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Resoconto incontro con il Commissario Sacchi e rappresentanti del Ministero del Lavoro


Dopo il presidio di ieri al Ministero del Lavoro, avevamo deciso di fare un sintetico resoconto scritto, sugli esiti dell’incontro avuto con il Capo di Gabinetto Luigi Caso e il Segretario Generale Paolo Onelli, a beneficio di coloro che non avevano partecipato all’assemblea realizzata nel pomeriggio.  La convocazione del Commissario – di natura meramente informativa sui bandi che l’Amministrazione sta per emanare -  ci ha obbligato a posticipare questo resoconto, anche nell’ottica di una lettura d’insieme di quanto avevamo raccolto nei due incontri della giornata.

 

In riferimento all’informativa del Commissario non possiamo che sottolineare in primis,  la palese e grave delegittimazione delle rappresentanze sindacali, quei cosiddetti corpi intermedi tanto invisi a Renzi, di cui è prova tangibile l’interminabile lettera che il Prof. Sacchi ha inviato al personale per dirgli a “quattr’occhi” quelle cose che pochi minuti dopo avrebbe detto alle OO.SS.   

 

In secundis ed in riferimento ai contenuti di quella lettera, colpisce il modo in cui il Commissario si difende da chi critica le scelte fatte dall’Amministrazione, laddove  sottolinea:”…….critica chi evidentemente neppure immagina che le cose possano andare in modo diverso da come egli si è sempre figurato e che vorrei reclutare una corte del Commissario, per fare le cose che interessano a me. Magari tra gli amici” offrendo come garanzia di trasparenza nei processi di selezione del personale , la costituzione ….. “di una commissione di concorso di altissimo profilo……. e l’ancoraggio ai nuovi compiti dell’Istituto sono la risposta più adeguata a questa spazzatura, nella quale lascio volentieri grufolare quanti siano usi dilettarvisi”.

 

Ecco, diciamo che in quanto a stile non si brilla al VI° piano di Corso d’Italia 33 e, se chi critica Sua Maestà Matteo I°, viene definito: professorone, gufo, rosicone e disfattista, qui in ISFOL, molto più semplicemente lo si definisce: essere grufolante o maiale, fate voi. Insomma, definire “spazzatura” visioni diverse dalle proprie, ci appare come un indicatore di grave deficit di democrazia ed una spinta autoritaria volta ad  imbavagliare definitivamente il dissenso anziché accoglierlo e soprattutto “comprenderlo”.  

 

Ma veniamo a noi. A USB basta e avanza il primo capoverso della missiva reale:” …….. Vi è in questi giorni grande agitazione tra il personale tecnico e di ricerca per i bandi di concorso, a mio avviso rinfocolata da quanti da molto tempo cercano ogni appiglio per opporsi al reclutamento attraverso bandi di concorso competitivi”. Usando lo stesso stile dell’Augusto interlocutore, ci si consenta di dire che il personale di questo Istituto - e visto che parliamo di concorsi – soprattutto quello precario, s’è rotto i c……..i di sentir  parlare di meritocrazia e competitività solo nei confronti dei lavoratori e mai della classe dirigente pubblica. Perché? Presto detto.

 

La meritocrazia, tanto cara a questa classe dirigente e quindi anche al Prof. Sacchi, è un po’ come l’elastico che lo tiri dove meglio ti conviene. Basti pensare alla nomina di Inguscio quale Presidente del CNR (il più importante istituto di ricerca italiano). Costui, è stato scelto dal Ministro Giannini (http://ilfoglietto.it/il-foglietto/4782-la-misteriosa-scelta-dei-vertici-del-cnr-e-dell-ingv.html), nonostante, come dichiarato dalla Boschi, concorresse con altri 3 candidati con maggiori titoli e altri 4 del medesimo livello. E allora di che si lagna il Commissario se c’è chi, conoscendo ciò che accade continuamente in questo paese – anche in epoca renziana -, nutre dubbi sugli esiti dei concorsi? Crede di poter dissipare tali “perplessità” facendo la voce grossa? Ma il Commissario, ha mai sentito la voce grossa dei lavoratori?

 

Per quanto riguarda poi la competitività e rifiutando alla radice il concetto in sé, rispondiamo che i precari dell’ISFOL di competitività ne hanno ben d’onde, avendo svolto 2/3 concorsi pubblici. Nel nostro caso quindi, a parte la questione delle riserve che secondo noi sono 5 su 11, la competitività non c’entra niente, perché qui si parla di diritti,…….DIRITTI.

 

Do you understand, DIRITTI?

 

Infine, come già scritto al Commissario Sacchi, il personale precario, andrà a determinare un danno erariale attraverso i loro ricorsi, considerata la reiterazione dei contratti a TD, di cui l’Amministrazione dovrà farsi carico.

Convinti che il rilancio dell’Istituto passi innanzitutto nella valorizzazione delle competenze di cui dispone e nella volontà politica di rendere veramente operativa la missione dell’Ente, riteniamo che se il Commissario non è in grado di assicurare ciò, dovrà fare i conti con una mobilitazione totale e senza tregua. Non basta certo che la sua sensibilità  alle richieste venute dal personale si espliciti con l’inserimento tra i ricercatori di in un profilo di analista dei fenomeni sociali.   

 

In riferimento all’incontro che ha seguito il Presidio al Ministero,  siamo stati informati che il Presidente della Repubblica ha firmato lo statuto dell’Agenzia ed attualmente, insieme al dpcm, è alla registrazione alla Corte dei Conti.  Insomma, tutti gli aspetti burocratici che attengono l’operatività di ANPAL sembrano volgere alla conclusione anche se abbiamo sentore di incertezza e contraddittorietà, soprattutto sulla fase di mobilità (coatta) del personale ISFOL. USB ha espresso con chiarezza, come già fatto in occasione dell’incontro con il  Direttore Pirrone, che in questa situazione sarebbe sorprendente che qualcuno possa rispondere ai due interpelli volontari che precedono il trasferimento obbligatorio. In merito a quest’ultimo aspetto, ancora una volta, non state fornite risposte circa le modalità di selezione del personale, a parte quei criteri altamente discrezionali forniti dal decreto 150/2015.

I vertici del Ministero hanno “rassicurato” in tutti i modi che i livelli salariali saranno salvaguardati, ma USB continuando a nutrire i dubbi di sempre, non fosse altro per l’essere stati testimoni di quanto accaduto ai nostri colleghi ex IAS che hanno subito un taglio del loro stipendio, hanno chiesto un segno concreto e verificabile sul piano normativo di ciò.

 

Il Ministero conferma che ISFOL diventerà INAPP per concretizzare ciò che è previsto dal decreto 150, cioè l’aumento delle competenze istituzionali. Sorge una domanda spontanea: ”Se aumentano le competenze istituzionali, che senso ha sottrarre 100 risorse umane dall’ISFOL/INAPP”?  Inoltre:” Considerato che l’ANPAL non svolgerà funzioni di ricerca (Pirrone dixit), perché “trasferire 30 ricercatori dell’ISFOL”? Come minimo si aprirà un contenzioso, perché ci saranno dei ricorsi…………………. e alla parola ricorso, ci è sembrato di aver visto un “filino” di preoccupazione nei nostri interlocutori e forse è per questo che si sono resi disponibili all’avvio di un tavolo in cui siedano ISFOL/INAPP-ANPAL-Ministero e OOSS per “costruire” un percorso credibile. Infatti, ci è stato detto, l’ANPAL deve partire e deve partire con tranquillità. Ma partire per andare dove…………………….. se a ottobre al referendum sulle riforme della triade Renzi/Boschi/Verdini prevale il NO, cosa ne sarà di un carrozzone di 200 e oltre dipendenti più l‘ente in house Italia Lavoro? Un coordinamento delle politiche del lavoro regionali, con le amministrazioni locali che non ti danno neanche i numeri di telefono, figurarsi i dati? Insomma, e questo USB lo ha detto chiaramente, l’operazione ANPAL è nata male, gestita peggio e, se vincerà il NO come noi auspichiamo, evaporerà.

 

Infine, in attesa dell’avvio del tavolo di confronto che riteniamo debba avvenire in tempi rapidissimi, al Commissario diciamo di rivedere le sue posizioni in riferimento ai bandi e si convinca che, il futuro dell’ISFOL è caro a tutti, specialmente a chi gli ha dedicato veramente se stesso e di questi, tra i lavoratori ce ne sono moltissimi.

 

USB P.I. - ISFOL