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Pubblicata in Gazzetta Ufficiale la Riforma del mercato del lavoro

Nazionale,

 

Parlamento: pubblicata la Riforma del Mercato del Lavoro - Legge n. 92/2012

 

E' stata pubblicata, sul Supplemento Ordinario n. 136 alla  Gazzetta Ufficiale n. 153 del 3 luglio 2012, la Legge n. 92/2012, contenente le disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita.

La Riforma entra in vigore il 18 luglio 2012.

 

La Came

ra dei Deputati, nella seduta del 27 giugno 2012, ha approvato il Disegno di Legge di Riforma del mercato del lavoro. Dopo la promulgazione del Capo dello Stato e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, la Riforma diverrà legge.

in allegato il testo approvato

L'Assemblea ha approvato il disegno di legge "Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita" (ddl 3249) che ora passa all'esame della Camera dei deputati.

ASPI. La nuova assicurazione sociale per l'impiego parte nel 2013 e sostituirà a regime, nel 2017, l'indennità di mobilità e tutte le altre indennità di disoccupazione. Vi rientreranno i lavoratori dipendenti, gli apprendisti e gli artisti. L'aliquota sarà gravata di un ulteriore 1,4% per i lavoratori a termine. Sarà possibile trasformare l’Aspi in liquidazione da prendere in una soluzione unica per avviare un'impresa. Perde il sussidio chi rifiuta un impiego con una retribuzione superiore almeno del 20% rispetto alla sua indennità.

ARTICOLO 18. Resta nullo il licenziamento discriminatorio intimato, per esempio, per ragioni di credo politico, fede religiosa o attività sindacale. Nei casi dei licenziamenti disciplinari (giusta causa o giustificato motivo soggettivo), minore discrezionalità del giudice nella scelta del reintegro, che sarà deciso solo sulla base dei casi previsti dai contratti collettivi e non più anche dalla legge. Niente reintegro automatico, invece, in caso di licenziamento per motivi economici; prevista in alcuni casi un'indennità risarcitoria. La procedura di conciliazione, obbligatoria in questo caso specifico, non potrà essere bloccata da una malattia “fittizia” del lavoratore (tranne che per maternità o infortuni sul lavoro).

PARTITE IVA. Saranno considerate “vere” quelle con un reddito annuo lordo dai 18mila euro in su. In caso di retribuzione inferiore ci sono però altri vincoli: la durata di collaborazione non deve superare otto mesi (erano 6 nel ddl originario); il corrispettivo pagato non deve essere superiore dell'80% di quello di dipendenti e co.co.co (75% nel ddl); il lavoratore non deve avere una postazione fissa in azienda: per esempio, si può avere il telefono ma non una scrivania.

CONTRATTI A TEMPO. Sarà di un anno la durata massima del primo contratto a termine, che potrà essere stipulato senza specificare la causale. Le pause obbligatorie salgono dagli attuali 10 giorni per un contratto di meno di 6 mesi a 20 giorni e a 30 per uno di durata superiore. In questo caso il Parlamento ha reso più soft quanto previsto dal governo.

APPRENDISTI. Il Senato ha allentato i vincoli previsti dal governo. Sarà infatti sempre possibile assumere un nuovo apprendista, ma i contratti in media dovranno durare almeno 6 mesi e cambia il rapporto numerico con le maestranze qualificate.

CO.CO.PRO. Definizione più stringente del progetto con la limitazione a mansioni non meramente esecutive o ripetitive e aumento dell'aliquota contributiva di un punto l'anno fino a raggiungere nel 2018 il 33% previsto per il lavoro dipendente. Lo stipendio minimo dovrà fare riferimento ai contratti nazionali di lavoro. Si rafforza l'attuale una tantum per i parasubordinati. Ad esempio, chi ha lavorato 6 mesi potrà avere oltre 6mila euro.

MIGRANTI. Sale da 6 mesi a 1 anno la validità del permesso di soggiorno per il lavoratore extracomunitario che beneficia di interventi di ammortizzazione.

JOB ON CALL. Per attivare il lavoro a chiamata basta un sms alla Direzione provinciale del lavoro. In caso di mancato avviso l'azienda rischia da 400 a 2400 euro di multa. Sarà libero per under 25 e over 55.

COPERTURE DA VOLI E AFFITTI. Ridotte le deduzioni sulle auto aziendali e quelle sulla tassa al servizio sanitario nazionale, che si applica sulle assicurazioni Rc auto. Tagliato dal 15 al 5% lo sconto forfait previsto per chi dichiara con l'Irpef i redditi derivanti da affitto (non tocca chi applica la cedolare). Aumenta di 2 euro la tassa di imbarco aereo.

Approvata al Senato la riforma del mercato del lavoro

di Simona D'Alessio del 01/06/2012 da professionisti.it

 

Con 231 sì, 33 no e 9 astenuti (fra cui l'ex ministro del welfare Maurizio Sacconi del Pdl), l'aula del senato ha approvato ieri il disegno di legge di riforma del mercato del lavoro. E sul testo, ora all'esame dei deputati, pesa l'ipotesi del voto di fiducia anche a Montecitorio: il premier Mario Monti al termine della votazione non ha parlato esplicitamente di una nuova blindatura, ma ha sottolineato che «a noi interessa il buon esito» del provvedimento, «faremo le valutazioni che saranno necessarie». Sullo sfondo, infatti, ci sono le dichiarazioni di vari esponenti di Pd e Pdl che definiscono il ddl «incompleto», esprimendo chiaramente la volontà di apportare delle correzioni alla camera.

L'articolato di 77 articoli, sensibilmente modificato rispetto alla versione originale del governo, dispone una revisione del sistema di sostegno al reddito, introducendo dal 1° gennaio prossimo l'Aspi, l'Assicurazione sociale per l'impiego, che sostituirà quanto oggi non rientra nella cassa integrazione ordinaria, comprendendo cioè indennità e incentivi di mobilità, disoccupazione per apprendisti e sussidio una tantum per co.co.pro. Per sfoltire la giungla delle «false partite Iva» (fenomeno che si stima riguardi circa 400 mila persone, impiegate come lavoratori subordinati) poi, sono stati messi nero su bianco tre indicatori: la collaborazione deve durare almeno otto mesi nell'anno solare, il corrispettivo deve essere dell'80% rispetto a quelli totali in un anno, si possiede una postazione «fissa» nella sede del committente. Un reddito lordo annuo di almeno 18 mila euro sarà, invece, la «spia» per dichiarare una partita Iva genuina.

Il restyling dell'art. 18 sullo statuto dei lavoratori incide sui licenziamenti disciplinari, per i quali il giudice potrà ordinare il reintegro della persona soltanto sulla base dei contratti collettivi, e non anche sulla base della legge, o delle tipizzazioni di giustificato motivo soggettivo e di giusta causa. Novità, infine, per i papà: alla nascita del figlio avranno un giorno di congedo obbligatorio, al quale ne potranno essere aggiunti altri due facoltativi, però scalati dalle 20 settimane che spettano di diritto alla madre.

 

Ddl lavoro: questione di fiducia. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento Giarda ha posto, a nome del Governo, la questione di fiducia sull'approvazione di quattro emendamenti relativi al disegno di legge "Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita" (ddl 3249). Mercoledì si sono svolte le prime due chiame: la prima si è conclusa con 247 sì, 33 voti contrari e 1 astenuto; la seconda con 246 voti favorevoli, 34 contrari e nessuna astensione. Giovedì mattina la terza votazione si è conclusa con 239 voti favorevoli, 31 contrari e un'astensione. E' ora in corso la quarta chiama; dalle ore 12, in diretta televisiva, si svolgeranno le dichiarazioni di voto e la votazione finale.
(31 maggio 2012)

 

 

DDL lavoro, rinvio al 23 maggio

Prosegue l'esame del DDL lavoro al Senato con l'obiettivo finale dell'approvazione in tempi rapidi. Numerose e importanti saranno le modifiche al testo del disegno di legge che si stanno profilando. Un nodo critico da sciogliere riguarda l'utilizzo dei buoni lavoro nel settore agricolo. La Commissione Lavoro ha calendarizzato l'esame in Aula per le sedute di mercoledi' 23 e di giovedi' 24 maggio. Dai lavori di questi giorni in Parlamento che stanno impegnando quasi giorno e notte i nostri governanti, potrebbero emergere importanti novità in merito al contenuto delle riforma del mercato del lavoro.I lavori sono in fase di conclusione e, ad oggi, quanto emerso depone per le seguenti modifiche (ovviamente tutto va valutato tenuto conto che si tratta di un provvedimento in fase di elaborazione e il condizionale è d'obbligo):

- Contratto di lavoro a termine: potrebbe essere aumentata la durata del contratto a termine "senza causale". Si passerebbe da un'ipotesi di 6 mesi a ben 12 mesi. Per contro, sarebbe ridotto a 20-30 giorni l'intervallo tra contratti a tempo determinato per l'avvio di nuove attività;

- Apprendistato: sarà sempre possibile assumere un apprendista, a differenza di quanto previsto nel testo del disegno di legge. (assunzione vincolata alla trasformazione del contratto per almeno il 50% degli apprendisti in azienda);

- Lavoro a chiamata: sarà sufficiente inviare un sms alla direzione territoriale per comunicare l'avvio del rapporto di lavoro; l'omesso avviso potrebbe comportare l'applicazione di una sanzione da 400 a 2400 euro di multa. Inoltre, dovrebbe essere svincolato da limiti il ricorso al lavoro a chiamata per i soggetti under 25 e per quelli con piu' di 55 anni;

- Lavoro con voucher: un nodo critico da sciogliere riguarda l'utilizzo dei buoni lavoro nel settore agricolo. Distanti sono apparse le posizioni del ministro Fornero e del responsabile delle Politiche agricole, Mario Catania. ''Sui voucher per i lavoratori del settore agricolo permangono problemi che possono rallentare la marcia del provvedimento'', cos' le parole del relatore del disegno di legge di riforma del mercato del lavoro, Maurizio Castro del Pdl. Il punto controverso sarebbe identificato nella porzione di norma (all'art.11) laddove si prevede la non applicabilita' dei voucher per i lavoratori iscritti nelle liste nominative e il tetto di 7 mila euro di utile per le aziende agricole che possono fare ricorso ad essi;

- Partite Iva e co.co.pro: verrebbe introdotto per i collaboratori a progetto il "salario base", individuato con riferimento alla media delle retribuzioni stabilite dai contratti collettivi. Invece, per i titolari di P.Iva le modifiche riguarderanno i requisiti per distinguere le partite Iva ''vere'' da quelle fasulle;

- Revisione dell'art.18 dello statuto dei lavoratori sui licenziamenti individuali: la Commissione ha approvato gli emendamenti proposti al disegno di legge, anche se ancora il punto sull'art. 18 dello Statuto non è definitivo. 

 per visionare gli emendamenti:

www.senato.it/leg/16/BGT/Schede/Ddliter/testi/38222_testi.htm

 

che prevedono gli emendamenti:

Numerosi gli emendamenti al DDL lavoro presentati in commissione Lavoro al Senato. Tra i molti anche le proposte che riguardano i collaboratori, con un ritocco all'una tantum e la previsione di un salario base. Novita'  anche per i titolari di partita Iva e lavoratori dipendenti. Collaboratori co.co.pro.

La norma che disciplina l'erogazione dell'una tantum per i collaboratori, contenuta nella prospetta riforma del mercato del lavoro, potrebbe subire delle modifiche.

Il primo emendamento presentato riguarda il compenso per i collaboratori a progetto (co.co.pro), che avrà un importo minimo stabilito per legge: si introduce quindi il salario base sotto la cui soglia il datore di lavoro non potrà scendere in quanto a retribuzione. A quanto ammonterà? Sarà determinato periodicamente con decreto del Ministero del Lavoro, sulla base della media tra le tariffe del lavoro autonomo e dei contratti collettivi nazionali.

Previsto anche un assegno di disoccupazione se si perde il lavoro. Per i precari con contratto co.co.pro, infatti, un altro emendamento prevede una una tantum più ricca, visto che per questi lavoratori parasubordinati non è possibile per ora la copertura con l’Aspi (assicurazione sociale per l’impiego) come si auspicava.

Da qui ai prossimi tre anni, quindi, si attuerà sperimentazione: i parasubordinati con contratto da co.co.pro, a fine rapporto otterranno un indennizzo (una sorta di TFR o indennità di disoccupazione). Ad esempio, se hanno lavorato da sei mesi ad un anno, il calcolo approssimativo dell’assegno sarà pari a circa seimila euro.
La decisione di creare una
mini-Aspi per questa categoria di lavoro è dunque demandata allo scadere dei tre anni di sperimentazione.

Titolari Partita IVA

Altri interventi potrebbero riguardare i titolari di partita Iva: si ipotizza che i titolari di p.iva che hanno un reddito annuo lordo di almeno 18mila euro siano da considerare "vere". Al di sopra di tale reddito non sarebbero quindi valide presunzioni per far scattare l'assunzione.

Lavoratori dipendenti

Sul versante dei lavoratori dipendenti, si pensa di consentire loro di partecipare a utili azienda e potrebbero diventare anche componenti dei Consigli di sorveglianza, come avviene oggi in Germania.

Assunzioni a termine

Per i lavoratori con contratto a tempo determinato viene abolita la causale d’assunzione e viene prolungata da sei mesi a un anno la durata del primo contratto a termine: questo, in sintesi, il contenuto di un altro emendamento.

In alternativa, al posto del requisito minimo dei 12 mesi, i contratti di assunzione a termine può anche valere una “franchigia oggettiva” inferiore «al 6% del totale dei lavoratori occupati nell’ambito dell’unità produttiva» : questo però varrà solo per start-up, lancio di nuovi prodotti, innovazione tecnologica, progetto di Ricerca e Sviluppo o proroga di una commessa consistente.

Altra novità: un emendamento accorcia l’intervallo tra due assunzioni a tempo determinato.  Il Ddl parlava di almeno 60 per contratti di sei mesi e di almeno 90 giorni per contratti di durata maggiore (in alternativa scatta l’assunzione a tempo indeterminato): nell’emendamento si parla di 20 e 30 giorni rispettivamente.

Licenziamenti

In tema di articolo 18 e conciliazione obbligatoria in seguito a licenziamento, i relatori hanno presentato un emendamento anti-frode, secondo cui il licenziamento scaturito dall’esito del procedimento disciplinare scatta il giorno stesso della comunicazione, fatti salvi i casi di maternità e infortunio sul lavoro.

Lavoratori a chiamata

Per incentivare il lavoro intermittente o a chiamata (job on call), un emendamento prevede che l’avvio del contratto possa essere comunicato dal datore di lavoro alla Direzione territoriale del lavoro competente per territorio con una semplice mail, o un fax o addirittura un sms, per ridurre la burocrazia e spingere le imprese ad assumere con questa particolare formula.

Non solo: sarà sufficiente una sola comunicazione per tutte le prestazioni fornite dal lavoratore in 30 giorni nell’ambito di un ciclo integrato. infine, vengono abolite le restrizioni di età: il job on call sarà applicabile anche agli under 25 e agli over 55.

Prestazioni accessorie

Anche le imprese commerciali e gli studi professionali potranno utilizzare i voucher lavoro – oggi utilizzati ampiamente nelle imprese agricole – con un tetto massimo di 2mila euro per ciascun committente.E per evitare eventuali abusi, nei voucher dovranno essere indicati data, importo orario e durata.

Iter parlamentare

Dopo che la Commissione Lavoro ha concluso il suo esame del Ddl 3249 recante “Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita”, presentato dal Ministro Elsa Fornero, c’è ancora tempo per depositare ulteriori sotto-proposte di modifica.

Scadenza ultima per la presentazione dei sub-emendamenti agli emendamenti presentati dei due relatori e ai 27 presentati da Governo: 11 maggio 2012 alle ore 18:00.

«Presumiamo che la commissione Bilancio darà i suoi pareri sulle coperture entro martedì pomeriggio (15 maggio, ndr) e quindi da martedì in notturna» avrà inizio il voto in commissione, che dovrebbe concludersi «all’alba di giovedì (17 maggio, ndr)» , ha dichiarato il relatore Castro.

 

NON VOTATELA! APPELLO ALLE SENATRICI E AI SENATORI DELLA REPUBBLICA ITALIANA -Firma anche tu!-

MANDIAMO UN APPELLO A TUTTI I SENATORI INVITANDOLI A NON VOTARE

Noi lavoratrici e lavoratori, precari, disoccupati, cassaintegrati, pensionati vi chiediamo di NON VOTARE A FAVORE del Disegno di legge 3249, ovvero la “controriforma del lavoro”

Questo disegno di legge, se approvato, sancirà la libertà di licenziare, favorirà la precarietà,  peggiorerà le condizioni di chi perde il lavoro, senza garantire reddito a chi un lavoro non lo ha.

Noi respingiamo il tentativo, contenuto nel disegno di legge, di contrapporre i diritti di chi li ha conquistati con i sacrifici e le lotte, ai bisogni di precari e disoccupati.

Noi respingiamo la logica secondo cui cancellando l’articolo 18 e peggiorando le condizioni di vita e di lavoro si favorisca lo sviluppo e si superi la crisi.

Noi respingiamo l’idea che per pagare il debito e soddisfare gli appetiti di banche e finanza sia necessario cancellare il futuro dei giovani,  le pensioni degli anziani.

 

FIRMA ANCHE TU
L'APPELLO AI SENATORI
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