DOMANI 13 FEBBRAIO ORE 16.00 TUTTI ALLA REGIONE LAZIO:
CONTINUA LA MOBILITAZIONE PER UNA NUOVA POLITICA ABITATIVA, PER RISOLVERE L'EMERGENZA CASA, PER REGOLARIZZARE GLI INQUILINI SENZA TITOLO DELLE CASE POPOLARI SENZA MECCANISMI PUNITIVI
Asia-Usb e Movimenti per il diritto all'abitare chiamano di nuovo alla mobilitazione per domani giovedì 13 febbraio, dalle ore 16.00 in via della Pisana 1301, durante i lavori del Consiglio regionale che ha all'odg l'approvazione di due provvedimenti necessari per affrontare l'emergenza abitativa a Roma e la regolarizzazione degli inquilini senza titolo nelle case popolari.
Durante il sit-in di martedì 12 abbiamo verificato che il provvedimento tampone che aiuta ad impedire nell'immediato eventuali sgomberi e getta le basi per aprire la discussione su possibili soluzioni vere non dovrebbe rivelare incidenti di percorso. Mentre per quanto riguarda il provvedimento di sanatoria abbiamo potuto capire che c'è una manovra da parte della Giunta regionale (l'assessore Valeriani), caldeggiata dai sindacati complici e nemici degli inquilini delle case popolari, che vuole renderla limitata nella data, lasciando fuori migliaia di inquilini e condizionandola a meccanismi punitivi e onerosi. Già con la sanatoria del 2007, ancora in lavorazione oggi, a inquilini con redditi da pensione, aventi i requisiti di legge, stanno chiedendo per regolarizzarsi somme dai 50.000 ai 80.000 euro per gli arretrati, rendendone impossibile l'adesione. Questo grazie alle modifiche alla legge 27 del 2006 imposte dai sindacati complici a luglio 2007.
L'Asia-Usb sta ponendo con forza il tema della funzione dell'edilizia pubblica nel nostro paese e nella regione Lazio, opponendosi con forza alla modifica in corso, su spinta degli Ater trasformati in aziende, della funzione di questo importante patrimonio pubblico dove vengono applicati meccanismi privatistici (l'introduzione di canoni del mercato privato in base alla L. 431/98 ), la vendita degli alloggi nei centri storici, dentro i quali sempre illegalmente stanno fiorendo B&B. Tutto per tenere in piedi un carrozzone che se stravolge le sue funzioni per noi diventa un Ente inutile e dannoso per la collettività.
Ater deve tornare ente pubblico, specializzandosi nella gestione del patrimonio che invece viene lasciata in mano a ditte private. Passare la proprietà delle case Ater al Comune è il modo per togliere la spada di Damocle dell'assurda Imu.
Se si affrontano questi temi che riguardano l'Ater ci potete convincere della utilità di tenerlo in piedi.
Il Comune con AequaRoma non gestisce le case popolari, vedi la vicenda dei termosifoni che ancora non vengono accesi a molti inquilini, ha solo la funzione di recupero crediti con le conseguenze che possiamo immaginare, richieste ingiustificate di decine di migliaia di euro di arretrati, rifiutandosi di dare agli inquilini i giustificativi delle spese richieste.
La sanatoria sicuramente non è la panacea, affrontare senza demagogia la gestione delle case popolari è il vero tema che stiamo sollevando, inascoltati, da anni.
La richiesta di sanatoria nasce perché sappiamo che il fenomeno delle occupazioni senza titolo è la conseguenza della mancanza decennale della politica della casa, che rende inutili le graduatorie comunali per la casa popolare, e della colposa assenza della gestione del patrimonio abitativo pubblico. Sono numerosissimi i casi anche di questi ultimi giorni di famiglie con minori e anziani sfrattati alle quali non sono state offerte soluzioni se non quelle degli assurdi centri di accoglienza.
Allora pensiamo che vada riconosciuta la necessità di tracciare una linea e tentare di ricominciare a discutere delle case popolari senza demagogia, affrontando i veri problemi che investono anche il tema delle periferie abbandonate dove questo patrimonio in gran parte è collocato.
Bisogna fare un atto politico senza giochi ideologici e demagogici che punti ad affrontare e risolvere il tema della gestione delle case popolari senza introdurre meccanismi punitivi e restrittivi.
Bisogna lasciare nelle case solo chi ha diritto a permanerci con limiti di reddito equi piuttosto che garantire l'alloggio popolare a chi ha redditi annui da 70 a 100mila euro. Non si può garantire l'affitto in base ai canoni della legge 431/98 solo per sanare il deficit dell'Ater (provocato tra l'altro dall’ingiusto pagamento dell’IMU) e per favorire quelle organizzazioni che campano sugli esosi contributi per l’assistenza a sottoscrivere contratti di affitto in base alla L. 431/98 (che peraltro non si può applicare alle case popolari).
Invitiamo le forze politiche di maggioranza e di opposizione a riflettere prima di approvare un provvedimento che eluda le questioni che stiamo sollevando da tempo, anche con la mobilitazione di tantissime donne e uomini che chiedono un cambio di passo rispetto a quello che è successo fino ad oggi con i vari decreti Lupi e decreti sicurezza.
Nelle periferie va riaperta una stagione dei diritti, va fermata la guerra ai e tra i poveri alimentata da ingiusti provvedimenti e dalla demagogia.
ASIA-USB