L’ennesima emergenza rifiuti della nostra città ha di nuovo messo in moto la fanfara mediatica dettata dall’Ama, dall’ente proprietario Roma Capitale con a capo il sindaco Gualtieri e la sua giunta e dalla cordata che si appresta a gestire in chiave privatistica lo smaltimento dei rifiuti con la capofila Acea, che ha come obiettivo dichiarato la costruzione del mega inceneritore a Santa Palomba.
A leggere le loro dichiarazioni ci sarebbe da ridere se invece questa situazione non generasse sofferenze fisiche ai lavoratori, chiamati ancora una volta a raccogliere a mano le montagne di rifiuti accumulati intorno ai cassonetti, colpa anche della rinuncia al potenziamento della raccolta differenziata e della scelta di favorire le esternalizzazioni, a partire dal fallimentare appalto milionario delle utenze commerciali.
Anche questa volta l’amministrazione comunale e aziendale scelgono di tacere colpevolmente sulle reali motivazioni dei disservizi, adducendo questa volta la responsabilità alla riorganizzazione della manutenzione dei mezzi e ad un fantomatico sciopero bianco dei lavoratori, contro la minaccia dell’azzeramento di incentivi ed indennità fino ad oggi erogati.
La realtà è tutt’altra: scaricano con giustificazioni di fantasia le loro uniche responsabilità!
La verità è che la politica ha deciso di non investire nel servizio ma di specularci. Gli effetti sono evidenti. Manager di passaggio pagati a peso d’oro e, di contro, organici sempre più ridotti; malattie professionali in aumento per la carenza strutturale di prevenzione sulla salute degli operatori; mezzi insufficienti, inefficienti e vetusti; organizzazione del lavoro inadeguata; impianti inadeguati; zero politiche in favore di riduzione, riciclo e riuso dei rifiuti.
Questi sono solo alcuni dei reali motivi del problema rifiuti a Roma. E chi governa questa città lo sa bene. Tanto che l’assessora all’Ambiente Sabrina Alfonsi ha candidamente dichiarato che il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti non deve essere gestito efficacemente, altrimenti non ci sarebbe un grande consenso per l’inceneritore che deve invece essere visto come soluzione del problema. Si tratta quindi di un’emergenza creata a tavolino, viste le tante proteste dei cittadini e dei comitati che stanno organizzando proteste proprio contro il progetto dell'ecomostro di Santa Palomba.
Basta speculazione economica sui servizi pubblici. La colpa dei disservizi è unicamente della politica e a farne spese non devono essere i cittadini che pagano le tasse e le lavoratrici e I lavoratori che portano avanti i servizi di questa città. Per questo i lavoratori delle più grandi aziende partecipate di Roma, Ama Acea e Atac hanno lanciato un appello per creare un fronte unito con cittadini, associazioni e comitati, contro chi governa realmente la città, i potentati economici che hanno messo mano sui servizi pubblici e sulle scelte politiche.
USB Lavoro Privato Roma