L’USB Pubblico Impiego settore Ricerca rivolge un appello al Professor Carlo Rubbia, Senatore a vita e premio Nobel per la Fisica, per chiedere una legge che riorganizzi la Ricerca Pubblica con il fine di rilanciarla.
Nell’appello si sollecita il Parlamento a farsi carico dell’elaborazione di una legge che riorganizzi completamente il settore in un quadro strategico, che veda la ricerca pubblica come motore essenziale per la crescita e lo sviluppo del Paese e che, al di là degli equilibri politici di questo o quel governo, ridia forza e dignità al personale, che opera resistendo caparbiamente al depauperamento subìto in questi anni da tutti gli Enti.
“Riteniamo che per far uscire la Ricerca Pubblica dal pericolosissimo stallo in cui versa e restituirla al Paese, serva una profonda riorganizzazione che ne accentui il carattere pubblico e rafforzi il concetto di committenza sociale”, dichiara Cristiano Fiorentini, Esecutivo Nazionale dell’USB Pubblico Impiego. “In questo senso riteniamo indispensabile arrivare ad una governance unica del sistema degli Enti Pubblici di ricerca affidata alla Presidenza del Consiglio, l’aumento dei finanziamenti ordinari, ricavati ad esempio dalla stessa politica fiscale che oggi viene concessa ai privati, e la stabilizzazione dei precari”.
Prosegue Fiorentini: “È chiaro che, nella ricerca come in tutto il pubblico impiego, è altrettanto indispensabile si rimetta in moto la normale dinamica salariale e di carriera, bloccata dal 2009. Riteniamo che il Governo Letta, sordo a qualsiasi richiesta che non giunga dai padroni europei, non sia interlocutore utile ad affrontare questi temi. Pertanto chiediamo che il Parlamento si riprenda il proprio ruolo fisiologico in un momento in cui ad una crisi finanziaria corrisponde un pericolosissimo deficit democratico”.
“Per questi motivi - conclude il dirigente USB - abbiamo organizzato una settimana di mobilitazione a partire dal 30 settembre, con iniziative negli enti e presso i ministeri vigilanti, che si concluderà il 3 ottobre con un presidio davanti a Montecitorio. Per le stesse motivazioni saremo in piazza il 18 ottobre per lo sciopero generale".
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