Occupata la Gabetti «Non ce ne andremo»
Via Pincherle. Gli inquilini sono entrati nell'ufficio che gestisce la vendita delle loro case
Epolis Roma
La signora Giulia ha settant'anni, e da quarant'uno vive in via Pincherle. Ieri ha iniziato lo sciopero della fame, perchè dal suo appartamento (le hanno chiesto 170mila euro per una sessantina di metri quadrati) non lo vuole lasciare. Ieri era sotto seduta al gazebo di via Pincherle, coperta dalla pioggia battente. Non mangia, anche se una vicina le offre un cappuccino e dell'acqua. Con lei ci sono gli inquilini del palazzone al centro del braccio di ferro tra la Fata assicurazioni e la Regione: «È un massacro sociale – attacca al megafono Andrea Catarci, presidente dell'XI municipio -. Gente con più di sessanta anni che sciopera e che è costretta a fare atti illegali». Sì perchè da ieri il comitato degli inquilini ha occupato l'ufficio vendite della Gabetti al pian terreno. «Una signora mi ha detto - racconta ancora Catarci - : in settanta anni non mi era capitato di fare una cosa del genere. Ecco, questo è il segno dell'esasperazione sociale». La pioggia non dà tregua e il comitato è raccolto attorno al gazebo e alla “sede simbolica”, appoggiati dall'Asia Rdb con Angelo Fascetti e Paolo Di Vetta. C'è anche il figlio di una signora, settanta anni anche lei, in affitto in una delle cinque case vendute dalla Fata: mostra diversi documenti, «il 12 incontro il proprietario che mi è sembrata una persona ragionevole – dice -, mi pare propenso a fare un contratto di affitto». «In questi giorni la Regione è intervenuta nella vicenda cercando di dirimere le forti problematiche in corso, mentre - dice ancora Catarci - dal Campidoglio non si è levata nessuna parola. Un silenzio che lascia preoccupati chi, come diverse migliaia di famiglie romane, sono e saranno coinvolte nell'emergenza abitativa. Al di là dei proclama iniziali del sindaco Alemanno, a cui non è seguito nessun atto ufficiale, l'Amministrazione Comunale sembra disinteressarsi completamente della questione». ■ M.R.
EPolis Roma 5 febbraio 09
Il caso. Sette anni di pagamenti e aumento del canone Erp: Antoniozzi blocca tutto, Azuni ne chiede conto
Pagamenti arretrati e conguagli caos nelle case gestite da Romeo
«Parte delle richieste agli inquilini sono frutto di un ritardo del XIIdipartimento»
di Marta Rossi
Roma - All'origine della questione c'è la memoria di giunta con la quale, il 27 novembre 2008, il Campidoglio richiede i conguagli agli assegnatari di alloggi comunali delle spese degli oneri accessori dal 2000 al 2007 con una rateizzazione di dodici mesi. Inoltre, agli inquilini è arrivato l'aumento del canone Erp (figlio della stessa memoria di giunta), contemporaneo alla richiesta degli oneri accessori. Per ora, viste le oltre 500 diffide arrivate all'assessorato alla Casa da altrettanti inquilini, Antoniozzi ha deciso di bloccare il conguaglio e l'aumento del canone. Ma il problema resta. Se ne parla oggi in consiglio comunale, dove con una mozione, Gemma Azuni, capogruppo del Misto chiederà al sindaco di modificare la memoria di giunta del 27 novembre 2008 applicando quanto previsto dalla normativa regionale per la rateizzazione delle somme effettivamente dovute. Ancora, consentire ai singoli assegnatari, ai comitati e ai sindacati la verifica della corrispondenza di quanto richiesto con la normativa regionale e aggiornare i canoni in conformità alle disposizioni regionali con decorrenza 1 gennaio 2009. Questo, in virtù del fatto che, si legge nella mozione, "le somme richieste ai singoli assegnatari derivano dalla mancata presentazione dei rendiconti da parte del XII dipartimento, nei tempi previsti dalla normativa generale, e, comunque in tempi congrui; che in moltissimi casi l'ammontare totale delle somme richieste a conguaglio supera i tremila euro per cui gli inquilini dovrebbero versare una somma mensile superiore ai 250 Euro mensili; che le organizzazioni sindacali degli inquilini hanno immediatamente richiesto la sospensione della procedura di addebito sul bollettino, e la verifica delle somme effettivamente dovute, eccependo la prescrizione del debito". Intanto oggi in via Pincherle, dove da lunedì è stato allestito un gazebo, gli inquilini iniziano lo sciopero della fame. "Dopo l'impegno assunto al tavolo interistituzionale da parte di Fata sull'interruzione delle vendite a terzi - disatteso poi il mese scorso con la cessione di cinque appartamenti - e la pretesa della proprietà di realizzare una plusvalenza eccessiva, si attende adesso l'esito della trattativa", dicono dall'Asia Rdb. "Piena solidarietà agli inquilini - dice la Azuni - che hanno annunciato l'inizio dello sciopero della fame dopo le richieste esorbitanti della Giacomazzi che rischiano di fatto la proposta di acquisto dell'invenduto. Il rischio, se non interviene qualche fatto nuovo, è che queste case vengano vendute sul libero mercato annullando tutti i processi di tutela che l'intervento della Regione avrebbe garantito. Non dimentichiamo che la maggioranza degli inquilini sono pensionati a basso reddito, famiglie monoreddito con figli a carico, donne sole con figli, disoccupati, invalidi e persone con handicap", conclude.
Roma Today 5 febbraio 09
Via Pincherle: si infiamma la protesta degli inquilini
Oggi è iniziato uno sciopero della fame che proseguirà fino a quando Ater e Area Mestre non raggiungeranno un accordo. Occupati gli uffici della Fata che si trovano al numero 165
Roma - Speculazione immobiliare: troppo spesso si sente pronunciare questa frase senza capire di cosa si tratta veramente. Da qualche mese un gruppo di cittadini di via Pincherle sta provando gli effetti di questa speculazione sulla propria pelle a causa di una vicenda che sta mettendo a rischio la casa di 120 famiglie. Per protestare oggi un gruppo di loro ha iniziato uno sciopero della fame che proseguirà fino a quando non verranno offerte garanzie sul futuro. Una signora di 60 anni, dopo qualche ora dall'inizio dello sciopero, ha anche accusato un malore. Come spesso accade in questi casi, gli inquilini sono le vittime di questa storia. Protagonisti sono in questo caso invece la Fata, società di assicurazione del Gruppo Generali proprietaria dell'immobile, Area Mestre, una società immobiliare che a dicembre ha comprato gli immobili da Fata, l'Ater e la Regione che stanno trattando la riacquisizione delle case per salvaguardare gli inquilini. La storia inizia a luglio quando Fata Assicurazioni decide di vendere l’intero patrimonio immobiliare in via Pincherle. Si tratta di un complesso da 280 case, nato negli anni '60 per diventare alloggi olimpici in vista di Roma 1960. I giochi però si svolsero in tutt'altra zona e quelle strutture diventarono residenziali. Oggi è un blocco di due palazzoni da cinque piani l'uno, divisi da una striscia di asfalto e da qualche pezzetto di terra. Fata a luglio avvisa gli inquilini della messa in vendita. Quelli che possono riescono ad acquistare il proprio appartamento. Non tutti però possono permetterselo e così si forma un comitato per chiedere all'amministrazione pubblica (la Regione) di acquistare per loro le case. A dicembre però entra in scena la società Area Mestre che acquista l'immobile da Fata. Il prezzo dell'acquisizione è di 19 milioni di euro. Il particolare del prezzo è molto importante perché è l'indice della speculazione messa in atto. La Regione, attraverso l'Ater, infatti decide di trattare con Area Mestre, offrendo una cifra pari a 21 milioni di euro. La società però rifiuta l'offerta, chiedendo, stando alle dichiarazioni, 7 milioni di euro in più. In pratica nel giro di 2 mesi Area Mestre punta ad un guadagno di 9 milioni di euro. "Contemporaneamente però", denunciano gli inquilini, "Area Mestre sta attuando un gioco doppio: Da una parte si rende disponibile per la vendita all'Ater e poi continua a provare a vendere ai privati". Proprio per questo motivo un gruppo di inquilini oggi ha deciso di occupare gli uffici della Fata e della Gabetti situati al numero 165 di via Pincherle. Al fianco degli inquilini in protesta si è schierato il presidente del XI Municipio Andrea Catarci: "Chiederemo un incontro con la proprietà . Area Mestre non può usare la strategia del gambero che fa un passo avanti e due indietro. In realtà, loro vorrebbero guadagnarci 9 milioni di euro dall'operazione. Hanno acquistato a 19 milioni e i 23 milioni offerti dall'Ater forse non bastano per i loro interessi". Sotto il palazzo è stato allestito un gazebo per la raccolta delle firme.
Agenzia fotografica Eidon
Repubblica 5 febbraio 09
Via Pinchrle, sciopero della fame per le case
Gli inquilini: ‘Se l’Ater non le acquista molti di noi saranno sfrattati’
(in allegato)