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Ricerca, stabilizzazioni EPR sotto i riflettori: i presidenti sono avvisati

Nazionale,

I precari storici della ricerca devono essere stabilizzati!

Le stabilizzazioni non sono una scelta dei Presidenti, ma una conquista dei lavoratori precari che, insieme ad USB, hanno lottato anche duramente per raggiungere questo risultato, dall’ISS in poi, passando per Enea, ASI, CREA ed Istat.

Riteniamo necessario ribadirlo ora che il patto di non belligeranza tra Fedeli, Presidenti e sindacato complice è oggi, in periodo elettorale, evidente a tutti con gli osceni festeggiamenti per la miseria di 300 posti da ricercatori a concorso, perchè è ora che va rilanciata la lotta per una nuova campagna assunzionale.

Ed i presidenti devono essere consapevoli che per USB il loro mantenimento del loro posto (alla vigilia del 5 marzo dove loro saranno comunque vada i vasi di coccio) dipende da due fattori, l’applicazione della raccomandazione 2005/251/CE per diritti di tutti di lavoro e carriera per tutto il personale e la stabilizzazione di tutti i precari.

Il 22 febbraio abbiamo portato questi temi alla funzione pubblica ricavandone un confronto molto costruttivo che siamo convinti possa dare i suoi frutti.

Abbiamo denunciato che i numeri della ricognizione dei precari aventi diritto alla stabilizzazione, che la funzione pubblica stava ricevendo, erano ‘falsificati’ dalla scelta dei Presidenti di non inserire i TD che raggiungono i 3 anni con gli assegni/cococo. Una decisione assunta della consulta con voto quasi unanime (con il solo voto negativo del CREA), per fortuna non rispettata subito dall’ASI che, invece, inseriva nel comma 1 anche i ‘misti’ su proposta di USB (che firmava poi il verbale di intesa sulle stabilizzazioni di tutti i 35 precari dell’agenzia).

Alla FP abbiamo poi chiarito che al CNR non erano 1050 i comma 1, peraltro comprendendo le 98 chiamate dirette che vanno invece sicuramente inserite nel comma 2, evitandogli anche rischi di licenziamento come avvenne all’Ispra nel 2008, ma circa 1300 perchè il CNR ha escluso illegittimamente molti precari storici dagli elenchi, come pure ha fatto ISPRA.

Per INAF abbiamo sottolineato come il piano assunzionale di fatto porti al licenziamento circa l’80% dei precari nel 2020. e non sono gli unici perchè anche l’INFN programma centinaia di concorsi nel triennio manifestando chiaramente la volontà di non stabilizzare i ricercatori.

Poi abbiamo rivelato che INDIRE ha “nascosto” 1,8 mln che, invece di essere destinati alle stabilizzazioni, li vogliono usare in concorsi per esterni. Infine INAPP che, nel completo silenzio delle altre OOSS, intende assumere non per anzianità, ma per categorie in 3 anni, quando potrebbe assumere subito il 70% dei precari.

E l’analisi dell’incontro è stata che il legislatore ha definito, anche per il danno erariale che deriverebbe dal licenziamento di questo personale storico, chiaramente la volontà di stabilizzare il personale precario mantenendolo in servizio,anche in presenza di finanziamenti limitati. E la circolare, essendo l’estensione della norma, va applicata (come gli enti applicano tutte quelle più restrittive per il personale senza indugio) tenendo in considerazione tutti i contratti atipici sia per l’acquisizione del comma 1, ma anche per la valutazione dell’anzianità, cardine della stessa stabilizzazione. La FP ci ha anche previsto che il DPCM assunzionale e la circolare sull’aumento dei fondi accessori sarebbe stata emessa prima del 15 marzo.

Questo per quanto concerne l'incontro del 22 febbraio.

Ma USB ha continuato a tenere accesi anche i riflettori della comunità europea. Già, perchè nonostante i vari presidentio e direttori generali pontfichino sempre sull'importanza dell'europa, quando però questa chiede il rispetto di norme (quelle poche a favore della gente e non dei grandi gruppi di potere) trovano le argomentazioni più astruse per non rispettarle. Il 28 dicembre, USB nella consapevolezza che pur avendo ottenuto 57 mln in legge di bilancio, avevamo perso la battaglia di #8800 assunti negli EPR MIUR, ha scritto alla commissione europea descrivendo le criticità ed i limiti della legge di bilancio, sottolineando che qualche ente come l’INFN non intendeva assumere tutti i precari, che il Ministro Fedeli aveva investito, su richiesta di cgilcisluil, i circa 200 mln che servivano per le stabilizzazioni ad aumenti monster per presidi e baroni universitari, abbiamo denunciato come ci fosse già allora il tentativo di escludere gli assegni di ricerca da comma 1 e valutazione anzianità. Abbiamo chiesto, in sostanza, di multare l’Italia per la mancata stabilizzazione che, di fatto, stiamo toccando con mano in questi giorni. E la Commissione Europea ha risposto. Sono a conoscenza del fatto che i soldi per stabilizzare non ci sono e stanno valutando le conseguenze anche alla luce della possibilità che il “risarcimento” per la reiterazione dei contratti a TD aumenti oltre il jobs act (Causa C-494/16 Santoro) e quindi produca più danno erariale. In sostanza gli EPR sono “monitorati”!

La manifestazione del 22 febbraio e il coinvolgimento della commissione europea ha riportato i riflettori su una vicenda che partita con l’occupazione della sede CNR di PISA il 25 ottobre era stata fatta scemare con abilità da enti e sindacati complici compremettendo gli esiti della lotta condotta in quel periododai lavoratori precari.

Se il 6 marzo, nel tentativo di conciliazione al Ministero del Lavoro, Indire non accetterà le nostre proposte di piano assunzionale tutto rivolto alle stabilizzazioni (90% dei posti) e alle carriere interne, indiremo lo sciopero. E così faremo in tutti gli EPR perchè, quando avremo chiaro il dpcm assunzionale, saremo in grado di capire come questo ricade sui singoli enti, appariranno più evidenti le manovre clientelari per applicarlo secondo criteri non oggettivi e, quindi, come e con che strumenti continuare la lotta.

La strada è ancora lunga, ma, continuando a lottare con determinazione e competenza, siamo nella possibilità di arrivare subito al 30% delle assunzioni, consapevoli che abbiamo un obbiettivo diverso, #8800!

Nei prossimi giorni saremo negli enti a spiegare tutto questo in dettaglio e anche il nuovo contratto che, oltre ad iniziare l'opera di cancellamento delle specificità della Ricerca, sul precariato cade come una mannaia aumentando precarità e sfruttamento e cancellando anche la norma della tenure track, seppure mai applicata.

 

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