I precari dell’ISFOL tornano di nuovo in piazza con l’USI-RdB Ricerca a causa della grande incertezza che grava sulla stabilizzazione dei circa 293 precari dell’Ente e sul futuro dello stesso ISFOL.
Dopo il provvedimento del Ministro Tremonti, che per finanziare l’abolizione dell’ICI sottraeva all’ISFOL i fondi destinati alla stabilizzazione dei precari, e il successivo impegno al ripristino dei fondi da parte del Ministro Sacconi, le Commissioni V e VI della Camera hanno respinto un emendamento presentato dallo stesso governo finalizzato a ripristinare i fondi in questione. La discussione del problema è ora affidata all’Aula di Montecitorio.
L’ ISFOL, unico Ente pubblico di ricerca in materia di formazione, lavoro e welfare, rappresenta un punto di riferimento autorevole a livello europeo su temi legati allo sviluppo del capitale umano, dell’occupabilità, della qualità della permanenza nel mercato del lavoro e dell’inclusione sociale. Grazie al lavoro dei suoi oltre 500 precari restituisce puntualmente al sistema paese la fotografia del suo “stato di salute” sui temi oggetto della propria missione.
La domanda che sorge spontanea è se il Governo voglia davvero investire su questo Ente e sulle professionalità che esprime, oppure se intenda regalare anche questo settore ai privati continuando nello smantellamento del settore pubblico. Desta sconcerto il disinteresse di fatto del Ministero del Lavoro, che non ha sostenuto il provvedimento alle Commissioni.
USI-RdB Ricerca chiede al Governo e al Parlamento Italiano di ripristinare immediatamente i fondi per la stabilizzazione delle attività dell’Istituto e dei suoi lavoratori, anche per non consentire un ulteriore arretramento dei sistemi formativi, del lavoro e del welfare che oggi più che mai necessitano di un investimento nella ricerca pubblica, per una rinnovata competitività del nostro Paese. Insieme alle precarie e ai precari dell’ISFOL, USI/RdB, torna in piazza martedì 24 e mercoledì 25 giugno, con un presidio davanti alla Camera dei Deputati dalle ore 9.00 alle ore 13.00, per chiedere a gran voce il rispetto degli impegni presi verso l’Istituto ed i suoi lavoratori.
Aderente
alla FSM