi.
Il problema dei soprannumerari non è affatto risolto, anzi, siamo ancora lontanissimi dalla sua
conclusione. Se le premesse del governo Renzi in materia di ricollocazione del personale, sono
queste, la prospettiva che questo sistema sarà utilizzato per gestire gli esuberi delle società partecipate,delle Camere di commercio e della Croce rossa, fa accapponare la pelle.
Tutta questa vicenda non fa altro che confermare quello che la nostra organizzazione sindacale aveva da sempre sostenuto, la riforma delle Province e delle città metropolitane, non ha portato nessun beneficio al paese e nessun risparmio nelle casse dello Stato, al contrario ha prodotto disservizi ai cittadini ed ha messo in difficoltà migliaia di lavoratori che stanno
affrontando i processi di mobilità.
I delegati ed iscritti USB degli EELL saranno domenica 3-4-2016 a Milano per
partecipare alla grande assemblea che rilancerà una nuova stagione di lotta.
USB-PI Enti Locali