Ancora una volta le nostre terre sono state colpite da un'alluvione.
Giovedì 11 ha incominciato a piovere incessantemente nel pomeriggio e non ha più smesso fino a sabato.
Tutti i lavoratori della Provincia di Genova appartenenti alle Direzioni “Lavori Pubblici e Viabilità”, senza chiedere nulla, si sono messi subito a disposizione. Quando succedono certi avvenimenti i lavoratori lo sanno da soli.
La causa di certi eventi la conosciamo tutti. E non è certo per colpa del TAR o della presunta burocrazia, ma per la cementificazione selvaggia delle nostre periferie, per l'assurdità di opere come la TAV, per i lavori fatti in deroga, per l'abbandono delle campagne da parte dei contadini, ma anche per lo Stato, che non fa altro che seminare sale.
Nessuno si è tirato indietro. Ha sfidato la pioggia, la notte incombente, il pericolo che l'acqua ribelle porta nelle nostre strade, “… nera di malasorte che ammazza e passa oltre....”. Ha messo la propria professionalità al servizio dei cittadini. Al di sopra di tutto. Senza retorica, mettendo a rischio anche la propria incolumità.
Più le ore passavano e più il pericolo aumentava. Perché quando sei stanco perdi la lucidità necessaria e puoi commettere l'errore dal quale non si torna più indietro. Ma comunque si va avanti senza guardare alle norme sulla sicurezza. Bisogna garantire la sicurezza degli altri cittadini. Poi viene la nostra.
Soloni delle privatizzazioni e della cancellazione delle Province, fatevi un giro per le “nostre strade”. Centinaia sono le frane, gli smottamenti e gli alberi abbattuti. Centinaia i tombini che la furia del fango ha tappato. Ma a parte i casi impossibili, le strade sono aperte e percorribili. E' così da sempre, da quando la Provincia esiste. Con la pioggia, con la neve, con la galaverna.
Nonostante ci abbiano tagliato lo stipendio, i ticket e il salario accessorio. Nonostante ci abbiano cambiato l'orario di lavoro per poter risparmiare la miseria di 100.000 €. Nonostante le accuse di essere fannulloni e inutili. Nonostante l'essere indicati come una della cause principali del debito pubblico del nostro Paese. Nonostante abbiano portato l'amministrazione sull'orlo del fallimento.
Nonostante le denunce fatte nei mesi scorsi rispetto ai tagli governativi che peggiorano gli interventi di prevenzione.
Certo non eravamo soli nella notte, abbiamo incontrato Vigili del Fuoco, Forze dell'Ordine, lavoratori dei piccoli Comuni. Tutti dipendenti pubblici. Tutti a testa alta.
A differenza di altre volte, però, abbiamo notato che nei telegiornali e nelle interviste ai Sindaci dei piccoli Comuni, noi siamo letteralmente scomparsi.
Siamo diventati un “ente di secondo livello”, in tutti sensi.
I nostri futuri governanti si sono autonominati. Pensano forse di poter fare a meno di noi oppure non sanno assolutamente di cosa si occuperanno? Purtroppo crediamo che la risposta giusta sia la seconda.
Ai lavoratori interessa poco. Se accade di nuovo ci saranno come da sempre.
Se gli chiedete perché vi risponderanno mezzo in genovese, con i tipici dialetti delle vallate o spiccatamente con cadenze del meridione. Alzando le spalle diranno : “Facciamo null'altro che il nostro dovere”.
Però sono sempre più arrabbiati e delusi.