Martedì 7 è scesa in piazza a Roma la lotta emblematica degli ex-lsu pulizia scuola. Sotto il Parlamento per dire: il vero cambiamento di politica si vede dalle scelte concrete.
Non sulla nostra pelle!
Martedì 7 maggio la lotta emblematica degli ex-lsu pulizia scuola è di nuovo scesa in piazza sotto il Parlamento per dire: il vero cambiamento di politica si vede dalle scelte concrete!
Non sulla nostra pelle! E’ stato lo slogan lanciato dalla piazza ai neo parlamentari e al neo governo dagli ex-lsu scuola giunti in trecento a Roma da Sicilia, Sardegna, Calabria, Puglia, Campania, Basilicata e Lazio in occasione dello sciopero nazionale del settore.
I lavoratori hanno consegnato al Vice Presidente della Camera, sceso a interloquire con i Lavoratori, un assegno di 60 milioni di euro: tanto lo stato risparmierebbe se assumesse direttamente questi precari di fatto della scuola (da 15 anni collaboratori scolastici prima nei lavori socialmente utili e poi nelle cooperative e ditte di pulizia come part-time a scadenza ogni cambio appalto) e revocasse gli appalti, annullando la gara consip in atto per re-internalizzare il servizio e i lavoratori.
11.200 lavoratori distribuiti su 4000 scuole materne, elementari e superiori e divisi in circa 50 azienda consorziate nazionalmente come CNS (lega coop), CICLAT (confcoop); MANITAL E MILES (piccola e media impresa e confindustria). Nel 2001 un accordo ‘scellerato’ sottoscritto da cgil cisl e uil che decise le sorti dei lavoratori socialmente utili stabilendo che fossero assunti in aziende di pulizia (una finta ‘stabilizzazione’) che così si aggiudicavano senza gara un appalto che oggi si aggira intorno ai 240 milioni di euro e che di proroga in rinnovo ha consentito alle stesse aziende e agli stessi consorzi di continuare a fare utili mentre il servizio e le condizioni dei lavoratori sono solo peggiorate. Una scelta che nel tempo si è dimostrata fallimentare per i lavoratori, per le casse dello stato, per il servizio. Se si fosse invece deciso di assumere veramente questi precari di fatto della scuola come personale ata si sarebbe risparmiato, ma questo avrebbe significato, e significa, sottrarre un succulento appalto ai principali Padroni del settore e, d’altro canto, un fertile terreno di “concertazione” alle sigle sindacali filcams, fisascat, uiltrasporti e su scala nazionale.
Negli ultimi anni i tagli operati dal miur al capitolo di spesa dei servizi di pulizia si è abbattuta solo sui lavoratori e sul servizio non sugli utili delle aziende che hanno continuato a fatturare per milioni di euro con un profitto rimasto invariato; ai lavoratori, invece è toccata negli ultimi due anni la riduzione oraria e mensile (persi 3 mesi di retribuzione e 4 ore/sett.) con cassa integrazione in deroga. Anche quest'anno da giugno si avrà una nuova sospensione per la quale la cassa in deroga c’è.... ma solo in teoria! mancando i finanziamenti e le firme dei ministri per avviare i pagamenti; così i lavoratori non solo dovranno far fronte a tre mesi senza soldi e fuori dal posto di lavoro ma verrà anche aggiudicata la nuova gara consip con ribassi dal 50% al 70% e ci saranno cambi appalto fortemente a rischio per riduzioni di personale, con contratti peggiorati per carichi di lavoro, retribuzioni e più flessibili, per soli 9 mesi l’anno e senza sostegno al reddito per i rimanenti. Con la nuova gara Consip il MIUR potrà fare altri tagli ai finanziamenti, i Consorzi e le aziende manterranno invariate le percentuali di utili mentre il servizio dovrà essere comunque reso dagli addetti al minimo di diritti e di salario. Con la gara Consip ancora una volta l’interesse privato di qualcuno, con la complicità di qualcun altro, prevarrà su quello pubblico se non si metterà fine a questo sistema delle esternalizzazioni.
Martedì 7 è stata una bella giornata di lotta per dire chiaro al nuovo parlamento e al nuovo governo che ci vogliono scelte di cambiamento concrete e cioè dire Basta con le politiche di esternalizzazione dei servizi che hanno solo mangiato risorse pubbliche e precarizzato ulteriormente lavoro e ridotti i salari e rompere l’intreccio tra interessi padronali, sindacati e politici anteponendo gli interessi dei lavoratori e degli utenti dei servizi pubblici nelle scelte di spesa. Una bella e bagnata giornata di lotta per dire che i Lavoratori non si arrendono a pagare sulla loro pelle, scendendo in piazza contro la disperazione e lo sfruttamento piuttosto che piegando la schiena nelle scuole sotto le minacce delle aziende e di cgil cisl e uil.