Il ministro Dadone ha finora mostrato un pragmatismo che ha finalmente liberato il dibattito sul settore pubblico di una sovrastruttura ideologica pesantissima che da Brunetta in poi ha condizionato le scelte dei governi succedutisi dal 2008. È necessaria una profonda revisione dell’impianto brunettiano che ancora domina il pubblico impiego e che, come USB, abbiamo contrastato sin dal primo decreto con innumerevoli iniziative di lotta e scioperi generali.
Ci auguriamo che questo nuovo corso possa continuare e si concretizzi con interventi normativi che ripristinino quei diritti fondamentali che per i lavoratori pubblici sono stati cancellati nell’ultimo decennio. A partire dall’abolizione della tassa sulla malattia, odiosa gabella che penalizza i dipendenti pubblici come nessun altro lavoratore dipendente in Italia, per continuare con la valutazione pseudo-meritocratica o la sottrazione di temi fondamentali alla contrattazione, per finire con un codice disciplinare privato di qualsiasi garanzia per l’imputato-lavoratore.
La recente sentenza di assoluzione del vigile di Sanremo dimostra come la caccia alle streghe non ha niente a che vedere con la giustizia e che è tempo di chiudere con la retorica del fannullonismo per riprendere invece in mano gli strumenti per un vero rilancio della PA che garantisca il rispetto dei diritti di cittadini e lavoratori.
In questo senso il prossimo rinnovo contrattuale sarà sicuramente un’occasione importante per affrontare molti nodi rimasti irrisolti dall’ultimo dannoso CCNL. Abbiamo già dato la nostra disponibilità per il tavolo, con tutte le confederazioni sindacali rappresentative, annunciato dal ministro Dadone per affrontare le questioni trasversali ai comparti del Pubblico Impiego, fermo restando che sarebbe imperdonabile aprire la nuova stagione contrattuale senza aver posto rimedio all’attuale assetto dei comparti di contrattazione, anche dando seguito alle dichiarazioni del presidente del Consiglio Conte relative alla separazione del comparto Scuola da quello di Università e Ricerca, e al gravissimo vulnus democratico della penalizzazione del dissenso per chi decide liberamente di non firmare i contratti.
Auspichiamo che il tavolo si apra in tempi brevi per aver modo di discutere di digitalizzazione e riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario; di abolizione del mansionismo; di fondo accessorio; di precariato; senza dimenticare il cuore di qualsiasi rinnovo contrattuale: la questione salariale. Temi che da anni caratterizzano la piattaforma di USB Pubblico Impiego e che continueremo a sostenere nelle sedi istituzionali, così come nelle piazze.
USB Pubblico Impiego