Corriere della Sera
Sempre meno romani e cittadini laziali chiedono un mutuo. Colpa senza dubbio del prezzo delle abitazioni, arrivato alle stelle, ma colpa anche dell’aumento del costo dell’indebitamento. Il dato tutt’altro che confortante arriva dalla pubblicazione della Banca d’Italia «L’economia del Lazio nell’anno 2007».
La nostra regione si colloca di fatto «tra le regioni italiane con il livello di indebitamento delle famiglie consumatrici più elevato». E al proposito i dati parlano chiaro: nel 2006 l’indebitamento «raggiungeva il 44% del reddito disponibile, un dato più elevato della media nazionale di circa 4 punti percentuale».
E la crisi non ha risparmiato neanche le richieste dei mutui per l’acquisto di un’abitazione che «ha risentito dell’aumento del costo dell’indebitamento: a dicembre del 2007 la crescita è stata pari al 6,8%, a fronte di un aumento del 15,5% registrato a dicembre 2006».
Nel corso del 2007, le famiglie di Roma e delle altre province laziali hanno contratto mutui «per un importo pari a circa 7 miliardi e mezzo di euro». Una diminuzione pari al 2,6% rispetto al 2006. Altro elemento che conta, il tasso di interesse: i romani non gradiscono quello variabile. Nel 2007 infatti il 65% del flusso di nuovi mutui è stato erogato a tasso fisso, mentre nel 2006 tale quota si superava di poco il 30%.
Nello scorso anno, poi, brusca frenata anche per i prestiti bancari alla clientela residente nel Lazio, mentre la formula più diffusa per le famiglie continua ad essere il credito al consumo: nel 2007 i prestiti erogati dalle banche, come pure dalle società finanziarie, sono aumentati del 13,1% (contro il 14,8% del 2006).