Uno scatolone con le schede raccolte a Roma nella consultazione del 10 febbraio sul contratto.
Una parte delle 20.000 schede che sono arrivate alla RdB-CUB dalle strutture presenti negli Enti di Parastato, dove il 96% dei lavoratori che ha partecipato alla consultazione ha espresso un chiaro NO all’intesa del 23 dicembre.
Questo il “regalo” che la RdB ha voluto fare al direttivo dell’Aran in occasione della convocazione per la sottoscrizione del contratto relativo al biennio economico 2008 2009.
Un pacco pesante perché frutto di una generale mobilitazione, in risposta al “pacco” che è stato confezionato da Cisl e Uil con il contratto.
Ma nonostante la volontà dei lavoratori, e nonostante fosse stato richiesto uno slittamento della firma in attesa del pronunciamento del giudice in merito alla validità della preintesa, sottoscritta da organizzazioni sindacali che complessivamente non raggiungono il 51% di rappresentatività richiesto dalle norme, l’Aran, con un’arroganza mascherata da perbenismo, ha imposto insieme a Cisl e Uil di procedere alla sottoscrizione.
Non contano i rischi di illegittimità, non conta la sostanza del contratto, ma peggio ancora, non conta neanche quello che pensano i lavoratori.
O meglio, non conta neanche il riappropriarsi di uno strumento democratico di partecipazione che viene tacciato da CISL e UIL come “iniziativa strumentale ed ideologica”, che rischia di “rappresentare un duro colpo alla funzione di rappresentanza del sindacato”.
Che tradotto significa: se vi facciamo esprimere e poi smentite le nostre scelte, sferrate un duro colpo alla nostra funzione; se avete scelto di farvi rappresentare da noi non avete il diritto di dirci che sbagliamo.
Per questo CISL e UIL mettono il bavaglio ai lavoratori e li convincono o li minacciano (perché è successo anche questo!) di non andare a votare, di snobbare la partecipazione. Un ordine di scuderia che non appartiene a nessuna logica democratica, ma che fa trapelare la paura di un giudizio libero dai condizionamenti. Perché qualche volta i lavoratori si informano, ascoltano altre voci e capiscono che dietro alle menzogne che gli vengono raccontate esiste un’altra verità.
Ecco quanto affermano CISL e UIL nei loro comunicati:
“grazie ai nuovi contratti i lavoratori riceveranno presto gli aumenti previsti” . E’ vero, dopo la sottoscrizione e se non interviene un pronunciamento di illegittimità del giudice, si avranno celermente gli effetti sul tabellare del rinnovo del contratto: per un C1 l’aumento lordo è di 75 euro mensili: circa 45 netti, tolte le ritenute previdenziali e fiscali, che inglobano anche gli “aumenti” del 2008 (la vacanza contrattuale). A questi si aggiungeranno altri 8 euro a decorrere da gennaio 2010.
Ed è tutto. Non ci sono arretrati, perché il 2008 è già stato liquidato (non ve ne siete accorti?) Grazie Cisl e Uil, grazie al vostro grande senso di responsabilità nel far pagare la crisi sempre e solo ai lavoratori dipendenti!
“i nuovi contratti ribadiscono l’impegno per la restituzione delle risorse sottratte ai fondi unici”. Abbiamo speso sin troppe parole su questo punto: vi invitiamo a leggere quanto affermato dal Dipartimento della Ragioneria dello Stato nella nota inviata al Gabinetto del Ministro dell'Economia, che alleghiamo al comunicato. Se non vi convincono le nostre posizioni almeno fatevi venire qualche dubbio a seguito delle affermazioni di chi tiene i cordoni della borsa di Tremonti: “... si rappresentano le criticità derivanti dall'attuale formulazione della disposizione che è suscettibile di ingenerare aspettative in merito all'entità ad alla tempistica del reintegro delle predette risorse.
Va rammentato in proposito che l'attuazione della disposizione in esame è subordinata agli esiti del complesso iter amministrativo per il predetto recupero di risorse dalla normativa ivi richiamata, nonché alla definizione della quota di risorse certe dello stanziamento...che solo parzialmente potrà essere destinata al personale contrattualizzato”.
Se ancora non siete convinti ecco quanto scrive la Corte dei Conti il 6-2-2009 (la relazione è a disposizione di chiunque ce la chieda!) sempre a proposito del recupero dei fondi “...E' evidente, allo stato, la difficoltà di dare immediato seguito ai contenuti di un accordo assunto...in relazione ad un quadro economico-finanziario ulteriormente rivisto al ribasso in relazione alla evoluzione delle stime sugli effetti della recessione economica internazionale ancora in atto...sicché il concreto percorso di attuazione della citata disposizione negoziale appare in questo momento indeterminabile.”
“i nuovi contratti rappresentano il primo passo di un percorso di recupero salariale che proseguirà sulla base delle regole fissate nel nuovo accordo sul modello di contrattazione”.
Forse non tutti l'hanno capito ma vi stanno dicendo che dovete essere contenti perchè secondo le previsioni di Cisl e Uil (ma anche della Ugl, che pur non essendo rappresentativa è presente a tutti i tavoli con il governo e firma gli accordi generali) i prossimi contratti avranno valenza triennale e non più biennale; gli “aumenti” saranno stabiliti in base ad un meccanismo che non terrà più conto dell'inflazione programmata ma di un indice europeo dei prezzi al consumo armonizzato (l'IPCA), depurato dalla dinamica dei prezzi dei beni energetici importati (!!!); solo alla fine del triennio verrà recuperato, forse, in base all'andamento economico, il differenziale con l'inflazione reale e comunque gli aumenti, se così li vogliamo definire, saranno applicati solo sulla parte fissa e non accessoria del salario.
Quindi sul 65% della nostra retribuzione. Beh, che dire, come si fa a non ringraziare per cotanta generosità?
Ma le considerazioni finali che Cisl e Uil fanno in merito agli istituti di partecipazione democratica e diretta dei lavoratori sono forse le più significative per capire a che gioco stanno giocando. Riferendosi alle consultazioni svolte affermano:
“Siamo convinti che queste iniziative gettano discredito sul significato degli istituti di democrazia e di partecipazione, istituti che invece vanno usati con ponderazione, attraverso procedure condivise e nel rispetto delle regole.”
Ma di cosa stiamo parlando, di quali e quante regole ha bisogno un sindacato per ascoltare il pensiero dei lavoratori prima di firmare un accordo? Procedure condivise con chi, con chi firma tutti gli accordi in virtù di patti con il Governo?
Ma soprattutto quel “ vanno usati con ponderazione” ci ricorda troppo un brutto film già visto: troppa democrazia potrebbe far male, è meglio usarla con ponderazione, quando e nei modi che loro decideranno...
Probabilmente i lavoratori non sono ancora pronti ad esercitare il loro diritto di parola, meglio andarci cauti, si potrebbe rischiare un'overdose! In questo modo saranno liberi di entrare nei Consigli di Amministrazione dei Fondi Pensione, nella gestione degli Enti bilaterali ...senza che nessuno, o quasi, se ne accorga.