Al dirigente del Comando di Gorizia
ing. Natalia RESTUCCIA
e p. c. all’ufficio personale del Comando di Gorizia
Oggetto: richiesta chiarimenti sull’applicazione del DPR 76/2004 e relativa richiesta di acquisizione della graduatoria di riferimento.
Premettendo che il DPR 76/2004 sancisce precisi requisiti di precedenza per i richiami in servizio del personale Volontario in servizio discontinuo. Si fa espressa richiesta di conoscere come viene applicato realmente presso il comando di Gorizia tale disposizione, evitando il verificarsi di eventuali inadempienze sotto questo profilo, come peraltro è uso comune presso tanti altri Comandi in Italia, chiarendoci che la ricezione di tali criteri sanciti dal Legislatore sia realmente in linea.
Vorremmo sapere quale è il termine di tetto massimo che il dirigente ha fissato per l’equa distribuzione dei giorni di servizio esteso a tutto il personale discontinuo coincidente con il limite imposto dalle disposizioni dipartimentali. In merito all’applicazione e alla pubblicazione della graduatoria chiediamo di sapere se vengono rispettate le disposizioni nell'applicazione della scala di valori, (lavoratori inoccupati e non, le differenti situazioni legate ai carichi familiari, tener conto dell'anzianità di Decreto d'iscrizione ai ruoli volontari del CNVVF, ecc.).
Vi chiediamo pertanto a tutela degli interessi dei lavoratori più deboli, quelli cioè indicati all'art.18 primo comma, la rigorosa osservanza di tali disposizioni, affinché nel più totale disagio lavorativo di tutta la categoria a causa degli ingenti tagli attuati dalla Legge 183/11, si salvaguardino non gli intereressi esclusivi dell'amministrazione ma si tenga prioritariamente conto delle diverse esigenze lavorative che hanno in particolare i lavoratori realmente disoccupati.
Inoltre si chiede di porre particolare attenzione al rispetto di questa debole classe lavoratrice evitando che atteggiamenti d’insofferenza possano prendere il sopravvento sul regolare rapporto di rispetto reciproco, e ci riferiamo anche alle lunghe soste in sala d’attesa, che il personale precario è obbligato a subire ad opera della dirigenza, prima di poter attendere il lascia passare all’eventuale richiamo (si precisa che diviene paradossalmente inconcepibile se alla fine dell’attesa il verdetto invece è, come spesso capita, sfavorevole e quindi porta il lavoratore precario a subire oltre al danno anche la beffa).