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Riapertura Ikea, se il buongiorno NON si vede dal mattino

Nazionale,

Apertura in grande stile per i negozi Ikea fra assembramenti, mascherine non a norma e orari prolungati per i lavoratori

Ikea riapre al pubblico dopo settimane di campagna pubblicitaria sulle grandi misure di igiene e sicurezza, una “Sicurezza a 360 gradi”.

La realtà non è così rosea e felice.

Fin dalla prima mattina del18 maggio, abbiamo assistito a code lunghissime in entrata e uscita e assembramenti all’interno dei negozi.

I clienti non erano ad un metro di distanza e, la maggior parte, aveva le mascherine abbassate sul mento, intanto i lavoratori sono stati costretti a superare il proprio orario stabilito, altro che le necessarie pause aggiuntive.

Complimenti davvero!

Come dobbiamo fare i complimenti all’ideatore dello splendido video per promuovere l' entusiasmo delle riaperture, mandato a tutti i collaboratori, una ripresa dentro ai negozi con divise in bella vista.

Un videovide girato senza il minimo rispetto delle norme di sicurezza, i lavoratori hanno le mascherine abbassate e sono a stretto contatto fra loro.

Tutto ciò mentre invece le aziende dovrebbero promuovere norme restrittive e informare correttamente i propri lavoratori con esempi pratici ed esemplari.

Molto probabilmente la formazione e informazione di questi tempi e' opinabile. Come quella non fatta a molti lavoratori gia' presenti negli Store prima del 18 di Maggio per rischio biologico come previsto dal DLGS 81/08

A questo si aggiunge la costrizione inaccettabile da parte di Ikea di far pulire i Dpi agli stessi lavoratori. Questi devono portarli a casa e sanificarli (Dlgs. 81/08 Art 77 punto 4 e art 273 1).

Che non vengano forniti un numero di DPI adeguati e che in virtu' dell' abbassamento dell' epidemia si diano mascherine chirurgiche dove possibile e non VERI DPI come le FFP2 o FFP3 a tutti

Non viene fornita neanche l’acqua, nonostante le mascherine rendano difficile la respirazione e secchino le mucose.

E’ sconcertante che non esistano i preposti al controllo sulla salute e sicurezza. L’azienda obbliga di volta in volta un lavoratore diverso a verificare il rispetto delle norme da parte della clientela. Un ruolo che richiede una specifica formazione e qualifica.

Ricordiamo per altro che l’utilizzo massivo di questi Dpi rende necessarie pause aggiuntive rispetto a quelle previste dai contratti in periodi standard e il tempo richiesto per indossare e sanificare questi dispositivi indispensabili deve essere tempo di lavoro, non tempo sottratto ai lavoratori.

Gli orari di entrata e di uscita pertanto devono essere rispettati, non sono un optional scritto su carta perché poi l’azienda possa decidere a suo piacimento.

Sorge spontaneo chiedersi perché gli organi competenti non stiano intervenendo, visto il silenzio del Comitato di Controllo Nazionale di CGIL- UIL- CISL sul protocollo intenda intervenire. I lavoratori, ad oggi, non hanno ancora idea di come poter entrare in contatto con questo Comitato per segnalare mancanze e abusi.

Tutte le denunce mainstream sugli assembramenti sono pura propaganda?

Il profitto e le pressioni di alcuni gruppi datoriali stanno facendo girare il capo e chiudere gli occhi a molti controllori?

 

Usb Commercio