QUANTE VOLTE PUÒ ESSERE BOLLITA LA STESSA RANA ?
La guerra è sempre la sconfitta della ragione.
La guerra è sempre la sconfitta della ragione, ma oltre alla naturale e giusta comprensione per le vittime di questa guerra, perché un conto sono i governi un conto sono i popoli, dobbiamo fermarci a ragionare. La somma delle crisi, economica, egemonica, della globalizzazione, con inevitabile aumento della competizione tra poli, prima o poi doveva portare alla guerra. La Nato, da alleanza difensiva, ha assunto la funzione di strumento di espansione imperiale, assorbendo gli stati dell’ex Unione Sovietica, la UE ne ha approfittato per allargare il proprio perimetro senza poter liberarsi della ferrea egemonia degli USA. Hanno mandato l’Ucraina a sbattere contro la Russia, non solo ben sapendo che sarebbe stato inevitabile, ma lo hanno fatto come scelta strategica ragionata. Il risultato è sotto gli occhi di tutti.
Media e governi occidentali stanno spingendo l’opinione pubblica a schierarsi acriticamente per uno dei contendenti demonizzando l’altro e sfruttando l’impatto emotivo delle scene di guerra che si sapeva benissimo ci sarebbero state. I popoli russo e ucraino non hanno niente da guadagnare da questa guerra e vedranno le loro condizioni peggiorare progressivamente in termini economici e sociali con un deterioramento ulteriore dei già precari diritti e delle libertà individuali e collettive. Schierarsi dalla parte dei popoli è importante senza essere indotti a schierarsi dalla parte di un governo, qualunque esso sia.
Ma senza cercarlo fuori, noi il nemico lo abbiamo in casa, è il governo Draghi, la sua politica interventista a rimorchio di Nato, UE e USA nella speranza di ritagliarsi uno spazio internazionale che probabilmente non avrà mai, unico paese al modo abbiamo ben due stati di emergenza in vigore, uno sanitario e l’altro falsamente umanitario. Sembra che quest’uomo ( Draghi ) non sappia governare senza uno stato di emergenza, tant’è vero che ce n’è uno pronto per il rischio radioattivo.
Quello sanitario è servito per irreggimentare la società, introdurre odio e diffidenza nelle relazioni sociali, instillare la paura nei soggetti opportunamente isolati con la gestione politica della pandemia. Il secondo stato di emergenza, considerato che il lavoro sulla propaganda lo aveva già fatto il primo. È andato dritto allo scopo. Travestito da emergenza umanitaria ha dato subito il via ai decreti legge che consentono l’invio di armi ed equipaggiamenti militari ad una delle parti in guerra.
Di fatto questo governo sta trascinando il paese in un’avventura bellica che rischia di coinvolgere il nostro paese. Il giro che fanno le armi e, soprattutto a chi vanno in mano è tipico dell’ipocrisia di cui è intriso questo governo. La legittimazione delle formazioni neonaziste è una scelta ponderata perché possono sempre tornare utili, è la solita politica delle dittature di destra portata avanti dagli USA in America latina e non solo.
Non solo, ma il governo ha imbarcato il paese in un vortice di sanzioni economico finanziarie asfissianti senza rendersi conto che sono funzionali al processo di ristrutturazione capitalistico guidato dagli USA che vedono in questo la possibilità di riaffermare la propria egemonia almeno sulla UE.
Anche noi, come i popoli russo e ucraino, non abbiamo niente da guadagnare da questa guerra. Le sanzioni metteranno in pericolo la nostra già traballante economia con una carenza di materie prime e prodotti alimentari che già hanno attivato processi di speculazione al rialzo dei prezzi al consumo. Noi veniamo da una pandemia di due anni, alle prese con un carovita aggressivo e crescente, con servizi sociali devastati e una sanità a pezzi, cosa possiamo aspettarci ora ? Lo sventolio della economia di guerra che già era stata annunciata nella gestione della pandemia in senso figurato, ora può diventare realtà.
Nelle guerre è sempre la nostra classe a subire i danni peggiori. Quando le armi taceranno ci troveremo di fronte ad un ordine mondiale diverso ma non certo pacificato e gli stati continueranno a fare la guerra tra di loro e a farla a noi come classe.
Tutto questo non sarà certo fermato dalle manifestazioni di un pacifismo stucchevole e di facciata, quello che va fatto è far crescere le coscienze e individuare gli obiettivi veri della lotta contro la guerra. All’aeroporto di Pisa vengono imbarcate le armi per l’Ucraina, i lavoratori si sono rifiutati di caricarle, così come hanno fatto i portuali. Aderire a partecipare alla manifestazione di sabato 19 marzo all’aeroporto di Pisa contro la spedizioni di armi e a sostegno dei lavoratori che le osteggiano è pacifismo militante. Intorno a iniziative come questa va ricostruita l’unità della classe che si riappropria del pensiero critico e della capacità di lotta.
I pensionati, molti dei quali hanno già conosciuto e vissuto una guerra, non possono restare inermi di fronte al ripetersi di scene già viste che preludono ad un avvicinamento progressivo ad una nuova e devastante guerra. È importante aderire ad iniziative come quella di Pisa senza farsi distrarre da parate folkloristiche e omissive che di pacifista hanno solo la pace e l’oblio delle coscienze –
14/03/2022
ESECUTIVO NAZIONALE USB PENSIONATI.