Prima che si possa arrivare ad interpretazioni non corrette sulla posizione di RdB in merito alla possibile apertura di un distaccamento volontario o misto a Piadena, nel territorio cremonese, riteniamo palesare la nostra posizione:
RdB dice NO a qualsiasi soluzione che non sia quella di un distaccamento permanente.
Perché?
E’ evidente che lo scontro sulla gestione del soccorso pubblico operi a vari livelli: sul fronte politico si vuole una Protezione Civile diventata S.p.A. ed un Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco sempre più defraudato delle proprie competenze ed esiliato ad un ruolo subalterno, di mera manovalanza di Questori e quant'altro.
Sicuramente insoddisfatto è il personale permanente, ma nemmeno i volontari possono essere tranquilli: non nascondiamocelo troppi sono gli interessi economici e non meno le poltrone strettamente legate alla materia del volontariato.
La nostra posizione non è certamente di preclusione al volontariato, tant’è che per molte legislature abbiamo presentato una proposta di legge specifica, che regolamentasse il rapporto professionisti/volontari sul territorio nazionale e dove la componente professionista del CNVVF preposta al soccorso tecnico urgente, fosse di riferimento e coordinamento a quelle componenti di volontariato presenti.
Il Volontariato deve essere un organismo di supporto, non di sostituzione. Se fosse assunta come corretta l’affermazione che permanenti e volontari hanno lo stesso ruolo, la stessa funzione sarebbe non riconoscere la professionalità di tutto il personale del Corpo Nazionale. Assumere il concetto di una diversità non sminuisce certamente il valore del servizio volontario ma ne afferma le sue reali potenzialità. I volontari svolgono una importante attività sul territorio, ma “di supporto” che non può sostituire in alcun modo quella del personale permanente.
Sicuramente chi vuole diventare vigile del Fuoco volontario sarà mosso da serie motivazioni e da passioni; non sarebbe oltremodo spiegabile l’approcciarsi ad una lavoro in cui rischio e pericolo sono comunque sempre dietro l’angolo.
Ma diciamo no se la motivazione non è quella di un volontariato spontaneo ma è auto organizzato con prospettive di assunzioni che, come è stato dimostrato negli anni passati, non avverranno mai.
Da ottobre 2008 i Vigili del Fuoco sono in attesa della pubblicazione delle piante organiche; le reali condizioni di lavoro in cui versano i Vigili del Fuoco probabilmente ai più non sono note: sempre in prima linea con abnegazione e coraggio, sempre in prima linea a soccorrere le popolazioni colpite dalle sciagure, oggi devono combattere contro chi li vuole relegare a Corpo minore dello Stato, in mano al volontariato e senza risorse.
Assistiamo ad un progetto disastroso diretto ad una sostituzione sistematica sul territorio della componente permanente con quella volontaria, auto organizzata dagli stessi Comandi \ Dirigenti.
Impegno e passione sono spinte fondamentali ma non paragonabili né sostituibili alla professionalità che si acquisisce ogni giorno, non possono sostituirsi all’esperienza, alla formazione. Come si può non pensare che non esista una sostanziale differenza tra il volontario che dopo un corso di sole 120 ore viene ritenuto in grado di operare e un vigile permanente che tale diventa dopo il superamento di un corso di 6\9 mesi?
E’ inconcepibile che un Vigile del Fuoco volontario abbia la stessa preparazione
Si rende necessario rivedere tutto il progetto sul Volontariato dei Vigili del Fuoco a partire da una rigida selezione e che riveda la formazione che non può fermarsi alla pretesa di preparare in 120 ore ad una professione ricca di specificità.
Non si può pretendere che in un lasso di tempo così breve ci si possa avvicinare ad una professione, in cui si mette a repentaglio la propria vita, in cui un errore può mettere a repentaglio anche quella degli altri colleghi e soprattutto discrimina i cittadini che inconsapevoli di tutto quello che avviene dietro alla macchina del soccorso.
Perché creare cittadini di serie A e cittadini di serie B?
Perché a qualcuno deve essere fornito un servizio di soccorso da professionisti preparati e continuamente aggiornati su tecniche e procedure e qualcun altro deve “accontentarsi” di un servizio fatto più di buona volontà e di parziale infarinatura?
Ma tutti non pagano egualmente le tasse per avere un eguale servizio?
Crediamo che tutti preferiremmo essere soccorsi da un professionista, che tutti sceglieremmo di essere aiutati da chi ha potuto contare su una che ha attenta e puntuale formazione e non su una frettolosa e parziale preparazione.
Non vorremmo che con la creazione di queste sedi volontarie si proceda ad una graduale svendita della professionalità di tutti quegli operatori che per professione si occupano di soccorso tecnico urgente e che nel contempo sia liquidata a basso prezzo sia la sicurezza dei lavoratori del CNVVF e degli stessi cittadini.
E’ necessario che sia valutata attentamente l’opportunità di mandare allo sbaraglio ragazzi con poca esperienza e ribadiamo nell’assunzione del personale permanente la “qualità” del servizio del soccorso e non anche nell’istituzione di progetti di sedi volontarie o in soluzioni miste.
Ai Dirigenti, che spesso ci vedono solo come controparte e non come personale attento alle condizioni di lavoro, alla tutela del personale, chiediamo di fermarsi senza preconcetti a fare una valutazione sulle ulteriori responsabilità che a loro derivano dal DL 81/08, proprio in materia di volontariato.
Qualcuno si è accorto che la nuova normativa definisce il campo di applicazione “della tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro", nei confronti di varie organizzazioni, fra cui anche le organizzazioni di volontariato della protezione civile, ivi compresi i volontari del Corpo Nazionale? (D.Lgs n. 106/09 articolo 3 definisce il campo di applicazione del D.Lgs. 81/08)
Ribadiamo il nostro rifiuto a creare nuovi precari nel CNVVF e nel paese, ad un progetto di sostituire gradualmente la componente Professionista con quella Volontaria e combattiamo per la fine del precariato nei Vigili del Fuoco che oggi, viene utilizzato per tamponare le carenze di organico e non per soddisfare quelle che sono le reali esigenze del servizio.
Per questo più volte ci siamo fatti promotori di richieste per la stabilizzazione di parte del precariato.
Consci del ruolo dei volontari, siamo anche certi non sia possibile che in alcun modo si possano sostituire al personale permanente e che la differente professionalità possa avere ricadute sulla qualità del servizio di soccorso; rivendichiamo la professionalità di chi ogni giorno lavora al servizio della collettività ed esigiamo un servizio che garantisca una effettiva tutela del territorio e una maggiore sicurezza dei cittadini.