Continua la mobilitazione dei dipendenti della Provincia di Roma per dimostrare tutto il loro dissenso riguardo l’operato della Giunta Zingaretti su questioni riguardanti la valorizzazione del personale, la Sede Unica, la gestione della Viabilità, della Cultura, della Polizia Provinciale. Lo scorso 19 ottobre, infatti, si è svolta un assemblea generale convocata dalle Rappresentanze Sindacali Unitarie, ossia CISL, UIL, USB, COBAS (CGIL assente perché in contrasto con l’RSU) dove si sono incontrati tutti i lavoratori dell’amministrazione provinciale per concordare una comune iniziativa di lotta. Dopo un lungo dibattito durato l’intera mattinata, dove ciascuno ha potuto sottolineare le manchevolezze e le carenze della Giunta Zingaretti, si è stabilito di procedere ad una serie di iniziative di protesta, tra i quali un sit in piazza davanti la sede centrale di Palazzo Valentini, per contestare alcune scelte altamente discutibili da parte dell’amministrazione. Molte sono le questioni aperte che non trovano risposta e che hanno portato i lavoratori della Provincia ad adottare misure più radicali per far sentire la loro voce. Si parte dalla Sede Unica, ossia la scelta di accorpare gran parte dei dipendenti della Provincia di Roma (ne conta 3.500) in un unico stabile per favorire l’utenza e la razionalizzazione delle spese. Il fatto è che l’amministrazione si è ostinata sull’acquisto di una Sede decentrata e disagiata, non raggiungibile attraverso il servizio di metropolitana, ovvero le Nuove Torri del Torrino, progettate dall’architetto Franco Purini e costruite dalla famiglia Parnasi (Gruppo Parsitalia), indebitandosi per 280 milioni di euro che si vanno ad aggiungere alle altre passività dell’amministrazione. Un’operazione molto rischiosa alla luce della crisi attuale, dei tagli continui agli enti locali e del declassamento che le agenzie di rating hanno operato sull’indice di affidabilità economica della Provincia di Roma, prevedendo un ulteriore peggioramento nel futuro. I dipendenti temono giustamente un aumento degli interessi da pagare su mutui futuri che la Provincia di Roma dovrà per forza stipulare in quanto non ha la somma necessaria per tale acquisto, nemmeno vendendo a prezzo di favore i suoi immobili di pregio come quelli che ospitano il comando regionale dei carabinieri a piazza del Popolo (44 milioni di stima) e quello provinciale di piazza San Lorenzo in Lucina (26 milioni). Poi c' è via delle Tre Cannelle dove ci sono alcuni uffici, via Cavour dove sta l' assessorato alla Mobilità, il piano superiore di via dei Prefetti (al primo piano c’è la libreria e bar-caffetteria “Fandango incontro”), una ex scuola a via Luisa di Savoia, gli assessorati di via di Villa Pamphili (il palazzo potenzialmente più remunerativo, con 45 milioni di valore stimati). La gestione del patrimonio provinciale sarà affidata ad un fondo immobiliare di proprietà di Palazzo Valentini, gestito da un soggetto privato che sarà individuato con gara europea a metà novembre. Tutta questa operazione è stata avviata dalla precedente Giunta Gasbarra nel 2005, ma la vera accelerazione è avvenuta solo in questi ultimi anni, all’insaputa dei dipendenti che saranno deportati in questa nuova struttura senza aver potuto dire la propria e magari proporre soluzioni meno onerose, decentrate e al servizio dell’utenza come i “circondari” distribuiti sul vasto territorio amministrato dalla Provincia di Roma, fuori dalla Capitale, contribuendo quindi a decongestionare il traffico cittadino di chi deve venire in città per sbrigare la propria pratica amministrativa. A questa spinosa questione si aggiunge lo strano svuotamento di competenze e servizi a favore di Roma Capitale, inserendosi nel più ampio contesto dell’abolizione delle Province e nella prospettata istituzione dell’Area Metropolitana. Una riduzione di attività e di centralità dell’amministrazione provinciale che preoccupa molto i lavoratori i quali non comprendono bene il disegno generale del Presidente Zingaretti e che temono lo svilimento della loro professionalità. Del resto questa amministrazione ha sempre evitato il confronto costruttivo con le rappresentanze in seno alla RSU e molte decisioni della Giunta Provinciale si sono apprese solo leggendole sui giornali. Un atteggiamento che rende difficile ogni possibile dialogo e proposta alternativa. A questo si somma il mancato riconoscimento dell’impegno dei dipendenti di questa amministrazione che ancora attendono lo scorrimento delle graduatorie interne, le progressioni economiche orizzontali, una formazione adeguata e finalizzata al miglioramento della loro professionalità. Tutte questioni irrisolte che si aggiungono alla deriva della viabilità abbandonata a se stessa, alla lacunosa progettualità della manutenzione stradale, alla strana operazione di Porta Futuro che nei fatti toglie attenzione e risorse ai Centri di Collocamento e di cui non si comprende appieno il ruolo di Capitale Lavoro. Per tutto questo i lavoratori della Provincia di Roma coordinati dalle Rappresentanze Sindacali hanno deciso di mobilitarsi e di procedere ad azioni di lotta per sollecitare l’amministrazione a dare risposte esaustive sulle problematiche poste e magari a ritornare su alcune scelte che, sebbene prese, non vuol dire che siano quelle più giuste.
Aderente
alla FSM