Nel mondo sono 42 milioni le persone costrette a scappare dai propri paesi d'origine a causa di guerre, conflitti, persecuzioni etniche, razziali, religiose e politiche, quasi sempre generate dagli interessi dei potentati economici occidentali e delle grandi multinazionali.
Tra queste, quasi un milione di persone, risulta richiedente asilo, eppure, nel nostro paese, avamposto d'Europa, interessato da sempre da grandi flussi migratori, non esiste un legge organica sull'Asilo che tuteli in modo serio e reale ...le istanze dei rifugiati e dei richiedenti asilo.
La normazione che regola la condizione e la vita di queste persone è spesso affidata a regolamenti europei come la Dublino II che invece di favorire protezione alle migliaia di uomini, donne e bambini, che tentano di raggiungere l'occidente sperando in un ancora di salvezza, sembrano piùttosto, volerla ostacolare.
In un periodo di grave crisi globale, una nazione come la nostra, che non ha mai avuto una forte economia industriale, ne politiche economiche rivolte al risanamento e alla crescita, tramite l'investimento e l'innovazione, la crisi si rivela ancora più devastante che in altri paesi.
Generando la perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro, la chiusura di innumerevoli aziende, di settori strategici dell'economia produttiva, accompagnate, come se non bastasse, dallo smantellamento delle reti di protezione ed assistenza, garantite una volta, dal quel sistema di welfare, che oggi le politiche di riduzione del debito e d'austerity imposte dalla Troika ( Unione Europea, Banca centrale Europea e Fondo monetario internazionale) stanno definitivamente smantellando.
In un quadro come questo, sembra tutto, fuorché logico, costringere, chi fugge dal proprio paese ed ha la legittima aspettativa di ritrovare in un altra nazione una possibilità di vita degna per il proprio futuro, a rimanere, in un paese come l'Italia, in cui oltre ad esserci delle innumerevoli lacune nel sistema di accoglienza ed assistenza, che spesso costringono il migrante a vivere per strada, come è successo per l'Emergenza Nord Africa, non ci sono più opportunità di lavoro ne di stabilizzarsi ed integrarsi prendendo una casa che garantisca l'integrità familiare.
Questo perché la Dublino II prevede che il paese competente ad esaminare la domanda d'asilo, sia il primo paese nel quale si arriva, impedendo così, qualsiasi tipo di allontanamento da quest'ultimo.
Costringere queste persone a rimanere nel primo paese europeo raggiunto dopo la fuga, palesa ancora di più la polarizzazione degli stati dell'Unione Europea, la divisione in un Europa di seria A, costituita dai paesi del nord, ed un Europa di serie B, costituita dai paesi del sud, che sono appunto quelli di più facile accesso per chi proviene da paesi segnati da guerre, carestie e violazioni di diritti umani.
Italia, Grecia, Spagna, Portogallo e Malta tutte nazioni che oggi versano in gravi condizioni di crisi economica, che non riescono neanche più a sopperire ai bisogni dei propri cittadini, sono investite dell'obbligo di trattenere quei migranti, richiedenti asilo, che invece vorrebbero spostarsi in nazioni con più opportunità come la Francia, la Germania e l'Inghilterra.
Tutto ciò rivela il disegno reale, tratteggiato dalle leggi di questa Unione Europea, ormai i paesi del sud dell'europa sono costretti a diventare il contenitore dell'esercito industriale di riserva, dei paesi del nord europa, la loro manodopera a basso costo e per fare in modo che si realizzi questo progetto è necessaria la condizione di illegalità determinata dall'impossibilità dei richiedenti asilo di rimanere in modo legittimo, sul territorio nazionale di questi paesi.
Unico modo per garantire i diritti e le dignità delle migranti e dei migranti richiedenti asilo, rimane dunque l'abolizione della Dublino II e della gabbia che essa rappresenta per la libertà di circolazione di queste persone, ricostruendo, ex novo, un impianto giuridico che tuteli, garantisca e agevoli i diritti dei rifugiati e dei richiedenti asilo, da qui parte la nostra lotta che ha come obbiettivo quello di fare in modo che le leggi pongano al primo posto non gli interessi economici ma la dignità e i diritti fondamentali della persona umana.
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