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Lombardia

RESOCONTO DEL COORDINAMENTO REGIONALE RdB-CUB INPS LOMBARDIA DEL 31 MARZO 2009

Milano,

 

Il Coordinamento Regionale RdB-CUB INPS della Lombardia si è riunito in data 31 marzo 2009, per un’analisi dell’attuale fase, caratterizzata da una forte accelerazione dei processi involutivi determinati dalla crisi economico-finanziaria, da un grave attacco alle condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori e un generalizzato arretramento dei diritti sanciti dai contratti e dagli accordi sindacali, nonché da un degrado delle relazioni sindacali diretto, anche all’interno dell’Istituto, ad indebolire la capacità di intervento sindacale. 

Tutti i delegati intervenuti hanno denunciato situazioni interne alle sedi contrassegnate da una sistematica violazione delle prerogative sindacali e delle norme contrattuali, in particolare per quanto riguardo le prestazioni straordinarie. Alcuni direttori stanno operando inaccettabili forzature, autorizzando l’effettuazione di straordinario senza alcuna informativa alle rappresentanze sindacali, allo scopo di anticipare l’applicazione delle nuove modalità di utilizzo del budget, nonostante un confronto negoziale ancora aperto a livello nazionale, a causa della decisa opposizione da parte sindacale, in primo luogo della RdB-CUB.

Si sono altresì espressi in maniera decisamente contraria alla prospettata ipotesi di ricorrere all’utilizzo delle prestazioni straordinarie, per prolungare la presenza in ufficio del personale e per allungare l’orario di apertura al pubblico, anche nelle giornate di sabato. Tale proposta, oltre a snaturare la funzione stessa dello straordinario, che diventa così una misura strutturale, non più appunto straordinaria, per garantire l’ordinaria attività istituzionale di informazione agli utenti, si configura come una pura operazione di facciata, concordata con il Governo, che l’Amministrazione si appresta a sbandierare di fronte all’opinione pubblica, ma che certamente non contribuirà ad erogare le prestazioni in tempi più rapidi.

E’ del tutto evidente il tentativo dell’Amministrazione dell’INPS di utilizzare in modo strumentale la situazione emergenziale creata dall’attuale crisi economica, per introdurre un nuovo modello di gestione autoritario, azzerare i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori ed eludere gli obblighi contrattuali. Il ricorso improprio allo straordinario, finalizzato all’incremento delle ore di apertura al pubblico, prelude altresì ad una imminente ed inevitabile modifica dell’orario di lavoro, come si sta tentando di fare in prima battuta per i dipendenti della Presidenza del Consiglio, il cui orario di lavoro passerà dalle attuali 36 a 38 ore settimanali, per estenderlo poi a tutti i lavoratori del pubblico impiego.

E’ ferma convinzione del Coordinamento regionale che questo stravolgimento dello straordinario, il suo utilizzo selvaggio ed incontrollato, foriero nell’immediato di pesanti discriminazioni e divisioni tra i lavoratori, e in un futuro non lontano di una modifica dell’orario di lavoro, vada contrastato con decisione e con il coinvolgimento di tutto il personale, al quale rivolgiamo da subito un appello, affinché non dia la propria disponibilità ad effettuare le prestazioni straordinarie secondo il nuovo sistema.

Ad aggravare ulteriormente la situazione vi è il mancato recupero delle risorse tagliate dalla legge 133/08, sul quale siamo costretti a denunciare l’ennesimo tentativo messo in atto dalla Cisl di ingannare i lavoratori, diffondendo il testo di un emendamento che, per la verità, conferma la disapplicazione della legge 133/08 e rimanda ancora una volta l’eventuale recupero a futuri ed eventuali risparmi di spesa. Intanto per finanziare il fondo extra budget per lo straordinario 2009 si è pensato bene di depauperare il fondo di ente, sottraendovi la somma di 27 milioni di euro!

L’intervento dei delegati ha segnalato inoltre la diffusa preoccupazione dei lavoratori sulle ricadute del piano di riassetto delle strutture, anche questo sottratto ad un reale confronto negoziale, la cui realizzazione è propedeutica alla successiva attuazione del “piano industriale” del ministro Brunetta, che per raggiungere l’obiettivo di realizzare i risparmi chiesti da Tremonti, sancirà il definitivo smantellamento dell’intervento pubblico, per favorire in funzione sostitutiva l’intervento dei cosiddetti enti bilaterali, costituiti da padronato e sindacati confederali, che saranno chiamati ad erogare quelle prestazioni oggi garantite dallo Stato sociale. A questo risultato puntano le “Case del welfare”, annunciate a più riprese dal Presidente-Commissario Mastrapasqua, che nasceranno attraverso le sinergie con gli altri enti parastatali e le direzioni provinciali del lavoro; ed è questa la ragione ultima che spinge l’Amministrazione al riassetto delle sedi sul territorio.

Per fronteggiare in modo adeguato questa situazione, il Coordinamento ritiene necessario riprendere la mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori dell’Istituto, individuando un percorso di lotta che, a partire dall’immediata proclamazione dello stato di agitazione del personale, conduca all’indizione di una giornata nazionale di mobilitazione di tutte le sedi INPS.

Il Coordinamento Regionale si è infine confrontato al suo interno su due importanti scadenze: lo sciopero generale del 23 aprile indetto da CUB Cobas ed SdL e l’assemblea nazionale della CUB del 22, 23 e 24 maggio.

La scelta di chiamare i lavoratori ad un nuovo sciopero generale per il 23 aprile prossimo vuole essere una risposta adeguata e commisurata alla gravità degli attacchi all’intero mondo del lavoro, al bieco tentativo di dividere i lavoratori, mettendo gli uni contro gli altri, come si continua a fare attraverso la famigerata campagna anti-fannulloni, che prende di mira i lavoratori del pubblico impiego. Appare chiaro che oggi “siamo tutti nella stessa barca”: lavoratori pubblici e privati, stabili e precari, lavoratori attivi e pensionati. Dalla crisi si esce con l’unità del mondo del lavoro e dei ceti popolari, denunciando nel contempo il tentativo, attraverso le politiche securitarie delle ronde, di distrarre l’opinione pubblica e additare il nuovo mostro da combattere nel migrante e nel clandestino.

L’assemblea nazionale della CUB del maggio prossimo segnerà un passaggio decisivo nella storia del sindacalismo di base: da una parte ribadirà la scelta strategica del Patto di Base con Cobas ed SdL, dall’altra vedrà la CUB strutturarsi come unica organizzazione confederale, articolata per federazioni nazionali verticali, superando un modello organizzativo non più adeguato a fronteggiare la fase attuale, e per proporre ai lavoratori una nuova CUB realmente confederale, all’altezza delle necessità e dei bisogni imposti dalla crisi economico-finanziaria. A questa scadenza arriveremo attraverso un percorso di confronto diretto con i lavoratori iscritti, che saranno chiamati a dire la loro sul documento di preparazione “Per una CUB realmente confederale” ed eleggere i delegati che parteciperanno all’assemblea nazionale.

 

Coordinamento regionale RdB-CUB INPS Lombardia